immagine gentilmente concessa da Sara Stradi: http://www.lospazioblu.it/lang/It/main.html
Molto spesso, quando ci rivolgiamo ad un coach o ad un counsellor, decidiamo
di apprendere una tecnica di auto aiuto, energetica o meno, oppure iniziamo un
percorso di crescita personale lo facciamo perché desideriamo che avvenga un
cambiamento nella nostra vita.
Facciamo corsi, impariamo nuove cose, cambiamo le nostre prospettive,
arricchiamo la nostra consapevolezza, mutiamo la visione del mondo e poi,
nonostante tanti sforzi, ci sono aree della nostra vita in cui magari il
cambiamento arriva liscio liscio e altre in cui pare non giungere mai…
Certi giorni riusciamo ad essere ottimisti, certi altri facciamo finta di
nulla, altri ancora lo invochiamo come un assetato nel deserto invocherebbe
l’acqua, altri siamo proprio fiduciosi che proprio l’ultimo passo sia stato
quello buono… però a volte, magari in certi ambiti determinati, piuttosto
che in altri, ci pare che un cambiamento non debba avvenire mai e finiamo per
sentirci come se un particolare evento - lezione si dovesse ripresentare ancora
e ancora, uguale nella sua essenza a tanti altri prima, come in una lunga serie
di fotocopie, mentre noi ci troviamo a dire “di nuovo???!???!”
Facendo corsi e trattando tante persone mi sono trovata spesso di fronte a
situazioni del genere…
Persone che hanno fatto magari tantissimi passi per migliorare se stessi e
la propria condizione di vita a volte ammettono “però quella cosa lì, quella in
particolare, mica cambia, uhm, e invece come vorrei che cambiasse!”
Qualche giorno fa stavo conducendo un seminario su EFT e le fiabe, e la
fiaba scelta era “La donna scheletro”,
tratta dal libro di Clarissa Pinkola Estés “Donne
che corrono coi lupi”.
Quella storia parla dell’amore, della vita, della morte, della paura e del
coraggio e del cambiamento…
Affrontare il cambiamento ha quasi sempre a che fare con l’affrontare la
paura della “morte”.
La morte delle proprie illusioni, delle proprie abitudini, degli schemi con
cui ci siamo abituati a interpretare il mondo e che spesso utilizziamo con
tanto “orgoglio” perché definiscono ciò che siamo.
Molto spesso non riuscire a ottenere un cambiamento nella nostra vita ha a
che fare con una serie di fattori che in qualche caso, ad una prima analisi, ci
sfuggono o non teniamo nel debito conto…
Prima di tutto, a mio avviso, cambiare ha a che fare con COSA PENSIAMO DI
NOI STESSI, CHI PENSIAMO DI ESSERE.
Magari siamo persone con tutto il potenziale per essere uomini o donne
perfettamente realizzate nel lavoro, negli affari, nei rapporti sociali, ma per
qualche ragione abbiamo dentro di noi qualcosa che ci limita… per parafrasare
una mia collega “abbiamo tutta una serie di strutture e sovra strutture dentro di
noi, che magari in un certo momento ci sono state utili, per ottenere qualcosa,
o per evitare qualcosa d’altro, ma che poi ci limitano, perché le facciamo
nostre a tal punto che non pensiamo di poterci spingere più in là.” Che si
desideri chiamarli “zona comoda”, convinzioni limitanti, limiti, schemi,
retaggi, o in qualunque altro modo, spesso siamo così “affezionati” ai nostri
“indici” che difficilmente ce ne liberiamo.
Questo avviene perché tutto ciò che abbiamo messo insieme, a livello di
convinzioni, ma anche di semplici informazioni, nel corso degli anni che
abbiamo vissuto, hanno finito per definire, prima ancora che il mondo esterno,
CHI SIAMO NOI, o meglio, CHI PENSIAMO DI ESSERE…
Una mia corsista, dopo una serie di picchettamenti, mi ha detto: “Ma sai che
è vero. IO SONO ALLERGICA. Ogni primavera io comincio ad avere i sintomi
dell’allergia e le persone mi stanno tutte intorno per chiedermi: “Ma come
stai? Ma come và? Trovato qualche rimedio….??” E io beneficio delle loro
attenzioni, che se non fossi allergica non so se attirerei”.
Un’altra considerazione che mi sorge spontanea è che spesso, come ha ben
scritto Neale Donald Walsh nel suo libro “Quando tutto cambia, cambia tutto”,
moltissime persone, vorrei dire la maggior parte, considera fondamentalmente il
cambiamento come negativo, perché per una infinita serie di motivi non
riescono più a percepire che il cambiamento è il principio fondamentale della
vita…
Il succedersi delle stagioni; del giorno e della notte; il passare dalla
fase embrionale a quella fetale, e poi all’essere bambino, adolescente, adulto,
anziano; il fatto che prima siamo figli e poi faremo figli a nostra volta; il
fatto che proveniamo da una famiglia ma poi ne formiamo una nuova, fosse anche
composta solo da noi stessi; il fatto che ogni pianta prima di essere in grado
di fare frutti deve essere arrivata da un seme… ecc… ecc….. tutto nella vita ci
mette di fronte al CAMBIAMENTO…
Noi però, spesso, ci attacchiamo, ci leghiamo, ci “intestardiamo” su
qualcosa, pensiamo di poter conservare delle condizioni come immutabili, ci
attacchiamo ad una persona, ad una attività, ad una relazione, ad un hobby e
qualcuno arriva a dire “questo è tutto ciò che ho nella vita e guai a chi me lo
toglie”.
La verità è che spesso non crediamo che un cambiamento possa portare
qualcosa di buono…ABBIAMO PAURA e così, quando qualcosa non funziona, piuttosto
che cambiare, preferiamo investire ogni nostra forza per cercare di mantenere
lo stato delle cose ad ogni costo, magari ricorrendo a “soluzioni estreme” come
“fare di più di qualcosa”, (ad esempio se un fidanzamento non và spesso si
pensa che sposandosi le cose miglioreranno J), oppure ci viene
l’idea di tornare ad una condizione precedente, perché almeno la conosciamo
(magari proviamo un nuovo lavoro, non funziona, allora torniamo a fare un
lavoro che non amiamo ma che ci da sicurezza, piuttosto che provare a metterci
in gioco con una attività ancora diversa).
Leggendo “La donna scheletro”,
il concetto della morte, della ciclicità della vita, del cambiamento sono
emersi davvero in maniera forte..
La Estés scrive che “Ci hanno insegnato che la morte è sempre seguita ancora
dalla morte. Non è così: la morte tiene sempre in incubazione una nuova vita,
anche quando la propria esistenza è arrivata all’osso.”
Ecco allora che mi permetto di prelevare, in qualche caso lievemente
modificate, alcune domande presenti nel commento alla storia, e vi suggerisco
di porvele, quando siete in una fase in cui desiderate fortemente un
cambiamento, ma il cambiamento tarda ad arrivare…utilizzando SET come supporto.
Prendete carta e penna per appuntare tutto quello che emergerà.
Cercate un luogo in cui potete stare tranquilli e ritagliatevi almeno un’ora
di tempo…
Iniziate a picchiettare e chiedetevi:
A CHE COSA DEVO DARE PIU’ MORTE OGGI, PER GENERARE PIU’ VITA?
CHE COSA SO CHE DOVREBBE MORIRE MA ESITO A PERMETTERLO?
CHE COSA DEVE MORIRE IN ME PERCHE’ POSSA CAMBIARE (questa situazione –
circostanza – dinamica possa cambiare)?
CHE COSA DOVREBBE MORIRE OGGI?
CHE COSA DOVREBBE VIVERE?
A QUALE VITA TEMO DI DARE LA NASCITA?
E SE NON ORA, QUANDO??
Ovviamente poi potete (e io lo consiglio vivamente) fare EFT su ogni cosa
che è emersa, partendo da quella che per voi sembra più importante, o che ha
comunque più carica in una scala di valutazione da 0 a 10.
Buona consapevolezza, buona picchettamento, e buon cambiamento a tutti.
venerdì 28 marzo 2014
martedì 25 marzo 2014
EFT E WILD OAT: quando si è incerti sulla strada da intraprendere nella vita.
Introduzione
Per chi ha poca dimestichezza con EFT e con i FIORI DI BACH
rimando alle apposite sezioni di questo stesso blog, dove potrete trovare degli
articoli introduttivi, utili per un primo incontro con entrambe queste
straordinarie risorse.
Per chi sta visitando per la prima volta EFT-VENETO, questo
che state leggendo fa parte di una serie di articoli che hanno l’intento di
suggerire come si possano combinare l’uso di EFT con l’assunzione dei Fiori di
Bach.
Per comodità espositiva e per non generare confusione viene
trattato un singolo fiore alla volta
Buona lettura e Buon picchiettamento.
WILD OAT– stato d’animo negativo
Wild Oat, è il fiore che possiamo assumere ogni volta che
non riusciamo a focalizzare il nostro obiettivo, la nostra meta, quello che
vogliamo dalla vita e finiamo spesso per diventare incostanti, sempre alla
ricerca di qualcosa che ci dia di più.
La persona Wild Oat ha spesso grandi potenzialità, creatività
ed entusiasmo. Di frequente è un soggetto pieno di vita, capace, riesce molto
bene in tutto ciò che intraprende, tuttavia può sentirsi anche molto frustrato
e insoddisfatto perché non arriva a identificare il proprio scopo. La persona
in uno stato Wild Oat negativo difficilmente riesce a dedicarsi a qualcosa in
modo approfondito e sovente è poco stabile, nelle attività, nel lavoro, anche
nella vita affettiva.
E’ sempre alla ricerca.
WILD OAT – stato d’animo trasformato
Wild Oat ci aiuta a trovare la nostra vera vocazione, senza
disperdere energie in progetti vari e troppo diversi. Questo fiore dona la
capacità di agire con continuità, di andare fino in fondo, di focalizzare ciò
che si desidera veramente e di realizzare tutte le azioni necessarie per
raggiungere i propri obiettivi.
Wild Oat ci aiuta a comprendere chi vogliamo essere.
WILD OAT ed EFT
Ecco alcuni giri da sperimentare nel caso che vi
riconosciate nella descrizione data poco più sopra, o che stiate già assumendo WILD
OAT
PER CHI E’ INCAPACE DI CAPIRE COSA VUOLE REALIZZARE
Punto karate: Anche se non so proprio cosa voglio fare nella
vita, almeno so cosa non voglio fare
Sopra la testa: non ho un progetto preciso
Sopracciglio: a volte mi sento insoddisfatto e incerto
Lato dell’occhio: è come se fossi incapace di realizzare ciò
che vorrei
Sotto l’occhio: ma in realtà mica lo so cosa voglio
Sotto il naso: mi sento frustrato
Sotto il labbro: non so cosa voglio realizzare in questa
vita
Clavicole: ma non trovo la mia vocazione
Sotto ascella: è come se là fuori ci fosse la cosa perfetta
per me
Sotto seno: ma io non riesco a trovarla
Picchiettare quindi tutti i punti sulle dita.
Facendo abbondante tapping provare a farsi questa domanda:
Chi voglio essere?
Osservate cosa emerge.
PER CHI DISPERDE ENERGIE IN PROGETTI TROPPO DIVERSI.
Punto karate: Sono attratta da molte strade diverse…
Sopra la testa: ma forse non so ancora cosa fare da grande
Sopracciglio: mi entusiasmo facilmente
Lato dell’occhio: ma poi è come se perdessi di interesse
Sotto l’occhio: se quello che ho cominciato non fosse così
importante
Sotto il naso: è che non so, mi accendo facilmente, ma poi
non mi sembra di trovare la “cosa speciale” che cerco
Sotto il labbro: faccio molte cose
Clavicole: ma è come se mi mancasse la risposta
Sotto ascella: vorrei provare tutto
Sotto seno: così potrei trovare ciò che merita le mie
energie
Picchiettare quindi tutti i punti sulle dita.
Etichette:
dispersione,
EFT,
EFT VENETO,
emozioni,
entusiasmo,
fiori di bach,
focalizzare l'obiettivo,
insoddisfazione,
realizzare,
ricerca,
scopo,
troppi progetti
venerdì 21 marzo 2014
EFT E LE FACCENDE DI CASA...
In qualche modo, in passato, odiavo le faccende di casa....
Non perchè mi fossero particolarmente pesanti, ma perchè ho spesso pensato che
il tempo che mi serviva per farle finisse per diventare tempo perso, che
avrei potuto dedicare ad altri
interessi, ad uscire, a fare le cose che preferivo.
Da quando ho cominciato a sentire parlare di presenza
mentale, però, ho dovuto riconsiderare anche le faccende domestiche, perchè la
verità è che non vorrei mai cominciarle, però quando le inizio mi aiutano così
tanto a restare presente, che finisco
per entrare in una specie di stato meditativo.
Questo, dopotutto, dimostra che ci possono essere molti vantaggi nel fare le faccende, anche alcuni che non daremmo affatto per scontati.
Ma immaginando che anche a voi, uomini e donne, capiti di ritrovarsi con le faccende da fare e la voglia pari a zero ho pensato a qualche giro di eft, anche un pochino “provocativa”...
In effetti, però, i motivi per cui non ci piace o non desideriamo fare i lavori di casa possono essere i più svariati...ognuno di noi ha infatti una propria esperienza assolutamente personale e particolarissima.
Nonostante io non abbia, in questa sede, la pretesa di toccare ogni singolo caso, spero che queste frasi potranno servirvi da spunto per farvi quattro sane risate quando guardate la pila di piatti “casualmente”accumulata sul lavello, o state per essere assaliti da gatti di polvere molto più grandi dei vostri veri amici animali.... e poter curare la vostra casa con più gioia nel cuore...
Anche se odio le faccende domestiche mi amo e mi accetto
così come sono... e mi apro alla possibilità di amare anche le faccende....
Fare le faccende di casa mi permette di vivere nell’ordine e nella pulizia...
Da domani cerco di sporcare il meno possibile e obbligo anche gli altri familiari a farlo...
Ho deciso, compro i pattini (copriscarpe) per tutti e metto la carta di alluminio intorno alle zampe del cane e del gatto....
A proposito di gatto, forse dovrei rasargli tutti i peli così non li troverei ovunque...
Anche se quando vedo la pila di roba da stirare mi sento svenire, mi amo e mi accetto...
Anche se ogni volta che decido di pulire e finisco dopo ore di fatica e proprio mentre contemplo il lavoro finito entra mio marito con l’intera squadra di hokey sul prato (con ancora pezzi di prato attaccati) per una cena a sorpresa (la sorpresa è solo mia) mi amo e mi accetto e evito di mettere loro il sale nel caffè..
Anche se quando pulisco a volte parto dall’alto dei mobili, ma solo dopo aver finito mi accorgo di avere sopra la testa un condominio di ragnatele...
Anche se siccome rispetto i ragni il condominio di ragnatele mi sa che non lo tolgo neanche più....
Anche se quando comincio a pulire ci sono luoghi della casa che spuntano pieni di sporco che io non sapevo nemmeno ci fossero, forse ho una casa stregata, mi amo e mi accetto così come sono...
Anche se non capisco come può essere che appena pulito il bagno che ci si può specchiare arriva qualcuno e dopo un momento sembra di nuovo sporco, mi amo e mi accetto e mi apro alla possibilità che certi misteri della vita siano insondabili...
Anche se spesso mi sento una casalinga disperata....
Anche se mi mortifico perchè mia mamma mi ripete sempre che una volta si, le donne pensavano alla casa, e invece io oltre a perdere i calzini in lavatrice perdo anche i cucchiai in lavastoviglie....
Anche se non me ne frega nulla delle faccende di casa e penso che a volte potrei diventare un accumulatrice seriale di sporco....
Anche se in parte provo rabbia perchè sembra che le faccende domestiche siano “lavoro sporco” solo femminile e quando c’è da farle tutti gli altri membri della famiglia scompaiono come Hudini...
Anche se a volte nella mia cucina sembra che sia esplosa una bomba, accidenti a me e a quella volta che ho rifiutato la lavastoviglie....
Anche se mi servirebbe il genio della lampada per fare tutto e bene....
Anche se ho deciso, faccio finta di non vedere fino a sabato prossimo, spero di avere un umore migliore....
Anche se mi cerco un sacco di scuse per non pulire e poi mi trovo con la casa che sembra un terreno di guerra.... mi apro alla possibilità di fare un pochino per volta, forse sarebbe anche tutto più leggero...
Ma a parte l’eft, cosa possiamo fare per risolvere al meglio
le pulizie di casa?
Io personalmente ho trovato un mio metodo, ma penso che ognuno dovrebbe trovare il proprio.
Nel mio caso (e salvo occasioni particolari) cerco di tenere sempre molto ordine. L’ordine infatti mi permette di pulire con più rapidità.
Quando cucino, dato che non ho la lavastoviglie, pulisco un
pò per volta, tipo nei tempi morti... Mentre aspetto che si scaldi il forno per
esempio riesco a pulire tutti gli accessori usati per impastare e fare la
torta.
Avendo poco spazio e poco tempo cucino verdure in quantità,
uso ovviamente le pentole più grandi, ma
poi metto il cibo in dei contenitori per portarlo in tavola, così è più bello e
anche se all’apparenza sembra di sporcare il doppio non è così, perchè le
pentole le lavo subito, mentre il contenitore con la parte che avanza per la sera o il
giorno dopo, appena il cibo è freddo va riposto in frigo.
Quando tiro su i panni li divido già per tipologia e misura.
Le magliette della mia bambina ci metto un attimo a stirarle e se sono tutte
insieme è ancora più facile, le cose lunghe da stirare o le faccio subito (così
mi tolgo il pensiero) o alla fine, se il mio obiettivo è far scendere la pila
in fretta e poi concentrarmi su quelle.
Questi sono solo alcuni dei miei esempi.
Anche se non sembra pulire può essere un gioco..... da fare con i bimbi per esempio, ovviamente lasciando che loro facciano qualcosa alla propria portata.
Oppure può essere un momento di meditazione.....
La prossima volta, per esempio, cercate di pulire pensando
solo ed esclusivamente a quello che state facendo: Ecco adesso prendo lo
straccio, pulisco questo mobile, ecc... osservate la polvere, come si forma,
dove si concentra di più, osservate e contate le ragnatele... (se possibile, in
casa mia non lo sarebbe, sono troppe ihihihih).... osservate come le macchie
vengono via al passare lo straccio o il mocio...
E’ possibile anche sfruttare le pulizie in maniera terapeutica......
Una cliente una volta mi ha detto che era arcistufa di
sentire la suocera criticarla. Il giorno dopo doveva giusto arrivare a casa sua
per il pranzo della domenica e lei, che doveva pulire tutta la casa per fare
bella figura, si sentiva molto angosciata...
Le ho suggerito di immaginare che la bocca della suocera
fosse un forno, e di doverlo pulire da tutte le cose brutte che le aveva detto
fino ad allora... Dopo qualche ora il forno splendeva... Poi ci siamo divertite
a pensare che forse anche il wc si prestava alla faccenda... Il giorno dopo la
mia cliente ha chiamato, dicendomi soddisfatta “con tutte le volte che ho ripetuto
–adesso ti pulisco io quella “wc” di bocca che hai – adesso nel mio bagno ci
posso mangiare”.
Certo questo suggerimento non aveva assolutamente l’intento di criticare la suocera, bensì di aiutare una persona che si sentiva schiacciata dalla paura del giudizio a trovare un proprio “rituale” per fare passare l’ansia...
Ovviamente, se decidete di usarlo anche voi, non raccontatelo alla suocera.......
Etichette:
casalinga disperata,
casalinghe disperate,
EFT,
faccende di casa,
faccende domestiche,
fatica,
meditazione,
pulizie e gioco,
pulizie e ordine,
pulizie meditative,
pulizie terapeutiche,
suocera
giovedì 20 marzo 2014
AL VIA IL 31 MARZO L'E.F.T. WEB CAMP 2014
Ecco la nuova eccezionale avventura dell'E.F.T. WEB CAMP 2014.
Saremo in 22.... esperti di E.F.T. e di varie altre discipline....
e tratteremo temi interessantissimi.....
ECCO IL LINK PER IL PROGRAMMA BREVE:
http://eftwebcamp.files.wordpress.com/2014/03/programma-breve-eftwebcamp-20141.pdf
ECCO IL LINK PER IL PROGRAMMA COMPLETO:
http://eftwebcamp.files.wordpress.com/2012/09/programma-completo-eftwebcamp-20142.pdf
ecco un piccolo anticipo del mio prossimo intervento al CAMP:
EFT PER CASALINGHE DISPERATE.......
Il mio titolo di quest’anno è liberamente e ironicamente ispirato ad una celebre serie americana di qualche anno fa.... In realtà io di “casalinghe” disperate ne conosco poche.... Conosco donne che non hanno una sola etichetta e che tuttavia hanno il ruolo di madre,moglie, lavoratrice di o in-dipendente, casalinga, amica, amante, consigliera, figlia, sorella, insegnante, studentessa, sorella di sangue e
a volte anche d’anima, per non citarne che alcuni...
Ovviamente lo stesso discorso si può declinare al maschile.....
Spesso
questi ruoli li viviamo tutti insieme contemporaneamente, in una vita
frenetica, e magari facciamo fatica a lasciarne uno per prenderne
un altro quando dovremmo.... qualche volta può capitare per esempio di
chiamare il pediatra al posto del veterinario, di entrare
al lavoro di corsa con i calzini dei figli appesi alla borsa... di
portare fuori il cane, dare da bere al prato, asciugarsi i capelli
all’aria e nello stesso lasso di tempo ripassare mentalmente i compiti delle prossime 12 ore....
Nel
mio ruolo di Coach energetica provocativa vi voglio mostrare che fra la
“disperazione” di certi momenti in cui crediamo di dover essere
delle wonder woman moderne per riuscire a far tutto e ci sforziamo a
testa bassa come i muli e la diversa “disperazione” di altri istanti
in cui ci sentiamo un fallimento perché non riusciamo a far bene nulla,
esiste una TERRA DI MEZZO, che l’EFT e altre tecniche energetiche vi possono aiutare a scoprire... quella in cui il tragico diventa comico...
Per
questo vi invito al mio webinar, e a leggere il mio report.... Vivremo
insieme la giornata tragicomica di una ipotetica “casalinga disperata”
moderna e scopriremo come EFT e SET ci possano far vedere tutto con un
sorriso, per affrontare la vita più allineati a chi veramente siamo, indipendentemente dall’etichetta che ci hanno o ci siamo date/i....
Vi aspetto all’EFTWEBCAMP 2014.
Con AMORE, Virna
Vi aspetto all’EFTWEBCAMP 2014.
Con AMORE, Virna
martedì 18 marzo 2014
EFT E WHITE CHESTNUT: per le continue preoccupazioni e il continuo lavorio mentale.
Introduzione
Per chi ha poca dimestichezza con EFT e con i FIORI DI BACH
rimando alle apposite sezioni di questo stesso blog, dove potrete trovare degli
articoli introduttivi, utili per un primo incontro con entrambe queste
straordinarie risorse.
Per chi sta visitando per la prima volta EFT-VENETO, questo
che state leggendo fa parte di una serie di articoli che hanno l’intento di
suggerire come si possano combinare l’uso di EFT con l’assunzione dei Fiori di
Bach.
Per comodità espositiva e per non generare confusione viene
trattato un singolo fiore alla volta
Buona lettura e Buon picchiettamento.
WHITE CHESTNUT – stato d’animo negativo
Le persone che necessitano di White Chestnut sono
costantemente assillate dai loro pensieri, tanto da raggiungere un livello di
stress a volte insopportabile, e soffrire di sintomi quali scarsa
concentranzione, insonnia, incubi, cefalee, stanchezza. Quando incontrate
qualcuno che vi dice frasi come “Non riesco a smettere di pensarci”, “Farei
volentieri a meno di tutti questi pensieri”, “Con tutti i pensieri che ho non
riesco a dormire”, quella persona ha sicuramente da beneficiare dell’aiuto di
questo rimedio. Quando si è in questo stato negativo la mente si comporta come
un frullatore impazzito, e frulla e rifrulla gli stessi pensieri togliendo
energia alla persona, che manca di lucidità e di contatto con l’aspetto
emotivo, perchè tutta presa nel proprio piano mentale.
WHITE CHESTNUT – stato d’animo trasformato
La grande qualità di White Chestnut è la forza mentale. Se
la nostra mente è in equilibrio possiamo usarla con lucidità, prontezza e
concentrazione per trovare le risorse, le soluzioni, le idee più adeguate per
noi. Il rimedio aiuta chi lo assume a ritrovare il controllo dei propri
pensieri per poterli incanalare verso le manifestazioni che più lo aggradano.
WHITE CHESTNUT ed EFT
Ecco alcuni giri da sperimentare nel caso che vi
riconosciate nella descrizione data poco più sopra, o che stiate già assumendo WHITE
CHESTNUT
QUANDO NON SI RIESCE A FERMARE IL FLUSSO DEI PENSIERI
Punto karate: anche se non riesco a staccare con la testa,
ho troppi pensieri, mi amo e mi accetto completamente e mi apro alla
possibilità di amare anche quei pensieri e lasciarli andare...
Sopra la testa: è come se in testa avessi un frullatore
Sopracciglio: i pensieri girano e girano
Lato dell’occhio: non riesco a fermarli nemmeno di notte
Sotto l’occhio: farei di tutto per fermare questi
pensieri...
Sotto il naso: ma non riesco
Sotto il labbro: quanti pensieri
Clavicole: non ho proprio il controllo dei miei pensieri
Sotto ascella: farei di tutto per spegnerli
Sotto seno: penso troppo
Continuate a picchiettare i punti sulle dita. Concentratevi
sui vostri pensieri. Lasciateli scorrere cercando di non identificarvi con
loro. Lasciate semplicemente che passino. Se vi aiuta ragionare per immagini
potete focalizzare i pensieri come foglie che si staccano dai rami degli alberi
e volano via.
QUANDO ABBIAMO ASSISTITO AD UNA BRUTTA SCENA (TIPO UN
INCIDENTE – MA ANCHE UNA SCENA IN TV IN UN TELEGIORNALE O IN UN FILM) E
CONTINUIAMO A PENSARCI
Punto karate: Non faccio altro che rivedere la scena di
quell’incidente
Sopra la testa: mi capita sia di giorno che di notte
Sopracciglio: la rivedo cento e cento volte
Lato dell’occhio: come fosse oggi
Sotto l’occhio: non riesco a non pensarci
Sotto il naso: mi torna sempre in mente
Sotto il labbro: rivedo sempre la stessa scena
Clavicole: mi turba il sonno
Sotto ascella: la testa è così piena di quella scena che mi
fa male
Sotto seno: la rivedo in continuazione
Picchiettare quindi tutti i punti sulle dita. Rintracciare
la scena nel nostro spazio personale.
Picchiettare e ripetere:
Anche se nel mio spazio di percezione è ancora presente la
rappresentazione congelata di quella scena X, ed io continuo a reagire ad essa,
recupero tutta l’energia che ho utilizzato per costruirla e mantenerla e la
riporto nel mio centro.
Fare molti respiri profondi continuando a respirare e se emergono
altri aspetti della scena ripetere la frase appena detta calibrandola su quanto
emerso.
Etichette:
EFT,
eft e floriterapia,
EFT VENETO,
fiori di bach,
frullatore nel cervello,
mancanza di lucidità,
pensieri,
SET,
tapping,
troppi pensieri.,
white chestnut
Iscriviti a:
Post (Atom)