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Lo so, ho scelto un titolo strano per questo
articolo, ma ancora penso, in questi giorni, alla morte di uno dei miei attori
preferiti, Robin Williams.
A parte che io sono cresciuta davanti alla tv, e
Mork e Mindy era uno dei miei telefilm preferiti, i personaggi cui ha dato il
volto questo attore mi sono rimasti dentro, come a molti di quelli che leggono,
per i più svariati motivi.
Ma alla luce dei fatti l’abito non faceva il
monaco..... o per meglio dire, è come se quei personaggi fossero rimasti, per usare
una metafora, “in cerca di un autore”, nel senso che pur essendo vivi
sullo schermo, non erano “vivi” nella persona che forniva loro carne, ossa e
movimento.
Dove voglio andare a parare?
Mi spiego meglio.
La morte di Robin Williams (che mi ha rattristata ma
sulla quale non è mia intenzione dare giudizi) mi ha spinto ad una riflessione
un pochino più larga, una riflessione sulla differenza fra ciò che siamo e come
ci mostriamo.
Ovviamente lui faceva l’attore, quindi recitava
delle parti, mentre nella sua vita con molte di queste parti non aveva nulla
in comune, ma anche tutti noi, ogni giorno, recitiamo delle parti, che non
hanno nulla a che vedere con ciò che siamo davvero.
Perchè?
Beh per i motivi più svariati: per non deludere
qualcuno, per non essere esclusi, per non uscire dal coro, per far contento il
partner, per crearci una posizione sociale, per avere vantaggi economici, per
conquistare il principe azzurro, per avere un lavoro, per non perdere una
posizione acquisita, perchè i nostri cari ci dicono come ci vorrebbero, per
colmare un vuoto affettivo, per non rischiare di essere allontanati da un
gruppo, per entrare in un gruppo, per quieto vivere, perchè così fan tutti,
perchè si fa così e non so fare diversamente, per soddisfare i desideri dei
nostri genitori...... e chi più ne ha più ne metta.....
Ma tutti questi motivi possono essere riassunti
sotto un unica voce: PAURA DI ESSERE RIFIUTATI.
Spesso, nel nostro intimo, c’è l’idea che se ci
mostrassimo davvero come siamo, se osassimo essere diversi, se non
soddisfacessimo le altrui aspettative, se imparassimo a dire di no quando
vogliamo dirlo, saremmo rifiutati... e questo ci fa smettere di essere
autentici.
Forse potrà non sembrarvi così ovvio, ma nella
logica delle cose se dobbiamo scegliere fra essere noi stessi e essere
accettati è la seconda scelta che prevale, nella maggior parte dei casi...
soprattutto quando la nostra esperienza ci ha privato della possibilità di
crearci solide basi di autostima e fiducia in noi stessi.
Vi pare strano? Eppure, se andiamo indietro con la
memoria, quanto spesso ci siamo trovati in situazioni in cui qualcuno ci ha
eleargito gratuitamente consigli su come pensava che saremmo dovuti essere, o
che ci saremmo dovuti comportare, dietro a motivi ovvi come “perchè si fa così
e basta”????
Molte volte, dopo le prime fasi di contrasto, come
mi è capitato di scrivere di recente in un articolo sul libro “I quattro
accordi”, di Don Miguel Ruiz, ci conformiamo, adottiamo l’opinione degli altri,
diamo vita ad un “giudice interiore” (che poi altro non è che il prodotto di
energia congelata) e ci mettiamo a recitare una parte, per essere accettati,
amati, accolti...
A costo della nostra stessa sopravvivenza.
Si perchè a lungo andare non essere se stessi
rischia di provocarci danni irreversibili, sul piano emotivo, mentale, ma anche
fisico.
La buona notizia?
La buona notizia dopo tutto è che non perdiamo mai,
e dico mai, la nostra bussola, il contatto con l’Essenza, la nostra intuizione
più profonda. Possiamo mettere a tacere quella voce che ci indica la via, sotto
mari di mondi congelati, schemi di comportamento, paure, reazioni, modelli
abituali e non funzionali, ma lei parla sempre.... E possiamo sempre impegnarci
per permetterle di parlare a volume più forte.
La prima cosa da fare è comiciare ad osservarvi.
Potete farlo mentre stimolate il vostro sistema
energetico facendo SET.
Portate attenzione a come agite e reagite nella
vostra quotidianità, come foste uno spettatore al cinema.
Questo semplice esercizio vi darà il potere di
osservare i vostri schemi di comportamento e prendere contatto con essi.
A questo punto, durante l’osservazione, sarà
possibile iniziare a chiedervi se state facendo una cosa perchè davvero lo
volete o no.
Nel caso la risposta fosse NO, potete allora
domandarvi (sempre facendo SET) “a chi o
a che cosa sto reagendo?”
Tutto ciò che emerge può essere oggetto di
abbondante picchiettamento...
Se questo articolo vi ha colpito, vi suggerisco
alcune frasi che potete utilizzare come base di
partenza...
Anche se per non deludere i miei familiari finisco
per fare sempre ciò che vogliono loro mi amo e mi accetto anche se mi comporto
così...
Anche se non mi piace l’idea di essere esclusa, mi
fa venire l’ansia, preferisco non dire la mia....
Anche se per non uscire dal coro finisco per non
esprimere chi sono veramente...
Anche se per far contento mio marito (moglie) evito
di esprimere la mia opinione e i miei desideri...
Anche se pur di guadagnarmi da vivere accetto di fare
un lavoro che mi fa schifo..
Anche se per conquistare l’uomo che mi piace cerco
di fare tutto quello che vuole lui...
Anche se, pur di avere questo lavoro sto sempre
zitta, anche se non mi piace come mi chiedono di comportarmi
Anche se per quieto vivere evito di essere me
stessa...
Anche se non so nemmeno come si fa ad ascoltare se
stessi, sono così abituata a soddisfare i desideri degli altri che non so
ascoltarmi......
Anche se ho una gran paura di essere lasciata, se
mi mostro per quello che sono.....
Anche se dentro di me c’è la convinzione che, se
mostro quanto sono vulnerabile, cosa penseranno gli altri.....
Anche se quando hanno distribuito l’autostima credo
di essere stata in bagno....
Anche se non so proprio cosa voglio...
Anche se non so nemmeno io chi sono....
Grazie per seguire questo blog e per avere letto
questo articolo; se pensi che possa essere utile per qualcuno che conosci
condividilo pure liberamente e se ti và fammi sapere la tua opinione...
Buona vita.
Virna