martedì 24 dicembre 2013

APPUNTI RAPIDI PER SOPRAVVIVERE ALLE FESTIVITA' :-)




 dalla mia favola illustrata da Sara Stradi 
"Storia di una strega che pensava troppo e del principe che le insegnò una magia"



Anche se per quest'anno mi ero ripromessa di non lavorare più mi è capitato fra le mani un vecchio articolo....


Viste alcune scenette, che ho vissuto, e cui ho assistito in questi giorni, lo condivido di nuovo....
Con tanti tanti auguri per vivere un Natale "sentito".



Quello di cui mi sono resa conto durante queste feste è che molto spesso, nelle occasioni "ufficiali", diventiamo nostro malgrado degli esperti equilibristi.

In questo periodo dell'anno, un pò per abitudine, un pò per quieto vivere, un pò per non rendere infelici gli altri, ci troviamo sommersi di impegni e obblighi che non sempre vorremmo. Compriamo regali, organizziamo eventi, ritrovi e facciamo telefonate di auguri che spesso non sentiamo nostri. Agiamo come posseduti e in preda alla paura del giudizio. Perchè non sarebbe carino non andare a cena dalla tale zia, a pranzo dalla suocera, o a fare gli auguri al capo ufficio, o non mangiare la terza fetta di dolce fatta con tanta fatica dalla nonna, o non bere il quarto caffè alla quarta casa di parenti che si gira il giorno di Natale, anche se proprio non sono cose sentite.

Allora cosa succede?

Succede che così impegnati a fare contenti gli altri e mantenere le apparenze ci dimentichiamo ancora più profondamente di noi e magari, invece che momenti sereni, ci troviamo a vivere momenti di grande tensione, spesso indotti dalle nostre reazioni a comportamenti di persone a volte molto vicine.

I periodi di festa, infatti, se non siamo consapevoli di noi, di chi siamo e di cosa vogliamo, finiscono spesso per assumere le caratteristiche di una "carneficina", in cui si risvegliano vecchi dolori e si attivano nuove paure, perchè non stiamo vivendo il presente, bensì momenti passati o futuri immaginari che non esistono più, o non esistono ancora, ma che alimentiamo nella nostra mente e manteniamo energeticamente in vita, congelati, con la "nostra" energia.

Quando la mamma tira fuori le foto dei nonni dopo il pranzo di Natale, e si ricorda del patimento da loro vissuto durante la Guerra, arrivando alle lacrime, non è più lì con noi, ma bloccata in una introiezione probabilmente acquisita da bambina, di eventi vissuti dalle figure adulte di riferimento le venivano raccontati ad ogni festività. Quando nostra sorella maggiore ci dice che si è morsicata la lingua per non  parlare di fronte alla critica di una parente invadente anche lei non è presente a se stessa, ma preda della paura di cosa avrebbero detto gli altri se avesse reagito. Quando qualcuno che amiamo ci guarda con gli occhi velati di pianto e ci dice che ancora sente il dolore per la perdita di una persona cara avvenuta anni prima, ci rendiamo conto che una parte di lui/lei sta effettivamente ancora vivendo nel momento di quella perdita, percepita come troppo traumatica.

Nessuna di queste emozioni/ stati d'animo è sbagliato.

Tutto ha un senso e tutto avviene in modo assolutamente perfetto, nel momento perfetto.

Ma allora perchè mi sento così male? Ci chiediamo....

Sintomi fisici o emozioni "negative" non sono nostri nemici, ma semplici segnali come la spia dell'olio accesa sul quadro dell'auto. Sintomi fisici ed emozioni all'apparenza negative si manifestano per avvisarci che ci sono tutta una serie di  mondi congelati nel nostro spazio personale che influenzano il nostro sistema energetico e la nostra vita, perchè una parte di noi non è presente.

Se noi infatti viviamo nel presente, nel QUI e ORA della nostra esistenza, abbiamo a disposizione una cosa fondamentale: la LIBERTA' DI ESSERE NOI STESSI E DI AVERE REAZIONI ADEGUATE AL MOMENTO.

Se invece siamo persi nella tristezza per il passato o nell'ansia per il futuro, entriamo in uno stato di tensione che spesso ha come effetto immediato la rabbia contro noi stessi o contro gli altri e la rabbia ci rende "ciechi" perchè non riusciamo più a trovare soluzioni adeguate agli stimoli che ci arrivano di fronte.

Quando non viviamo nel presente perdiamo ogni possibilità di vedere, toccare, sentire la realtà e ci perdiamo nelle nostre elucubrazioni... che finiscono per diventare delle vere e proprie seghe mentali...

Come si arriva a questo?
Disconnettendoci da noi stessi e smettendo di percepire cosa è vitale per noi..

Come fare a modificare questo tipo di meccanismo per interromperne gli effetti negativi? Riappropriandoci di noi esercitandoci a vivere nel Qui e Ora, anche utilizzando degli strumenti che ci aiutino.

Prima di tutto sarebbe bene DEDICARE UN PO' DI TEMPO AL SILENZIO E ALLA PREGHIERA,  non importa quale sia la nostra fede, l'importante è considerare, nel nostro pregare, di entrare in uno stato pari a quello che avremmo se i nostri desideri più profondi fossero già realizzati, affinchè il nostro stato interiore e il mondo esteriore possano entrare in comunicazione profonda.

Un'altra pratica che serve per riacquistare presenza nel Qui e Ora è la MEDITAZIONE, fatta come meditazione SILENZIOSA o come meditazione ATTIVA: a volte le persone riescono a meditare nello svolgere le attività che amano di più o anche certi semplici gesti quotidiani, come stirare o lavare i piatti o fare mezz'ora di bicicletta.

ESSERE GRATI, come ho scritto in un articolo precedente, focalizzare la nostra attenzione su tutto quello di buono che abbiamo, e anche sugli aspetti positivi di quello che pensiamo di non volere, consente di acquisire nuove posizioni percettive e modificare in modo importante il nostro atteggiamento verso il mondo.

Un'altra pratica che è opportuno mettere il atto è il PERDONO, inteso non nel senso di un atto concesso da una posizione di superiorità, bensì come perdono da dare e da ricevere come gesto sublime di riconciliazione con se stessi, con gli altri e verso un passato che non esiste più.

Infine possiamo utilizzare le TECNICHE ENERGETICHE come EFT, SET e LOGOSINTESI. Utilizzate per l'auto aiuto, ci consentono di riappropriarci di noi, gestendo in modo efficace stati emotivi che altrimenti ci causerebbero sofferenza inutile.


VI AUGURO NUOVAMENTE UN  PERIODO FESTIVO  ED UNA VITA ASSOLUTAMENTE STRAORDINARI E CONSAPEVOLI......
Con amore..
Vi

venerdì 20 dicembre 2013

SET E IL QUADERNO DELLA GIOIA


fonte immagini: il web

Molto spesso, nell'immaginario collettivo, si trovano ricordi di film western in cui gli indiani facevano la danza della pioggia. Quello che e' stato tramandato nella visione occidentale e' che gli uomini medicina, gli sciamani, i curanderi facessero una danza per invocare l'arrivo della pioggia...

Niente e' più lontano dalla realtà.

In verità essi facevano una danza per ringraziare per l'arrivo della pioggia, utilizzando tutta la loro concentrazione per focalizzarsi sull'immagine della pioggia come se fosse gia' arrivata e muovendo così tutte le energie necessarie affinché l'universo mandasse realmente la pioggia. 

Oggi siamo molto abituati a chiedere, ma molto poco abituati a ringraziare. O meglio. Siamo molto più abili a lamentarci per quello che non abbiamo che a ringraziare per ciò che c'è. 

Questo non e' un bene per noi ne' per la nostra capacita' di manifestazione. 

Se pensiamo che il mondo e' fatto anche di energia e che ogni cosa nel mondo vibra con una frequenza diversa, e' facile immaginare quale differenza ci possa essere fra la frequenza della lamentela e quella della gratitudine. 

Per avere dei miglioramenti immediati, non solo nella nostra vita, bensì anche nel nostro umore, sarebbe opportuno abituarsi a ringraziare, innanzitutto per quello che già c'è, e anche per quello che non si comprende. 

Un buon esercizio per imparare a ringraziare la vita per ciò che ci dona consiste nel prendere un quaderno e scriverci sopra "quaderno della gratitudine".

Se non avete un quaderno basta che mettiate insieme alcuni fogli, sarà un pò come fare un collage.
Io personalemente prendo dei fogli della stessa misura, li piego tutti in due e cucio il lato più lungo, oppure ci metto in mezzo un filo di lana o uno spago e faccio un nodo...

Una volta trovato un quaderno per voi potete iniziare.

Ogni giorno possiamo trovare motivi per ringraziare. Basta allenarsi. Ecco perché, per esempio, nella prima settimana possiamo dedicare una pagina al giorno a ringraziare per le cose che amiamo molto, concentrandoci su una cosa al giorno e ringraziando per ogni aspetto di essa. Sarebbe meglio trovare almeno dieci motivi per ringraziare per ogni cosa.

Dopo averli trovati possiamo rileggerli utilizzando SET per stimolare il nostro sistema energetico.

Il picchiettamento ci può aiutare anche se in un primo momento non riusciamo a trovare motivi per ringraziare e ci sembra che questo esercizio sia solo una stupida perdita di tempo.

Se mentre cerchiamo motivi per ringraziare emergono in noi la convinzione di non avere abbastanza per ringraziare, di essere vittime sacrificali di un destino orrendo, o altri pensieri che ci creano disagio, osserviamo quello che emerge e picchiettiamo abbondantemente.


Questo ci aiuterà nella seconda settimana.


Nella seconda settimana l'esercizio cambia e consiste nel DEDICARE OGNI GIORNO DEL TEMPO A TROVARE DEI MOTIVI PER RINGRAZIARE PER LE COSE POSITIVE DI UNA SITUAZIONE, RELAZIONE, EVENTO, RICORDO CHE CONSIDERIAMO NEGATIVI, dei quali, secondo una prima riflessione, faremmo volentieri a meno.

Focalizzare la mente su qualcosa che ci crea disagio, facendo abbondante SET e esercitandoci a trovare i motivi positivi dietro ogni situazione, evento o persona che "non ci piace" consente di modificare profondamente la nostra visione delle cose, aiutandoci ad accettare quello che c'e' nel presente e allenando la nostra mente a vedere le intenzioni positive dietro qualcosa che percepiamo come negativo.

Questo ha un grande effetto benefico per due ordini di ragioni, la prima e' che a volte, rintracciando gli aspetti positivi che ci da un problema, esso smette per "magia" di essere percepito come un problema; la seconda e' che nel momento in cui troviamo gli aspetti positivi e focalizziamo i vantaggi secondari del permanere di una situazione problematica nella nostra vita, allora possiamo, consapevolmente, decidere di cambiarla o di tenerla così com'e, ma in ogni caso avremo acquisito piu' potere e responsabilità sull'evento rispetto a prima, perché non avremo più la sensazione di subirlo e basta. 

Dalla terza settimana in poi potrete liberamente scegliere per cosa ringraziare ogni giorno, fino almeno al 21° giorno.

Facendo SET potete anche ripetere GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE come un mantra, oppure potete mantenere la mente su ogni cosa per cui scegliete di ringraziare...

Una volta allenata la capacita di ringraziare non saremo più concentrati esclusivamente su ciò che non va', o su ciò che ci manca. E quando la nostra attenzione comincia a dirigersi sulle cose buone e belle incredibilmente vedremo sempre più cose buone e belle manifestarsi intorno a noi. 

Che ne dite di prendere carta e penna, riscaldare i polpastrelli e cominciare gli esercizi di ringraziamento e picchiettamento?





Nota di fine dicembre....

Questo è l'ultimo articolo che pubblico in questo 2013, ricco di gioia, di traguardi e di soddisfazioni.... ringrazio per tutto questo e per ogni persona che ha dedicato tempo ed energia a leggere questo blog... facendomi arrivare a quasi 5000 ingressi in 7 mesi...

Mi prendo un periodo di silenzio per perfezionare il piano editoriale del 2014, che offrirà ancora più spunti, suggerimenti e idee e anche strumenti fruibili nell'immediato.. come l'EFT da borsetta...

Non vi svelo altro ma vi faccio i miei migliori auguri per un Natale straordinario e per un inizio del Nuovo Anno  che vi trovi sempre più consapevoli e allineati...

Se vi piace mi troverete qui, il 7 dicembre, per il proseguio della rubrica su EFT e FIORI DI BACH.


Uno speciale grazie

martedì 17 dicembre 2013

EFT E RED CHESTNUT: per chi è eccessivamente preoccupato per il benessere dei propri cari.





Introduzione

Per chi ha poca dimestichezza con EFT e con i FIORI DI BACH rimando alle apposite sezioni di questo stesso blog, dove potrete trovare degli articoli introduttivi, utili per un primo incontro con entrambe queste straordinarie risorse.

Per chi sta visitando per la prima volta EFT-VENETO, questo che state leggendo fa parte di una serie di articoli che hanno l’intento di suggerire come si possano combinare l’uso di EFT con l’assunzione dei Fiori di Bach.

Per comodità espositiva e per non generare confusione viene trattato un singolo fiore alla volta

Buona lettura e Buon picchiettamento.

RED CHESTNUT – stato d’animo negativo


Secondo Ricardo Orozco, uno dei massimi esperti di fiori di Bach al mondo, con il quale concordo in pieno, l’intero sistema floreale scoperto dal celebre medico inglese ha a che fare con la paura. Tuttavia Bach raggruppò 5 rimedi, in modo specifico, fra i rimedi per la paura, e fra questi uno in particolare, Red Chestnut, si occupa di una paura molto precisa: la paura esagerata per gli altri.
Chi si trova in uno stato Red Chestnut negativo può anche non preoccuparsi di se stesso ma difficilmente non prova ansia per gli altri. Che di tratti di membri della famiglia, amici stretti o anche i propri animali, chi ha bisogno di questo fiore tende ad avere pensieri ansiosi, paure, ansie anticipatorie nei confronti di quello che potrebbe loro capitare e scarica così su coloro che ama la sua negatività. Tutta la paura e l’ansia che prova  lo fanno diventare iperpotettivo in modo sterile e gli fanno perdere energie vitali.

RED CHESTNUT – stato d’animo trasformato

Il rimedio aiuta la persona a staccarsi da vincoli affettivi eccessivi, sviluppando la propria capacità di comprendere gli altri e immedesimarsi, mantenendo tuttavia una buona lucidità e lasciando le persone che ama libere di vivere la propria vita senza assillarle con la propria ansia e le proprie preoccupazioni. Red Chestnut è utile anche in tutti quei casi in cui è necessario ridefinire i legami, sia perchè qualche persona a noi cara è deceduta e fatichiamo a lasciare andare il legame energetico con lei, sia quando, in maniera simile, fatichiamo a staccarci energeticamente dopo una rottura affettiva.


RED CHESTNUT ed EFT

Ecco alcuni giri da sperimentare nel caso che vi riconosciate nella descrizione data poco più sopra, o che stiate già assumendo RED CHESTNUT



PER L’ECCESSIVA PREOCCUPAZIONE PER I FIGLI CHE ESCONO PER LE PRIME VOLTE DA SOLI

Punto karate: Anche se non riesco proprio ad accettare che mio figlio possa uscire da solo, chissà cosa gli può succedere, mi amo e mi accetto completamente e profondamente
Sopra la testa: ho il timore che gli succeda qualcosa
Sopracciglio: e se esce di strada con l’auto?
Lato dell’occhio: e se buca una gomma e scarica il telefono?
Sotto l’occhio: e se un aereo dovesse piombargli sulla testa?
Sotto il naso: e se con il ghiaccio inciampa e batte la testa?
Sotto il labbro: e se per caso incontra un malintenzionato?

Clavicole: forse sto esagerando
Sotto ascella: una madre non esagera mai
Sotto seno: è giusto preoccuparsi per i figli

Picchiettare i punti delle dita....

Anche se ho scritto un giro assolutamente provocatorio è possibile fare più giri, ognuno su una delle fantasie che abbiamo rispetto a ciò che potrebbe succedere ai nostri figli..
E’ normale stare vicino ai figli quando i nostri ragazzi affrontano delle nuove tappe della loro vita, ma quando non riusciamo a vivere sereni e non facciamo vivere sereni loro, scagliandogli addosso le nostre paure immotivate, allora è il caso di usare EFT per sciogliere tutte le paure irrazionali che ci impediscono di vivere liberi.


Pensate pure a tutte le idee che avete su cosa può accadere di terribile  ai vostri figli, amici, amanti, animali.
Lasciate che emergano emozioni, sensazioni, convinzioni, idee, fantasie, film, “seghe mentali”.
Fate una lista.
Partite da ciò che vi agita di più il sonno e picchiettate, un pò alla volta, su ciò che emerge che vi crea disagio.

Certo, l’alternativa c’è.... so che pubblicizzano eleganti catene e, in qualche stato “molto evoluto”, anche dei cip sottocutanei per “proteggere” coloro che amiamo tenendo sempre sotto controllo la loro sicurezza.


E a proposito dei cip sottocutanei PER L’ECCESSIVA PREOCCUPAZIONE PER I NOSTRI “VECCHI” (autosufficenti e in salute) CHE INVECCHIANO


Punto karate: Anche se ho bisogno di tenere sotto controllo mamma e papà, perchè potrebbero farsi male, e se potessi gli metterei un cip addosso, così potrei proteggerli meglio, mi amo e mi accetto completamente e profondamente…
Sopra la testa: ho paura per loro
Sopracciglio: stanno invecchiando
Lato dell’occhio: non posso lasciarli a casa da soli
Sotto l’occhio: l’idea mi spaventa
Sotto il naso: potrebbero essere assaliti dai ladri
Sotto il labbro: o cadere e ferirsi

Clavicole: potrebbero avere bisogno di me
Sotto ascella: finchè sono fuori di casa non sto tranquilla
Sotto seno: forse dovrei prendere una badante

Picchiettare quindi tutti i punti sulle dita concentrati sul proprio bisogno di proteggere i propri cari...

domenica 15 dicembre 2013

PROMOZIONE DI NATALE - SE PRENOTI LA PARTECIPAZIONE AL CORSO BASE DEL 26 GENNAIO UNA SESSIONE INCLUSA

Corso Base
di
“E.F.T”
Tecniche di Libertà Emozionale
Domenica 26 gennaio 2014 orario: 10.00 - 18.00
Condotto da Virna Trivellato





Presso CAMPOSAMPIERO – VIA MOGNO 34 (sopra negozio NATURA AMICA)


Promozione: Se prenoti prima di fine anno nella quota del corso è inclusa anche una sessione da 90 minuti che puoi usare per te o regalare...





EFT è la sigla di Emotional Freedom Techniques, ovvero Tecniche di Libertà Emozionale, sistema di auto-aiuto creato dall'ingegnere statunitense Gary Craig. 

COME FUNZIONA?

Il metodo si basa sulla stimolazione di una serie di punti del corpo connessi con la rete dei Meridiani (Medicina Tradizionale Cinese) mentre si ripetono frasi utili a tenere la mente  focalizzata sulla tematica da trattare. Nello stesso momento si attivano i punti con un leggero picchiettamento, un massaggio o semplicemente tenendoli premuti con un dito, mentre si lasciano fluire i pensieri (e le sensazioni), descrivendoli opportunamente con parole o frasi.

PER COSA MI PUO’ SERVIRE?

EFT è prima di tutto utilissima nella gestione dello STRESS. Usando EFT ci si sente in pochissimo tempo più rilassati, si riposa meglio e spesso si prova un senso di sollievo già dopo uno o pochi giri. Anche se la tecnica è ancora allo stadio sperimentale esistono già studi che dimostrano come EFT  si dimostri efficace nel trattare STATI EMOTIVI DIFFICILI (paure, dipendenze, ansie, blocchi, ricordi traumatici), nell’individuare e sciogliere conflitti causa di sintomi fisici (tensioni fisiche dovute allo stress), nell’abbandonare comportamenti indesiderati. EFT è utile anche per migliorare la propria AUTOSTIMA scoprire i propri TALENTI, migliorare le proprie RELAZIONI, lasciar andare le ferite del passato, focalizzare meglio gli OBIETTIVI per il proprio futuro, e per tante altre tematiche. Tutto sta a sperimentare.


CORSO BASE  condotto da Virna Trivellato, seguirà la didattica prevista in EFT-Italia (www.eft-italia.it) e consentirà l’ottenimento di attestato valido per la prosecuzione della formazione su tutto il territorio nazionale.
Il contributo spese è di 80 EURO per l’intera giornata, comprensivo di manuale del corso è attestato. Nella stessa giornata è possibile rinnovare il tesseramento all’Associazione Culturale, Sportiva e Dilettantistica Sinergie.

venerdì 13 dicembre 2013

EFT per un "uccellino con la sindrome di Candy Candy"




Lucia è una ragazza solare, molto dolce e vitale. Abbiamo già lavorato insieme diverse volte e l’ultima sessione è servita per affrontare la fine del rapporto con il suo fidanzato, rapporto nel quale sentiva di non riuscire ad avere un proprio “posto”. Eft le è servito per portare consapevolezza sulla situazione e affrontarla con strumenti adeguati, accettando ciò che stava succedendo e comprendendo le ragioni che li avevano portati  a dividere le proprie strade.

Questa volta Lucia vuole parlarmi di un evento all’apparenza insignificante, capitatole quando è tornata a casa, un pomeriggio, dopo la fine della sua storia.

Sua madre, informata dell’accaduto dal padre, con il quale si era confidata per primo, l’ha salutata, al suo rientro, dicendole “Dai su, ne troverai un altro” con un sorriso, a detta di Lucia stessa, particolarmente sornione.

“Ne sono certa – mi dice Lucia – mia madre è felice che ci siamo lasciati..... Lei è infelice se sono felice con altri. Con qualcuno che non è lei.”

Chiedo a Lucia di iniziare a picchiettare, poi, sapendo già che ha uno stile molto visivo le chiedo che cosa “vede” nel suo spazio personale.

Lei risponde che vede una specie di filo, dritto, forte, tenace, come di metallo rigido.

Facciamo EFT su questa immagine e Lucia, alla fine del giro, mi dice che ha visto cadere il filo, ma al suo posto vede una buca delle lettere.

Le suggerisco: Anche se c’è questa buca delle lettere nel mio spazio personale, e non so cosa rappresenti per me questa immagine, mi consento di lasciarla andare....

L’immagine sparisce.

Lucia però mi guarda e dice “Mi immagino mamma, che si chiede se può lasciarmi libera o no. Mi sento le ali tappate, mi manca il fiato e provo tristezza. E’ come se il corpo mi crollasse.

Ho un’intuizione e suggerisco a Lucia di picchiettare ripetendo questa frase:

Anche se una parte di me desidera restare nel nido, recupero tutta la mia energia collegata a quella parte e la riporto nel mio centro, e mi apro alla possibilità di aprirmi alle esperienze migliori per me.

La frase ha immediatamente effetto. Lucia ride e dice che sente il corpo più rilassato.

Afferma che in qualche modo sente che le mie parole l’hanno toccata ma non riesce, per così dire, a vedere fino in fondo il proprio ruolo “in questo gioco”.

Continuo a suggerirle frasi:
Anche se non riesco a vedere il mio ruolo in questo gioco, e anche se proverei a uscire dal nido, ma per sicurezza non ci vado....
Io non riesco a vedere il mio ruolo.
Voglio volare, ma non posso.
Posso volare, ma non voglio.
Vorrei provare, ma non provo.
Proverei, ma preferisco di no...
Vorrei costruire un mio nido, ma non riesco.
Vorrei avere un nido e avere amore, ma non ce l’ho e questo mi fa schifo.

Lucia si illumina e ride di cuore “Già, fa schifo. Ma ora vedo la mia responsabilità. E se la vedo posso cambiare le cose. Mi sento più sicura. Adesso so che sono un uccellino che può volare fuori dal nido, ma le mie ali sono a metà. E quella metà ala ha la forma di una stampella per i vestiti con ganci di ferro fatti di metallo, come il filo di prima.”

Chiedo a Lucia “se qualcuno o qualcosa producesse questo “ferro”, chi o che cosa sarebbe?”

Lei risponde che vede tre cose diverse: la madre, la nonna che staccava con le pinze le graffette di metallo dalle cassette di legno, e le catene di un’altalena.

Le chiedo se una di queste immagini le crea più disagio delle altre e lei mi risponde che è sicuramente la catena dell’altalena a crearle turbamento. Sente un peso sopra il seno, e le manca la forza.

Picchiettiamo su questa immagine...e la scena cambia.

Lucia adesso sa di essere un uccellino con le ali aperte, ma ha un cappellino da infermiera sulla testolina.

Le dico “Per forza, sei un uccellino Candy Candy (Candy Candy era la protagonista di un cartone animato, faceva l’infermiera e aiutava sempre tutti).”

Facciamo un giro di picchiettamento sulla parte di lei che si crede Candy Candy:
Anche se una parte di me si crede Candy Candy, e vuole salvare e aiutare sempre tutti, recupero tutta la mia energia legata a quella parte e la riallineo al mio centro.

Lucia dice che vede nuove cose; prima di tutto le appaiono immagini molto femminili, e sente di star recuperando la forza sul seno, poi visualizza l’immagine di un angelo con le ali ben aperte....

“Sai, mi dice, non sono più un uccellino, ma mia mamma, quando mi ha detto che ne troverò un altro, mi guardava proprio come Silvestro (Silvestro è il gatto protagonista di un cartone animato in cui insegue e cerca di mangiare un grazioso e delicato uccellino giallo che si chiama Titti).”

Lucia scoppia a ridere, e io con lei....

La sensazione di turbamento che aveva all’inizio, all’idea che la madre fosse sollevata dalla fine del suo rapporto con il fidanzato, è sparita e ha lasciato posto ad una importante nuova consapevolezza di quali siano le responsabilità di entrambe rispetto al suo non uscire (o perlomeno non troppo) dal nido, e nel suo assumersi un sacco di pesi “della famiglia”.

Sono certa che Lucia continuerà ad usare  EFT su tutto ciò che è emerso e questo le permetterà di vivere da “angelo con le ali ben aperte”, anzichè da “uccellino implume e bisognoso.”

martedì 10 dicembre 2013

EFT E PINE: per il senso di colpa e per chi tende ad attribuirsi la responsabilità di tutto ciò che succede.




Introduzione

Per chi ha poca dimestichezza con EFT e con i FIORI DI BACH rimando alle apposite sezioni di questo stesso blog, dove potrete trovare degli articoli introduttivi, utili per un primo incontro con entrambe queste straordinarie risorse.

Per chi sta visitando per la prima volta EFT-VENETO, questo che state leggendo fa parte di una serie di articoli che hanno l’intento di suggerire come si possano combinare l’uso di EFT con l’assunzione dei Fiori di Bach.

Per comodità espositiva e per non generare confusione viene trattato un singolo fiore alla volta

Buona lettura e Buon picchiettamento.


PINE – stato d’animo negativo

Pine si rimprovera sempre per qualcosa. Qualunque cosa avvenga, pensa che avrebbe potuto far meglio, o di non meritare nulla. Questo stato si manifesta per carenza di autostima e amore per se stesso che spinge la persona ad essere eccessivamente esigente nei propri confronti, portandola a sentirsi colpevole o anche indegna.
Pine ama dare ma stenta a ricevere, non riesce ad accettare facilmente le cose buone e belle a meno che non le abbia conquistate con grande sacrificio, ma anche allora, spesso, si sente in colpa per ciò che ha guadagnato. Una caratteristica di questo stato è la necessità, sovente molto pronunciata, di chiedere scusa, quasi che arrecasse sempre disturbo. Molte volte si scusa anche per cose di nessun conto o per errori commessi da altri. Soffre moltissimo quando sbaglia e quando vive qualche momento felice lo gode a stento o non lo gode affatto perché preso dalla sensazione di non meritare o di togliere qualcosa a qualcun'altro.

PINE – stato d’animo trasformato

Il rimedio dona maggiore obbiettività sugli eventi della vita e sulle circostanze, aiutando ad accettare di poter commettere degli errori e a rendersi conto di quando la responsabilità di un evento non è solo nostra. Pine porta la persona verso la via della compassione, per se stessa e per gli altri, rendendola in grado di accettare gli “errori” come circostanze dalla quali tratte lezioni di vita, anziché come motivi per auto flagellarsi. Grazie a questo fiore si raggiunge un buon equilibrio fra il dare e il ricevere e si ritrova vero amore per se stessi.

PINE ED EFT

Ecco alcuni giri da sperimentare nel caso che vi riconosciate nella descrizione data poco più sopra o che stiate già assumendo PINE.

PER CHI E' SCHIAVO DEL SENSO DI COLPA (ad esempio per la fine di una relazione)

Punto karate: Mi sento così in colpa per quanto è successo, come faccio ad amarmi, figurarsi accettarmi
Sopra la testa: ha deciso lei, ma è stata colpa mia
Sopracciglio: tutti gli sbagli che ho fatto
Lato dell’occhio: è tutta colpa mia
Sotto l’occhio: se solo mi fossi comportato diversamente
Sotto il naso: se fossi stato migliore
Sotto il labbro: è stata colpa mia

Clavicole: non mi merito amore
Sotto ascella: non merito nulla
Sotto seno: mi sento in colpa.

Picchiettare quindi tutti i punti delle dita sul proprio senso di colpa.
Valutare dove si situa questo senso di colpa nel proprio spazio personale, e se è possibile dargli una forma e un colore.
Ad esempio potrebbe emergere che il senso di colpa è una specie di morso nello stomaco, di colore grigio.
Picchiettare su quello che è emerso per voi.

PER CHI NON RIESCE AD ACCETTARE DONI PERCHE’ SI SENTE A DISAGIO

Punto karate: Non riesco proprio ad accettare dei regali, mi sento troppo in imbarazzo
Sopra la testa: non mi sembra di meritare
Sopracciglio: anche quando qualcuno mi offre un caffè….
Lato dell’occhio: sento la necessità di sdebitarmi assolutamente
Sotto l’occhio: non vorrei mai che mi regalassero o offrissero nulla
Sotto il naso: così non proverei questo disagio
Sotto il labbro: sento proprio un malessere quando mi offrono qualcosa

Clavicole: devo fare almeno qualcosa in cambio
Sotto ascella: anche i complimenti
Sotto seno: mi mettono molto a disagio


Dita: non mi merito di ricevere


Provare a focalizzare questa idea di non meritare. Valutare il disagio che emerge.
Se qualcosa o qualcuno lo provocasse, cosa o chi sarebbe?
Ricordate qualche episodio particolare, avete qualche convinzione o fantasia?
Vi ricordate che qualcuno vi abbia detto che non vi meritavate qualcosa?

Provate a pensare alla cosa più terribile che potrebbe succedere se accettaste un regalo bello, costoso e fatto assolutamente senza secondi fini.

Fare un altro giro su ciò che emerge


PER LA SENSAZIONE DI NON MERITARE DENARO

Punto karate: Non merito nulla,
Sopra la testa: anche il denaro, non lo merito
Sopracciglio: anche sul lavoro
Lato dell’occhio: mi piace il mio lavoro
Sotto l’occhio: ma mi da fastidio chiedere soldi
Sotto il naso: è come se facessi meglio il mio lavoro gratis
Sotto il labbro: domandare denaro per ciò che faccio mi mette a disagio

Clavicole: mi sembra di non meritare denaro
Sotto ascella: non c’è ragione
Sotto seno: ma non posso evitarlo

Dita: non merito di guadagnare.

Restare sintonizzati sulle proprie sensazioni.
Emergono immagini, pensieri, convinzioni, fantasie?

Fate un altro giro o più su tutto quello che emerge picchiettando sulla frase “non merito di guadagnare”.