domenica 22 maggio 2016

LUTTO PER UN ANIMALE e EFT

Quando tengo i corsi spiego sempre alle persone che la differenza nella nostra vita non la fanno gli eventi, bensì come noi decidiamo di reagire agli eventi.

Gli eventi possono essere solo di due tipi, quelli mutabili nelle loro conseguenze, e quelli immutabili.

La vita ci porta continuamente entrambi e spesso entrambi ci mettono alla prova.

Qualche mese fa ho vissuto l'impatto con un evento immutabile nelle sue conseguenze e voglio condividere con te alcune riflessioni a riguardo.




Uno dei miei amici pelosi, Angel, è tornato ad essere Essenza, dopo che un'auto lo aveva investito.

Mi sono subito accorta che in me era in atto un congelamento delle emozioni, dovuto ad uno schema antico. 
In automatico stavo per seguire la dinamica appresa dai miei genitori: morto un animale se ne prende subito un altro.

A volte è necessario fare una scelta d'imperio per rompere il circolo vizioso che lega l'azione alla compensazione. La scelta diviene possibile nel momento in cui abbiamo portato attenzione e presenza alle nostre emozioni/azioni/reazioni abbastanza a lungo da focalizzare "il minuto prima che....", ovvero l'istante in cui l'abitudine sta prendendo il sopravvento sul reale stato di necessità. 

Quando perdiamo una cosa, o perfino quando temiamo di perderla è abitudine consolidata per molti ricorrere ad un sostituto/compensazione che ci impedisca di sentire il dolore della perdita. Quando lasciamo che questa abitudine si ripeta ancora e ancora evitiamo però a noi stessi la grande lezione che può arrivare dal restare nella perdita, dall'accogliere la tristezza, gettando le basi per una sana elaborazione del "lutto" e allenando la nostra capacità di tolleranza alla frustrazione.

Se da piccoli nessuno ci ha educato all'elaborazione, alla tolleranza della perdita, del no, è sempre possibile cambiare abitudine, imparando a riprendere il contatto vitale con le nostre emozioni; scoprendo che non ci sono nemiche, bensì compagne; abituandoci all'idea che "stare" significa anche non scappare ogni qual volta qualcosa non è come vorremmo o non è andata come volevamo. 

Quando ci troviamo stretti nella morsa del "devo trovare un'altra -soluzione, giacca, compagna, strada, professione per sostituire quella che ho perso, e/o che non sembra come vorrei", ogni volta che ricorriamo a qualcosa di esterno che abbassi lo stress di ciò che abbiamo davanti, possiamo chiederci "sto agendo per amore, sto rispettando me stesso/a o sto solo cercando di non sentire qualcosa?"

E se la risposta è che stiamo cercando di mettere a tacere il nostro sentire il mio consiglio è FERMARSI e RESPIRARE.

Io ho deciso di fermarmi e consentirmi di sentire, provare, elaborare il lutto che sentivo nel cuore, per la apparente separazione da un grande amico (in realtà sono convinta che sia ancora con me, in un'altra forma).

Dopo alcune ore ho sentito arrivare le lacrime, e il dolore, ma la verità è che si sono attivati in me anche dei pensieri decisamente disturbanti su cosa avrei potuto fare per impedire quello che è capitato.

Questo succede spesso.

Quando capita qualcosa che scombussola il mondo intorno a noi, lasciandolo diverso da come lo conoscevamo, sopratutto quando ci vengono toccati gli affetti, le relazioni, le cose o le persone cui teniamo di più, o accettiamo le cose oppure ( più spesso) iniziamo a pensare ad un finale alternativo, che si sarebbe potuto verificare se noi avessimo fatto qualcosa di diverso, se ci fossimo comportati meglio, se fossimo stati più bravi, più belli, più meritevoli, se solo avessimo.....

Questi pensieri si chiamano fantasie e sono prodotte da energia vitale congelata, energia che viene tolta da quella che abbiamo a disposizione, tolta dal flusso.

Le fantasie sono fatte della nostra energia e della nostra energia si nutrono, attivando in noi reazioni, e pensieri proprio come se ci trovassimo di fronte ad un evento reale, e scatenando emozioni di ogni genere, da quelle estremamente piacevoli, se la fantasia che stiamo alimentando è bella, a quelle più difficili da vivere, se la fantasia ci porta pensieri disturbanti, attivando paure, rabbia, passioni tristi.


Ancora una volta le tecniche energetiche possono venirci in aiuto e aiutarci a elaborare le nostre emozioni, sciogliendo anche le memorie, le credenze e le fantasie disturbanti. Ecco alcune frasi da utilizzare con il tapping:

Anche se sento tutto questo dolore, tutto questo può cambiare e lascio che cambi.
Anche se non vorrei che fosse successo recupero tutta la mia energia legata a questo pensiero e la riallineo al mio centro.
Rilascio ogni attaccamento emotivo a questa sensazione di vuoto.
Rilascio ogni attaccamento emotivo a quanto è successo e a ciò che significa intimamente per me.
Anche se penso che avrei potuto impedire che il mio amico animale morisse, se solo avessi fatto qualcosa per impedirlo non mi sentire cosi male, recupero tutta la mia energia legata a questa idea e la riallineo al mio centro.
Anche se sento un vuoto tremendo, mi servirebbe qualcosa per non sentirlo, recupero tutta la mia energia legata a questo vuoto e la riallineo al mio centro.
Anche se penso che non supererò questo lutto, come farò senza il mio amico, tutto questo può cambiare e lascio che cambi.
Anche se non posso accettare che sia morto, recupero tutta la mia energia coinvolta in questo rifiuto e la riallineo al mio centro.
Anche se voglio che il mio gatto sia ancora vivo, recupero tutta la mia energia collegata a questa idea e la riporto nel mio centro.
Anche se rifiuto completamente e decisamente questa situazione mi apro alla possibilità di accettare ciò che è accaduto.
Anche se mi sento come mi fosse caduto un fulmine in testa rilascio ogni mio attaccamento emotivo a questa situazione.
Anche se nel mio spazio di percezione c’è la fantasia che dovevo agire diversamente e avrei evitato tutto questo, e io continuo a reagire a questa fantasia, recupero tutta la mia energia coinvolta nella sua creazione e la riallineo al mio centro...
Anche se mi sento addosso la colpa, mi apro alla possibilità di amarmi ed accettarmi…
Anche se non me la sento... non me la sento proprio...rilascio ogni mio attaccamento emotivo al senso di colpa e a ciò che rappresenta per me.
Anche se mi sento un fallimento, come persona, perchè avrei dovuto occuparmi meglio del mio gatto, e perché non mi sento forte abbastanza per questa cosa.. tutto questo può cambiare e scelgo che cambi. 
Anche se penso che la vita mi ha tradita, recupero tutta la mia energia coinvolta nella creazione di questo pensiero e la riallineo al mio centro...

Come sempre, oltre a picchiettare le frasi che ho scritto, ti suggerisco di utilizzare le tecniche energetiche su ciò fa parte della tua esperienza di vita, per lavorare su tutti gli aspetti che fanno parte del tuo vissuto in maniera specifica.




Ogni volta che un animale che abbiamo amato passa oltre, c'è un momento difficile, che è quello del distacco, ma quando elaboriamo la separazione, allora tutto quello che resta è l'amore che ci siamo dati, e l'amore non muore mai. 






 



 
Non avvicinarti alla mia tomba piangendo.
Non ci sono. Non dormo lì.
Io sono come mille venti che soffiano.
Io sono come un diamante nella neve splendente.
Io sono la luce del sole sul grano dorato.
Io sono la pioggia gentile attesa in autunno.
Quando ti svegli la mattina tranquilla,
sono il canto di uno stormo di uccelli.
Io sono anche le stelle che brillano,
mentre la notte cade sulla tua finestra.
Perciò non avvicinarti alla mia tomba piangendo.
Non ci sono. Io non sono morto.
-Mary Elizabeth Frye
 

domenica 8 maggio 2016

Il lato in ombra della medaglia: sentimenti di inadeguatezza e solitudine delle madri






Felice FESTA DELLA MAMMA!!!

Oggi voglio condividere con te un capitolo di questo libro, Mamma o non Mamma, che ho scritto insieme alla bravissima Doula Emanuela Pamio per le MAMME della Nuova Era. Emanuela da tempo collabora a questo blog e ogni volta che leggo ciò che scrive mi stupisco di come riesca sempre a cogliere lo spirito di ciò che anche io ho vissuto, o sto vivendo, proprio come se riuscisse a farmi luce dentro l'anima. Questo è uno dei capitoli nei quali ho avuto modo di apprezzare di più la sua grandissima sensibilità. Con grande dolcezza ed empatia ci racconta di quella sensazione di solitudine, che a volte vive una mamma... 
Alla fine, sotto l'articolo, trovi dei set up sul tema, anch'essi contenuti nel libro.
 

                                                 
Vostro figlio ora è lì…nella culletta, tra le vostre braccia, tra le braccia del papà…e non vi sembra vero.
Cominciate la sua conoscenza, ve ne prendete cura…
Alcune mamme si trovano subito a loro agio.
Altre mamme cominciano a scontrarsi con le difficoltà reali che un bimbo può comportare.
Si controllano i pannolini, si hanno mille dubbi, ma dopotutto si prende la mano e pian piano la fiducia cresce.
Certo si naviga a vista, almeno all’inizio è sicuramente così.
Per alcune madri questo inizio può essere un incubo.
Precipitano in una sensazione di inadeguatezza mai provata prima, complice lo sbilanciamento ormonale e delle insicurezze, magari antiche e profonde, che in questo momento emergono prepotenti.
La responsabilità per questo bambino le schiaccia, non trovano più sé stesse e la loro spontaneità.
Può essere una cosa passeggera, passato il primo periodo, riescono a ritrovarsi, assaporare la loro maternità pienamente.
Può a volte invece sfociare in qualcosa di più serio, come una depressione, e in quel caso è bene parlarne con uno specialista, perché farsi aiutare dove non abbiamo gli strumenti per farlo da sole, è nostro diritto, ed è un diritto anche per nostro figlio che necessita di una madre serena.

In ogni caso comunque ci si trova spesso circondati di persone che danno mille attenzioni al nostro piccolo, dimenticandosi quasi di noi.
Persone che ci inondano di consigli dimenticandosi che anche noi possiamo avere delle competenze.
Persone che quasi si vogliono sovrapporre a noi nella cura del piccolo.
E tutto questo, non ce ne accorgiamo subito, ci fa male, va a minare le nostre sicurezze, la fiducia nelle nostre capacità.

E’ importante esserne consapevoli per poter capire come difendersi, come proteggerci e proteggere il nostro cucciolo.
Il nostro compagno in questo momento sarebbe un ottimo alleato, il suo compito, nei primi mesi, è proprio quello di proteggere la madre e favorire la presenza di un buon ambiente… senonché a volte è proprio lui quello che mina il nostro equilibrio, riversando su di noi le sue insicurezze e i suoi dubbi.
A volte vuole dimostrare tutta la sua fiducia in noi dandoci carta bianca: “fai tu”
Anche in questo caso però diventa un lasciarci sole, non è condividere l’esperienza… è spesso per noi come “un lavarsene le mani”.

E

Diventa


Solitudine…

Non ci sentiamo capite, ci sentiamo sole con la nostra responsabilità, ci sentiamo sotto assedio, sotto i colpi dei “consigli indesiderati”, ci sentiamo goffe e insicure.
Viviamo un incubo.
La buona notizia è che non siamo le uniche…tutte quelle mamme che incontriamo e che hanno i bimbi più grandini, almeno per un giorno, per una qualche ora, si sono sentite come ci sentiamo noi adesso.
Le abbiamo viste felici? Significa che ce la faremo anche noi.
Bisogna però prendere consapevolezza di tutto quello che ci sta facendo male.
Dopodiché troveremo di sicuro le nostre strategie.
Dobbiamo darci tempo, perché anche la nostra crescita emotiva ha bisogno di tempo e di esperienze.




E.F.T. quando ci sentiamo sole....


Anche se mi rendo conto che mi sembra di stare in un incubo, perché non so proprio come gestire mio figlio...
Anche se mi sento inadeguata, e anche gli altri mi ci fanno sentire...
Anche se sembra che tutti sappiano cosa fare con mio figlio, tranne io...
Anche se mi sento profondamento triste ed insicura...
Anche se non riesco a sentirmi serena, con tutte queste cose da fare, e questo cambiamento... 
Anche se mi sento invisibile, perché adesso tutti guardano il mio cucciolo, e io non esisto più, neppure per il padre...
Anche se chi viene a trovarci non fa altro che darmi consigli...
Anche se non vorrei gente intorno, perché mi sento soffocare....
Anche se vorrei tanto qualcuno vicino, che mi dicesse cosa fare, senza giudicarmi...
Anche se mi sento abbandonata a me stessa nella cura di mio figlio...
Anche se sembra che al padre non importi cosa faccio, come vivo...
Anche se mi sento incompresa...

Punto karate - Anche se mi sembra di essere sempre più sola, amo e mi accetto completamente e profondamente
Sopra la testa – c’è mio figlio, certo, ma mi sento sola
Sopracciglio – la famiglia non riesce a capirmi
Lato dell’occhio – e nemmeno mio marito
Sotto l’occhio – da quasi più attenzione al piccolo che a me
Sotto il naso – so che è normale
Mento – anche per me è il centro del mondo
Clavicola – ma mi sento sola
Sotto il braccio – e mi tormenta questo sentimento
Sotto il seno – è una solitudine così profonda

Dita: mi sento sola


Anche se mi sento goffa e insicura... è tutto da imparare, non c’è mica il libretto di istruzioni...
A volte vorrei portarlo indietro, soprattutto quando piange di notte...
Anche se mi sembra che tutte le altre siano madri migliori di me.... mi apro alla possibilità di amarmi e accettarmi.... 


Ti ricordo che Mamma o non Mamma è un libro pensato principalmente per chi ha in progetto di diventare mamma, sta per partorire o ha già un figlio in età 0-6, ma è una ottima lettura anche per chi mamma lo è già stata o vuol anche semplicemente rivivere il proprio percorso come figlia.

Se ne vuoi una copia per te o da regalare scrivimi a 
virna.trivellato@yahoo.com