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venerdì 25 ottobre 2013

EFT e la RIMANDITE……. ovvero l’arte del procrastinare. (parte 1)



Procrastinare diventa, a volte, una vera arte, ma come un parassita, una volta imparata, si nutre delle nostre energie e rischia di danneggiarci sempre di più.

Quando ci facciamo dominare dalla tendenza a rimandare le cose, che si tratti di cose che riguardano la nostra vita privata o la nostra attività professionale (o di studio) di solito otteniamo tre risultati:

1-     facciamo le cose in ritardo
2-     facciamo le cose con cattiva qualità
3-     accumuliamo stress perché siamo sempre in ritardo e produciamo scarsi risultati.


Questo meccanismo si avvia e si cronicizza per diverse ragioni, la prima delle quali è non riuscire a focalizzare quali sono le priorità da seguire.

Quando gestiamo il nostro lavoro, capita di avere diversi compiti, che generalmente è possibile suddividere secondo lo schema seguente

Attività che voglio e devo fare

Attività che voglio ma non devo fare

Attività che Non voglio ma devo fare

Attività che Non voglio e non devo fare

E' opportuno rendersi conto che si deve dare priorità alle cose che vanno fatte, rispetto a quelle che non vogliamo e non sono necessarie, ma anche rispetto a quelle che, seppur non necessarie, vorremmo tanto fare…

Un infinito numero di persone che conosco e cui faccio da coach mi dice però “ma io so benissimo cosa devo fare, cosa è importante e cosa no, però mi manca lo stesso il tempo.”

Io ho una teoria in proposito, presa dai miei studi sul coaching, ma anche dalla mia esperienza della vita.

Molto spesso noi perdiamo di vista i nostri veri talenti, i nostri veri obiettivi e con essi svaniscono quella passione e quella energia che ci servono per dare il meglio di noi.

A volte questo succede perché ci troviamo a vivere il copione di qualcun altro, magari quello di nostro padre, che ci voleva tanto ragioniere, oppure quello di nostra madre, che avrebbe voluto studiare ma non ha potuto, e per tutta risposta ci facciamo carico di un desiderio che ci appartiene solo in parte, o per nulla e interpretiamo un personaggio solo perché qualcuno si aspetta che lo facciamo…

A volte ci convincono o ci convinciamo che ciò che sappiamo fare, proprio perché ci piace tanto, non può portarci successo professionale e una posizione sociale, quasi ci fosse una legge che dice che “se ci si diverte non è vero lavoro”  e che “il lavoro deve essere faticoso e costarci per meritarne i frutti”…. Così, se siamo talentuosi nel suonare la chitarra cominciamo a sentirci ripetere “suonando non mangerai di certo”, oppure se siamo ottimi cuochi i nostri genitori ci dicono “dai, non vorrai mica avere successo cucinando”, o ancora, noi stessi, che magari siamo bravi a scrivere, a causa di una autostima poco sviluppata negli anni dell’infanzia ci ripetiamo dentro la nostra testa “non ce la posso fare, non sono nessuno per essere famoso” e finiamo per appendere la penna al chiodo.

Accantonando i nostri talenti, le nostre ispirazioni, le nostre qualità più vere, quasi sempre iniziamo a dimenticarci chi siamo veramente….

Finiamo magari per svolgere attività “di ripiego” senza trovare in esse alcuno stimolo.

E senza stimoli, seppure ci muoviamo, è come se ci muovessimo per inerzia.

Ora, non sto certo dicendo che chi ha un lavoro che non corrisponde al suo sogno nel cassetto lo deve lasciare domani.

Ma mi sento di dire che certi sogni nel cassetto si possono iniziare a realizzare anche ora e qui, nell’esatto momento della nostra storia che ci troviamo a vivere.

Qualunque sia il lavoro che abbiamo, infatti, possiamo utilizzarlo per imparare a prendere consapevolezza dei nostri talenti e fare sì che diano frutto, magari per poi usarli come trampolino per cambiare, se è davvero quello che vogliamo.

Mi spiego meglio.

Quando studiavo per diventare coach ho letto questa frase:
“Siamo maggiormente motivati se svolgiamo le attività che sappiamo fare meglio”.

Questo come si applica alla tendenza alla rimandite, se magari ci dobbiamo aggiungere anche che il lavoro che abbiamo non ci piace per niente?

Si applica in pieno, perché finiamo per rimandare tutto ciò che non ci stimola, che non suscita il nostro interesse, che non riesce a scaldare il nostro cuore.

MA DOBBIAMO PUR SVOLGERE IL NOSTRO LAVORO E FARLO BENE, SE VOGLIAMO TENERCELO E MANGIARE.

Certo. E possiamo appunto svolgerlo partendo dall’identificare i nostri veri talenti e dallo sfruttarli, nell’ambito di ciò che dobbiamo fare, nel maggior numero di attività possibili.

Se per esempio siamo tanto bravi a cucinare perché abbiamo un innato senso della misura e riusciamo a capire subito, con un semplice colpo d'occhio, cosa ci serve per far riuscire una ricetta, forse ci potremo rendere conto di essere portati per la pianificazione, e potremo felicemente utilizzare questa dote in primis, nelle attività che facciamo ogni giorno.

Se ci sentiamo portati per i rapporti umani forse potremo curare l’aspetto dell’interazione sul lavoro di modo che si crei una rete di collaborazione che consenta a tutti di lavorare meglio e di interagire anche chiedendo e dando aiuto quando serve.

A volte è utile considerare che nella quasi totalità dei casi il 20% di ciò che facciamo conta per l'80%.
Saper puntare sugli aspetti che ci riescono più facili nelle incombenze fondamentali, significa incidere in modo positivo sul lavoro per l'80%.

Questi sono solo imput…

Ognuno può auto osservarsi e stilare una lista delle cose che gli riescono meglio, delle qualità che lo fanno riuscire meglio in quei compiti piuttosto che in altri e poi valutare come sfruttare queste qualità in più ambiti possibili del proprio lavoro.


Allo stesso tempo ci possono essere cose che proprio non siamo portati per fare.


E' importante anche identificare questo “limite”, questa zona d’ombra e limitarne i danni.
Magari è possibile delegare quello che ci riesce meno, oppure è possibile investire tempo e impegno nell’imparare come svolgerlo (a volte infatti non ci "manca" qualcosa, ci è mancato il tempo o il modo di imparare come di fa), oppure ancora è possibile utilizzare uno dei nostri talenti per gestire questa zona d’ombra di modo da evitare che comprometta i nostri successi.

Se sappiamo di lavorare bene nell'ordine e ci ritroviamo sepolti nel caos di mille pratiche che per un motivo o per l'altro sono sulla nostra scrivania, non esitiamo a togliere tutto, ma proprio tutto, mettendolo anche sul pavimento per un pò, se serve, poi prendiamo in mano un fascicolo alla volta, facciamo file ordinate: VA FATTO SUBITO, PUO' ASPETTARE, NON LO FARO' IO, POSSO RISPEDIRE AL MITTENTE ecc.... e quando avremo finito di fare ordine potremo lavorare con nuova lucidità.

Crearsi un ordine (anche mentale), migliorarsi continuamente, o trovare collaborazione nelle aree in cui noi non brilliamo sono alcuni dei segreti per evitare la procrastinazione e tutto lo stress che comporta.

Un altro dei fattori che più ci spinge a procrastinare, è avere convinzioni limitanti, ad esempio l’idea di non essere all’altezza del compito, di non essere adeguati, di non poter riuscire, che non ce la faremo mai in tempo…

Queste convinzioni ci portano ad allontanare sempre di più il momento in cui affronteremo il compito, con l’ovvia conseguenza di avere sempre meno tempo a disposizione e un’ansia sempre crescente che certo non migliorerà il nostro rendimento, quand’anche riuscissimo a finire nei tempi prestabiliti.

Qualche giro di SET o di EFT possono esserci d’aiuto per gestire la nostra tendenza a procrastinare, sciogliere le convinzioni limitanti e acquisire maggiore auto consapevolezza sui nostri talenti.

Tutte le volte che ci troviamo a pensare "Oddio, avrei dovuto (dovrei) fare quella cosa ma la rimando sempre", fermiamoci un attimo e iniziamo a stimolare i punti del sistema energetico.

Possiamo fare SET diretta su pensieri come:
Rimando sempre tutto
Rimando le cose e poi mi trovo nel caos
Non riesco a fare le cose in tempo
Se non ho l'ispirazione non riesco a mettermi a fare quello che devo
Comincio sempre dai lavori inutili e poi mi trovo nel caos, perchè non ho fatto quelli importanti
Non ho motivazioni, quindi rimando
Senza stimoli non ho piacere a lavorare...
Quello che faccio non è ciò che vorrei fare...

ma anche su convinzioni tipo

Non ce la farò mai
Il capo mi ha dato questo compito ma io non sono in grado
Se lo faccio farò brutta figura
Se non lo faccio bene e nei tempi farò brutta figura
Mi sento troppo sotto pressione, non sono capace di gestire tutto...

 Vedete se queste o altre frasi risuonano in voi e seguite quello che emerge picchiettando.

Oppure potete fare EFT, magari con le stesse frasi scritte sopra, tipo:


Anche se rimando sempre tutto, e non so come fare, perchè poi mi trovo nel caos....mi accetto così come sono, anzi, rimando pure di accettarmi, e quasi quasi rimando anche di picchiettare (:-))

Anche se non ho stimoli nel lavoro, non volevo fare l'ingegnere, se potessi mollerei tutto, ogni lavoro mi pesa e lo rimando, mi fa proprio schifo quello che faccio.... e non penso di venirne fuori facilemente....


Rimando sempre tutto, anche la decisione di sposarmi, anche quella di fare figli, se va avanti così non mi farò mai una vita....

Rimandare mi viene così facile che potrei insegnare agli altri come fare, certi si affannano e devono finire tutto subito, dovrebbero prendersi qualcosa per fare le cose con più lentezza... io per esempio sono così lento che sembro un bradipo in letargo.....


Quando rimando è perchè ho altro da fare, guardare internet, per esempio, così posso curare i rapporti sociali, poi però mi trovo nel caos...........accidenti anche a internet...

Non ce la posso fare, rimando perchè sento che non ce la posso fare...

Anche se svolgere questo compito è davvero troppo per me, e così rimando nella speranza che si dimentichino che lo devo fare....

Ecc... ecc...

Sperando che questo articolo vi possa essere di stimolo scappo, perchè ho delle cose da fare e mi sono ripromessa di non rimandarle :-).........



Immagini gentilmente fornite da:

Micio Vince : autoritratto nell'arte di rimandare...

Agriturismo La loccaia - Civitella in Val di Chiana: balconata sulle colline toscane (se proprio ci scappa di rimandare qualcosa, meglio farlo in un luogo meraviglioso come questo, dove l'energia dell'ambiente aiuta a ritrovare quiete interiore e dove viene anche bene dedicarsi ad EFT!!!).

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