Lucia è una ragazza solare, molto dolce e vitale. Abbiamo già lavorato insieme diverse volte e
l’ultima sessione è servita per affrontare la fine del rapporto con il suo
fidanzato, rapporto nel quale sentiva di non riuscire ad avere un proprio
“posto”. Eft le è servito per portare
consapevolezza sulla situazione e affrontarla con strumenti adeguati,
accettando ciò che stava succedendo e comprendendo le ragioni che li avevano
portati a dividere le proprie strade.
Questa volta Lucia vuole parlarmi di un evento all’apparenza
insignificante, capitatole quando è tornata a casa, un pomeriggio, dopo la fine della sua
storia.
Sua madre, informata dell’accaduto dal padre, con il quale
si era confidata per primo, l’ha salutata, al suo rientro, dicendole “Dai su,
ne troverai un altro” con un sorriso, a detta di Lucia stessa, particolarmente sornione.
“Ne sono certa – mi dice Lucia –
mia madre è felice che ci siamo lasciati..... Lei è infelice se sono felice con
altri. Con qualcuno che non è lei.”
Chiedo a Lucia di iniziare a picchiettare, poi, sapendo già
che ha uno stile molto visivo le chiedo che cosa “vede” nel suo spazio personale.
Lei risponde che vede una specie
di filo, dritto, forte, tenace, come di metallo rigido.
Facciamo EFT su questa immagine e
Lucia, alla fine del giro, mi dice che ha visto cadere il filo, ma al suo posto
vede una buca delle lettere.
Le suggerisco: Anche se c’è
questa buca delle lettere nel mio spazio personale, e non so cosa rappresenti
per me questa immagine, mi consento di lasciarla andare....
L’immagine sparisce.
Lucia però mi guarda e dice “Mi
immagino mamma, che si chiede se può lasciarmi libera o no. Mi sento le ali
tappate, mi manca il fiato e provo tristezza. E’ come se il corpo mi crollasse.
Ho un’intuizione e suggerisco a
Lucia di picchiettare ripetendo questa frase:
Anche se una parte di me desidera
restare nel nido, recupero tutta la mia energia collegata a quella parte e la
riporto nel mio centro, e mi apro alla possibilità di aprirmi alle esperienze
migliori per me.
La frase ha immediatamente
effetto. Lucia ride e dice che sente il corpo più rilassato.
Afferma che in qualche modo sente
che le mie parole l’hanno toccata ma non riesce, per così dire, a vedere fino
in fondo il proprio ruolo “in questo gioco”.
Continuo a suggerirle frasi:
Anche se non riesco a vedere il
mio ruolo in questo gioco, e anche se proverei a uscire dal nido, ma per
sicurezza non ci vado....
Io non riesco a vedere il mio
ruolo.
Voglio volare, ma non posso.
Posso volare, ma non voglio.
Vorrei provare, ma non provo.
Proverei, ma preferisco di no...
Vorrei costruire un mio nido, ma
non riesco.
Vorrei avere un nido e avere
amore, ma non ce l’ho e questo mi fa schifo.
Lucia si illumina e ride di cuore
“Già, fa schifo. Ma ora vedo la mia responsabilità. E se la vedo posso cambiare
le cose. Mi sento più sicura. Adesso so che sono un uccellino che può volare
fuori dal nido, ma le mie ali sono a metà. E quella metà ala ha la forma di una
stampella per i vestiti con ganci di ferro fatti di metallo, come il filo di
prima.”
Chiedo a Lucia “se qualcuno o
qualcosa producesse questo “ferro”, chi o che cosa sarebbe?”
Lei risponde che vede tre cose
diverse: la madre, la nonna che staccava con le pinze le graffette di metallo
dalle cassette di legno, e le catene di un’altalena.
Le chiedo se una di queste
immagini le crea più disagio delle altre e lei mi risponde che è sicuramente la
catena dell’altalena a crearle turbamento. Sente un peso sopra il seno, e le
manca la forza.
Picchiettiamo su questa
immagine...e la scena cambia.
Lucia adesso sa di essere un
uccellino con le ali aperte, ma ha un cappellino da infermiera sulla testolina.
Le dico “Per forza, sei un
uccellino Candy Candy (Candy Candy era la protagonista di un cartone animato,
faceva l’infermiera e aiutava sempre tutti).”
Facciamo un giro di
picchiettamento sulla parte di lei che si crede Candy Candy:
Anche se una parte di me si crede
Candy Candy, e vuole salvare e aiutare sempre tutti, recupero tutta la mia
energia legata a quella parte e la riallineo al mio centro.
Lucia dice che vede nuove cose;
prima di tutto le appaiono immagini molto femminili, e sente di star
recuperando la forza sul seno, poi visualizza l’immagine di un angelo con le
ali ben aperte....
“Sai, mi dice, non sono più un
uccellino, ma mia mamma, quando mi ha detto che ne troverò un altro, mi
guardava proprio come Silvestro (Silvestro è il gatto protagonista di un
cartone animato in cui insegue e cerca di mangiare un grazioso e delicato uccellino
giallo che si chiama Titti).”
Lucia scoppia a ridere, e io con
lei....
La sensazione di turbamento che
aveva all’inizio, all’idea che la madre fosse sollevata dalla fine del suo
rapporto con il fidanzato, è sparita e ha lasciato posto ad una importante
nuova consapevolezza di quali siano le responsabilità di entrambe rispetto al
suo non uscire (o perlomeno non troppo) dal nido, e nel suo assumersi un sacco
di pesi “della famiglia”.
Sono certa che Lucia continuerà ad usare EFT su tutto ciò che è emerso e questo le
permetterà di vivere da “angelo con le ali ben aperte”, anzichè da “uccellino implume
e bisognoso.”
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