LA
BELLA ADDORMENTATA NEL SOGNO
L’uomo che non sente cosa è vitale e
mortale per sé è uno schiavo (cit.).
Durante
un seminario di qualche anno fa ci hanno mostrato uno spezzone di un bellissimo
film di Stallio e Ollio, nel quale il primo dice all’amico una delle frasi più
interessanti che io abbia mai sentito:
“Ma
che posso farci, stavo sognando che ero sveglio. Poi mi hai svegliato, allora
ho visto che dormivo.”.
Per
certi versi a molti di noi capita la stessa cosa quando “qualcosa ci sveglia” e
cominciamo a renderci conto che è possibile affermare che
NON
ESISTE UNA REALTÀ ASSOLUTA, bensì CIÒ CHE NOI PERCEPIAMO DELLA REALTÀ.
Non
sto dicendo che ci immaginiamo ciò che succede, bensì che ci può essere una
differenza anche molto grande fra un evento e come noi lo percepiamo.
Gli
eventi nella vita capitano e sono solitamente di due tipi:
EVENTI
MUTABILI NELLE CONSEGUENZE;
EVENTI
IMMUTABILI NELLE CONSEGUENZE.
Ma
non sono mai gli eventi a determinare la qualità della nostra vita, bensì come
NOI REAGIAMO agli stessi.
E
come noi reagiamo dipende dalla REALTÀ CHE PERCEPIAMO, e che si basa
generalmente sulle nostre esperienze precedenti.
Mi
spiego meglio:
La
realtà di un individuo è una realtà percepita e “disegnata”, proprio come una
mappa, sulla base delle sue esperienze.
Durante
tutto l’arco della nostra vita, ma ancora di più quando siamo piccoli, abbiamo
necessità di imparare ed i nostri sistemi ci forniscono come alleata preziosa
la possibilità di tenere in memoria un’esperienza per velocizzare la nostra
risposta futura ad una situazione simile.
Questo
è vitale e utile.
Pensate
a quando dovete attraversare una strada, o vi recate in un negozio per comprare
qualcosa da mangiare, oppure, se avete la patente, pensate a quando state
guidando.
In
tutte queste azioni ciò che abbiamo immagazzinato nella nostra memoria ci è di
grande aiuto, e ci permette scelte rapide ed efficaci (molte volte da esse
dipende proprio la nostra vita, perché ad esempio quando io vedo una bottiglia
di liquido con sopra un teschio so che non contiene aranciata, mentre quando
vedo un segnale di stop o un semaforo rosso mi fermo).
Allo
stesso modo, come abbiamo già visto, se io metto una mano sul fuoco e mi
brucio, ovviamente la prossima volta che sarò davanti ad un fuoco saprò come
comportarmi.
Ciò
che non è “vitale” è che qualche volta questo meccanismo si inceppa e tracce di
memoria diventano “catene” energetiche.
Quando
viviamo un’esperienza simile, ma anche quando ne viviamo una di completamente
nuova, il nostro cervello si mette a cercare nell’archivio dei ricordi qualcosa
che ci possa guidare nelle risposte.
I
problemi cominciano a nascere quando ripeschiamo nell’archivio memorie passate
collegate ad esperienze che non siamo riusciti ad elaborare o che abbiamo
vissute come “negative”.
Se
per esempio il mio fidanzato mi ha lasciato dicendomi tante bugie e tradendomi
potrebbe essere che io immagazzini l’idea che degli uomini non ci si può
fidare, e anche se questo ha uno scopo difensivo, difficilmente mi permetterà
di vivere bene altre storie.
Ma
a volte la faccenda si fa ancora più complessa.
Può
essere che in un giorno x una ragazza bionda e con vistosi orecchini sia
scortese con noi quando ci incontra. In situazioni di stress e ancora di più di
trauma i nostri sensi registrano tutto, anche quando la mente conscia, invece,
all’apparenza “dimentica”. Da quel momento, in maniera inconsapevole, può
succedere che associamo la maleducazione, il disagio o l’imbarazzo da noi
provato con le persone bionde, di sesso femminile e che portano vistosi
orecchini (esagero volutamente per farvi capire meglio). Magari fra qualche
anno entreremo in un’aula, il nostro primo giorno di università e scopriremo
che la professoressa è bionda e porta vistosi orecchini. Pur senza ricordare
l’evento di tanti anni prima può darsi che sentiremo un forte disagio ogni
volta che entreremo nell’aula e questo potrebbe anche arrivare a farci
compromettere i nostri risultati.
È
ciò che vogliamo? Certo che no! Ma accade ugualmente, quando scattano
meccanismi inconsci.
Non
c’è fantascienza in questo. Si tratta di una reazione automatica, meccanica che
il nostro corpo avvia in maniera associativa e che si manifesta come EMOZIONE.
FORTUNATAMENTE,
LE MIE REAZIONI EMOTIVE NON DIPENDONO DAGLI EVENTI.
MAI.
LA
REAZIONE EMOTIVA È UNA MIA SCELTA.
Se
io elaboro l’evento che mi è capitato, ad esempio con EFT, me ne resterà il
ricordo, ma sarò allo stesso tempo libero di affrontare ogni nuovo evento per
ciò che mi offre, nel presente, e non sulla base di memorie o fantasie
anticipatorie (proiezioni sul fatto che il futuro si svolgerà esattamente come
nel passato (che di per sé è abbastanza assurdo, dato che non esiste un momento
uguale ad un altro).
Vivere
ogni giorno come nuovo, conservando quello che è utile e lasciando quello che
ci impedisce di vivere liberi….questo è il mio suggerimento.
Ma
come faccio io a capire qualcosa di più sulle memorie che mi impediscono di
vivere libero/a?
COMINCIAMO
A COMPRENDERE MEGLIO COSA SONO LE EMOZIONI.
Tratto da CON EFT E SET NEL PAESE DELLA CONSAPEVOLEZZA.
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