Il mondo di oggi va sempre più di fretta. Tutti sembrano
vivere in uno stato di semi-automatismo, inghiottiti come sono da un vortice di
pensieri che non sembra cessare mai. Sì, perché, in effetti, la mente non può
smettere di pensare. Anche nei pur rari stati di tranquillità, ognuno di noi
può ascoltare il proprio dialogo interiore. A volte questo dialogo interiore riguarda argomenti già conosciuti
ma mai elaborati e lasciati andare.
La scarsa CONOSCENZA DI SE’ porta, inevitabilmente, alla
deriva mentale. In questo stato i pensieri fanno da padrone e la persona sembra
esserne posseduta senza via di scampo apparente. Basta uscire in giro per
vedere i risultati di questo stato di possessione mentale. La gente vaga con
gli occhi fissi nel vuoto, immersa in preoccupazioni più o meno reali, alcuni
parlano a voce alta, come a volersi calmare dando, al contempo, risposta ai
continui interrogativi posti da una mente irrequieta e sempre più fuori controllo.
La conseguenza? Agli occhi di un attento osservatore la
razza umana, salvo rare eccezioni, da l'impressione essere posseduta da un virus, un’entità esterna che sembra essersi impossessata della
volontà di tutti gli uomini allo scopo di renderli schiavi delle loro stesse
proiezioni. Quando si vive nella testa, e ci si identifica col processo di
pensiero, si entra in uno stato di automatismo.
Questo stato di automatismo porta le persone a vivere e
compiere i propri lavori quotidiani in maniera automatica, senza nessuna
percezione cosciente di molti dei gesti compiuti. In poche parole, le
persone sembrano essere dei robot che eseguono un programma senza capirne la
ragione né il senso.
La scarsa presenza mentale porta a risultati spesso
drammatici. Basta pensare agli incidenti sul lavoro, la maggior parte dei
quali, potrebbe essere prevenuta se solo si prestasse più attenzione a ciò che
si fa.
Ma cosa significa presenza mentale? Essere presenti significa riuscire
ad osservare il flusso continuo di pensieri che la nostra mente processa
ogni
giorno (60000 circa, ciò nel corso dell’intera giornata), senza tuttavia
identificarsi con essi. In pratica si diventa osservatori del pensiero
senza tuttavia giudicarlo ma, semplicemente, ACCOGLIENDOLO COSI’ COM’E'.
Ma come fare, vi starete giustamente,
domandando? Vi sono diversi modi per tornare ad essere coscienti di Sè
e, di conseguenza, presenti nel QUI E ORA. I diversi metodi, altro
obiettivo non hanno se non quello di eliminare l'identificazione con i propri pensieri per tornare a vivere il proprio corpo e le proprie emozioni in
piena coscienza senza più perdersi nel passato (in quanto inesistente)
nè, tantomeno, nel futuro (deve ancora arrivare e non è ancora
determinato nè prevedibile).
Fra
le diverse tecniche a disposizione, sicuramente una delle più efficaci e
rapide è l'E.F.T. Chi segue questo blog, certamente sa di cosa si
tratta. Ciò che vorrei aggiungere è che, attraverso E.F.T. si può
raggiungere più rapidamente uno stato di piena percezione di Sè che
porta, sicuramente, all'annullamento di tutti i falsi problemi che la
mente ogni giorno ci pone dinanzi. Raggiungere la Presenza mentale porta, infine, a vivere nel QUI E ORA
con la piena coscienza di ciò che si fa. E.F.T. ci può dare
l'opportunità di spezzare quell'incantesimo che ci tiene sospesi in un
limbo spaziotemporale diverso dal presente facendoci, finalmente direi
io, vivere da ESSERI UMANI LIBERI DALLE CATENE INVISIBILI COSTITUITE
DAGLI SCHEMI DI PENSIERO.
Vincenzo Bilotta
Sperando che questo breve ma interessante articolo vi sia piaciuto, aggiungo alcune considerazioni.
Quando non siamo presenti a noi stessi siamo scollegati dalla nostra Essenza. Lo stato di assenza capita anche più volte al giorno, quando seguiamo i nostri pensieri nel passato, ricordando eventi mai elaborati, o li lanciamo avanti nel futuro, smettendo però di vivere l'oggi.
Sia che ci troviamo "attaccati" ad eventi non elaborati, sia che ci perdiamo nelle nostre fantasie non abbiamo in ogni caso la possibilità di agire al pieno delle nostre risorse, perchè ci troveremo costantemente in uno stato di reazione a qualcosa che non esiste più, o non esiste ancora, se non come "pesante" zavorra energetica nel nostro spazio personale.
Come usare EFT o SET per restare presenti?
Innanzitutto è possibile fare un primo esercizio che consiste nell'osservare quante volte, nella giornata ci capita o ci è capitato di reagire in "automatico".
Ad esempio può essere che il capo ufficio abbia detto una cosa e noi abbiamo reagito infuriandoci.
Possiamo innanzitutto applicare eft su come ci sentiamo per l'accaduto. Se proviamo ancora rabbia, se ci sentiamo delusi, se proviamo un certo senso di colpa.
Poi, facendo set sul ricordo della nostra reazione possiamo osservarla, possiamo ricordare che cosa stavamo pensando, quale è stato l'elemento che ci ha fatto scattare? il tono di voce, il modo che ha usato per dirci le cose, la sua posizione nello spazio, le parole...
Continuando a fare SET possiamo chiederci se questo elemento che ci ha fatto reagire ci ricorda qualche altra persona o qualche altro episodio della nostra vita.
Se la risposta è affermativa possiamo applicare eft al ricordo o ai ricordi specifici che abbiamo su quella persona o su quell'episodio.
Se invece la risposta è negativa, ma vi viene in mente che pensate che il capo ufficio non dovrebbe trattarvi così e basta, probabilemente avete una fantasia su come il capo dovrebbe trattarvi e su come le cose dovrebbero andare per voi.
Provate a valutare quante e quali aspettative avete, nutrite, sul lavoro, nelle relazioni, o rispetto a qualunque area della vostra vita vi interessi prendere in considerazione ora.
Quando abbiamo delle aspettative e queste non vengono soddisfatte spesso le nostre reazioni sono rabbia, dolore, delusione.
Anche tutte queste aspettative sono elementi su cui potete picchiettare così da poter vivere nel Qui e Ora e investire le vostre energie nei fatti e casomai nei vostri progetti, non in fantasie, che in quanto assolutamente non reali vi tolgono energie e vi lasciano emotivamente sconquassati se poi non si realizzano.
Se non pensate di poter riuscire ad osservare le vostre reazioni automatiche forse sarebbe bene partire da alcuni giri semplici semplici:
Anche se spesso regisco in automatico e mi pare di non avere il controllo di ciò che faccio, non vorrei fare certe cose, eppure le faccio, chissà cosa mi succede, mi apro alla possibilità di osservare cosa mi succede...
Osservo le mie reazioni "automatiche" e sono sempre più consapevole dei motivi per i quali scattano...
Anche se una parte di me reagisce in automatico, recupero tutta l'energia da quella parte di me che si comporta così e la riellineo al mio centro.
Osservo sempre di più i miei pensieri, anche se vorrei fermarli, perchè certe volte mi sembra di avere una lavatrice impazzita nella testa, imparo ad osservarli...
Accetto che non posso fermare i miei pensieri, posso però osservarli e smettere di farmi pensare....
Altri articoli di Vincenzo Bilotta sono presenti nel suo blog ESSENZA CONSAPEVOLE.
Buona osservazione a tutti, e come sempre, ogni commento o condivisione è ben accetto.
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