"Storia di una strega che pensava troppo e del principe che le insegnò una magia"
Anche se per quest'anno mi ero ripromessa di non lavorare più mi è capitato fra le mani un vecchio articolo....
Viste alcune scenette, che ho vissuto, e cui ho assistito in questi giorni, lo condivido di nuovo....
Con tanti tanti auguri per vivere un Natale "sentito".
Quello di cui mi sono resa conto durante queste feste è che molto spesso, nelle occasioni "ufficiali", diventiamo nostro malgrado degli esperti equilibristi.
In questo periodo dell'anno, un pò per abitudine, un pò per quieto vivere, un pò per non rendere infelici gli altri, ci troviamo sommersi di impegni e obblighi che non sempre vorremmo. Compriamo regali, organizziamo eventi, ritrovi e facciamo telefonate di auguri che spesso non sentiamo nostri. Agiamo come posseduti e in preda alla paura del giudizio. Perchè non sarebbe carino non andare a cena dalla tale zia, a pranzo dalla suocera, o a fare gli auguri al capo ufficio, o non mangiare la terza fetta di dolce fatta con tanta fatica dalla nonna, o non bere il quarto caffè alla quarta casa di parenti che si gira il giorno di Natale, anche se proprio non sono cose sentite.
Allora cosa succede?
Succede che così impegnati a fare contenti gli altri e mantenere le apparenze ci dimentichiamo ancora più profondamente di noi e magari, invece che momenti sereni, ci troviamo a vivere momenti di grande tensione, spesso indotti dalle nostre reazioni a comportamenti di persone a volte molto vicine.
I periodi di festa, infatti, se non siamo consapevoli di noi, di chi siamo e di cosa vogliamo, finiscono spesso per assumere le caratteristiche di una "carneficina", in cui si risvegliano vecchi dolori e si attivano nuove paure, perchè non stiamo vivendo il presente, bensì momenti passati o futuri immaginari che non esistono più, o non esistono ancora, ma che alimentiamo nella nostra mente e manteniamo energeticamente in vita, congelati, con la "nostra" energia.
Quando la mamma tira fuori le foto dei nonni dopo il pranzo di Natale, e si ricorda del patimento da loro vissuto durante la Guerra, arrivando alle lacrime, non è più lì con noi, ma bloccata in una introiezione probabilmente acquisita da bambina, di eventi vissuti dalle figure adulte di riferimento le venivano raccontati ad ogni festività. Quando nostra sorella maggiore ci dice che si è morsicata la lingua per non parlare di fronte alla critica di una parente invadente anche lei non è presente a se stessa, ma preda della paura di cosa avrebbero detto gli altri se avesse reagito. Quando qualcuno che amiamo ci guarda con gli occhi velati di pianto e ci dice che ancora sente il dolore per la perdita di una persona cara avvenuta anni prima, ci rendiamo conto che una parte di lui/lei sta effettivamente ancora vivendo nel momento di quella perdita, percepita come troppo traumatica.
Nessuna di queste emozioni/ stati d'animo è sbagliato.
Tutto ha un senso e tutto avviene in modo assolutamente perfetto, nel momento perfetto.
Ma allora perchè mi sento così male? Ci chiediamo....
Sintomi fisici o emozioni "negative" non sono nostri nemici, ma semplici segnali come la spia dell'olio accesa sul quadro dell'auto. Sintomi fisici ed emozioni all'apparenza negative si manifestano per avvisarci che ci sono tutta una serie di mondi congelati nel nostro spazio personale che influenzano il nostro sistema energetico e la nostra vita, perchè una parte di noi non è presente.
Se noi infatti viviamo nel presente, nel QUI e ORA della nostra esistenza, abbiamo a disposizione una cosa fondamentale: la LIBERTA' DI ESSERE NOI STESSI E DI AVERE REAZIONI ADEGUATE AL MOMENTO.
Se invece siamo persi nella tristezza per il passato o nell'ansia per il futuro, entriamo in uno stato di tensione che spesso ha come effetto immediato la rabbia contro noi stessi o contro gli altri e la rabbia ci rende "ciechi" perchè non riusciamo più a trovare soluzioni adeguate agli stimoli che ci arrivano di fronte.
Quando non viviamo nel presente perdiamo ogni possibilità di vedere, toccare, sentire la realtà e ci perdiamo nelle nostre elucubrazioni... che finiscono per diventare delle vere e proprie seghe mentali...
Come si arriva a questo?
Disconnettendoci da noi stessi e smettendo di percepire cosa è vitale per noi..
Come fare a modificare questo tipo di meccanismo per interromperne gli effetti negativi? Riappropriandoci di noi esercitandoci a vivere nel Qui e Ora, anche utilizzando degli strumenti che ci aiutino.
Prima di tutto sarebbe bene DEDICARE UN PO' DI TEMPO AL SILENZIO E ALLA PREGHIERA, non importa quale sia la nostra fede, l'importante è considerare, nel nostro pregare, di entrare in uno stato pari a quello che avremmo se i nostri desideri più profondi fossero già realizzati, affinchè il nostro stato interiore e il mondo esteriore possano entrare in comunicazione profonda.
Un'altra pratica che serve per riacquistare presenza nel Qui e Ora è la MEDITAZIONE, fatta come meditazione SILENZIOSA o come meditazione ATTIVA: a volte le persone riescono a meditare nello svolgere le attività che amano di più o anche certi semplici gesti quotidiani, come stirare o lavare i piatti o fare mezz'ora di bicicletta.
ESSERE GRATI, come ho scritto in un articolo precedente, focalizzare la nostra attenzione su tutto quello di buono che abbiamo, e anche sugli aspetti positivi di quello che pensiamo di non volere, consente di acquisire nuove posizioni percettive e modificare in modo importante il nostro atteggiamento verso il mondo.
Un'altra pratica che è opportuno mettere il atto è il PERDONO, inteso non nel senso di un atto concesso da una posizione di superiorità, bensì come perdono da dare e da ricevere come gesto sublime di riconciliazione con se stessi, con gli altri e verso un passato che non esiste più.
Infine possiamo utilizzare le TECNICHE ENERGETICHE come EFT, SET e LOGOSINTESI. Utilizzate per l'auto aiuto, ci consentono di riappropriarci di noi, gestendo in modo efficace stati emotivi che altrimenti ci causerebbero sofferenza inutile.
VI AUGURO NUOVAMENTE UN PERIODO FESTIVO ED UNA VITA ASSOLUTAMENTE STRAORDINARI E CONSAPEVOLI......
Con amore..
Vi