venerdì 28 marzo 2014

EFT E CAMBIAMENTO

immagine gentilmente concessa da Sara Stradi: http://www.lospazioblu.it/lang/It/main.html



Molto spesso, quando ci rivolgiamo ad un coach o ad un counsellor, decidiamo di apprendere una tecnica di auto aiuto, energetica o meno, oppure iniziamo un percorso di crescita personale lo facciamo perché desideriamo che avvenga un cambiamento nella nostra vita.

Facciamo corsi, impariamo nuove cose, cambiamo le nostre prospettive, arricchiamo la nostra consapevolezza, mutiamo la visione del mondo e poi, nonostante tanti sforzi, ci sono aree della nostra vita in cui magari il cambiamento arriva liscio liscio e altre in cui pare non giungere mai…

Certi giorni riusciamo ad essere ottimisti, certi altri facciamo finta di nulla, altri ancora lo invochiamo come un assetato nel deserto invocherebbe l’acqua, altri siamo proprio fiduciosi che proprio l’ultimo passo sia stato quello buono… però a volte,  magari in certi ambiti determinati, piuttosto che in altri, ci pare che un cambiamento non debba avvenire mai e finiamo per sentirci come se un particolare evento - lezione si dovesse ripresentare ancora e ancora, uguale nella sua essenza a tanti altri prima, come in una lunga serie di fotocopie, mentre noi ci troviamo a dire “di nuovo???!???!”

Facendo corsi e trattando tante persone mi sono trovata spesso di fronte a situazioni del genere…
Persone che hanno fatto magari tantissimi passi per migliorare se stessi e la propria condizione di vita a volte ammettono “però quella cosa lì, quella in particolare, mica cambia, uhm, e invece come vorrei che cambiasse!”

Qualche giorno fa stavo conducendo un seminario su EFT e le fiabe, e la fiaba scelta era “La donna scheletro”, tratta dal libro di Clarissa Pinkola Estés “Donne che corrono coi lupi”.

Quella storia parla dell’amore, della vita, della morte, della paura e del coraggio e del cambiamento…

Affrontare il cambiamento ha quasi sempre a che fare con l’affrontare la paura della “morte”.
La morte delle proprie illusioni, delle proprie abitudini, degli schemi con cui ci siamo abituati a interpretare il mondo e che spesso utilizziamo con tanto “orgoglio” perché definiscono ciò che siamo.

Molto spesso non riuscire a ottenere un cambiamento nella nostra vita ha a che fare con una serie di fattori che in qualche caso, ad una prima analisi, ci sfuggono o non teniamo nel debito conto…

Prima di tutto, a mio avviso, cambiare ha a che fare con COSA PENSIAMO DI NOI STESSI, CHI PENSIAMO DI ESSERE.

Magari siamo persone con tutto il potenziale per essere uomini o donne perfettamente realizzate nel lavoro, negli affari, nei rapporti sociali, ma per qualche ragione abbiamo dentro di noi qualcosa che ci limita… per parafrasare una mia collega “abbiamo tutta una serie di strutture e sovra strutture dentro di noi, che magari in un certo momento ci sono state utili, per ottenere qualcosa, o per evitare qualcosa d’altro, ma che poi ci limitano, perché le facciamo nostre a tal punto che non pensiamo di poterci spingere più in là.” Che si desideri chiamarli “zona comoda”, convinzioni limitanti, limiti, schemi, retaggi, o in qualunque altro modo, spesso siamo così “affezionati” ai nostri “indici” che difficilmente ce ne liberiamo.

Questo avviene perché tutto ciò che abbiamo messo insieme, a livello di convinzioni, ma anche di semplici informazioni, nel corso degli anni che abbiamo vissuto, hanno finito per definire, prima ancora che il mondo esterno, CHI SIAMO NOI, o meglio, CHI PENSIAMO DI ESSERE…

Una mia corsista, dopo una serie di picchettamenti, mi ha detto: “Ma sai che è vero. IO SONO ALLERGICA. Ogni primavera io comincio ad avere i sintomi dell’allergia e le persone mi stanno tutte intorno per chiedermi: “Ma come stai? Ma come và? Trovato qualche rimedio….??” E io beneficio delle loro attenzioni, che se non fossi allergica non so se attirerei”.

Un’altra considerazione che mi sorge spontanea è che spesso, come ha ben scritto Neale Donald Walsh nel suo libro “Quando tutto cambia, cambia tutto”, moltissime persone, vorrei dire la maggior parte, considera fondamentalmente il cambiamento come negativo, perché per una infinita serie di motivi non  riescono più a percepire che il cambiamento è il principio fondamentale della vita…

Il succedersi delle stagioni; del giorno e della notte; il passare dalla fase embrionale a quella fetale, e poi all’essere bambino, adolescente, adulto, anziano; il fatto che prima siamo figli e poi faremo figli a nostra volta; il fatto che proveniamo da una famiglia ma poi ne formiamo una nuova, fosse anche composta solo da noi stessi; il fatto che ogni pianta prima di essere in grado di fare frutti deve essere arrivata da un seme… ecc… ecc….. tutto nella vita ci mette di fronte al CAMBIAMENTO…

Noi però, spesso, ci attacchiamo, ci leghiamo, ci “intestardiamo” su qualcosa, pensiamo di poter conservare delle condizioni come immutabili, ci attacchiamo ad una persona, ad una attività, ad una relazione, ad un hobby e qualcuno arriva a dire “questo è tutto ciò che ho nella vita e guai a chi me lo toglie”.

La verità è che spesso non crediamo che un cambiamento possa portare qualcosa di buono…ABBIAMO PAURA e così, quando qualcosa non funziona, piuttosto che cambiare, preferiamo investire ogni nostra forza per cercare di mantenere lo stato delle cose ad ogni costo, magari ricorrendo a “soluzioni estreme” come “fare di più di qualcosa”, (ad esempio se un fidanzamento non và spesso si pensa che sposandosi le cose miglioreranno J), oppure ci viene l’idea di tornare ad una condizione precedente, perché almeno la conosciamo (magari proviamo un nuovo lavoro, non funziona, allora torniamo a fare un lavoro che non amiamo ma che ci da sicurezza, piuttosto che provare a metterci in gioco con una attività ancora diversa).

Leggendo “La donna scheletro”,  il concetto della morte, della ciclicità della vita, del cambiamento sono emersi davvero in maniera forte..

La Estés scrive che “Ci hanno insegnato che la morte è sempre seguita ancora dalla morte. Non è così: la morte tiene sempre in incubazione una nuova vita, anche quando la propria esistenza è arrivata all’osso.”

Ecco allora che mi permetto di prelevare, in qualche caso lievemente modificate, alcune domande presenti nel commento alla storia, e vi suggerisco di porvele, quando siete in una fase in cui desiderate fortemente un cambiamento, ma il cambiamento tarda ad arrivare…utilizzando SET come supporto.

Prendete carta e penna per appuntare tutto quello che emergerà.
Cercate un luogo in cui potete stare tranquilli e ritagliatevi almeno un’ora di tempo…
Iniziate a picchiettare e chiedetevi:

A CHE COSA DEVO DARE PIU’ MORTE OGGI, PER GENERARE PIU’ VITA?
CHE COSA SO CHE DOVREBBE MORIRE MA ESITO A PERMETTERLO?
CHE COSA DEVE MORIRE IN ME PERCHE’ POSSA CAMBIARE (questa situazione – circostanza – dinamica possa cambiare)?
CHE COSA DOVREBBE MORIRE OGGI?
CHE COSA DOVREBBE VIVERE?
A QUALE VITA TEMO DI DARE LA NASCITA?
E SE NON ORA, QUANDO??

Ovviamente poi potete (e io lo consiglio vivamente) fare EFT su ogni cosa che è emersa, partendo da quella che per voi sembra più importante, o che ha comunque più carica in una scala di valutazione da 0 a 10.

Buona consapevolezza, buona picchettamento, e buon cambiamento a tutti.

martedì 25 marzo 2014

EFT E WILD OAT: quando si è incerti sulla strada da intraprendere nella vita.



Introduzione

Per chi ha poca dimestichezza con EFT e con i FIORI DI BACH rimando alle apposite sezioni di questo stesso blog, dove potrete trovare degli articoli introduttivi, utili per un primo incontro con entrambe queste straordinarie risorse.

Per chi sta visitando per la prima volta EFT-VENETO, questo che state leggendo fa parte di una serie di articoli che hanno l’intento di suggerire come si possano combinare l’uso di EFT con l’assunzione dei Fiori di Bach.

Per comodità espositiva e per non generare confusione viene trattato un singolo fiore alla volta

Buona lettura e Buon picchiettamento.

WILD OAT– stato d’animo negativo

Wild Oat, è il fiore che possiamo assumere ogni volta che non riusciamo a focalizzare il nostro obiettivo, la nostra meta, quello che vogliamo dalla vita e finiamo spesso per diventare incostanti, sempre alla ricerca di qualcosa che ci dia di più.
La persona Wild Oat ha spesso grandi potenzialità, creatività ed entusiasmo. Di frequente è un soggetto pieno di vita, capace, riesce molto bene in tutto ciò che intraprende, tuttavia può sentirsi anche molto frustrato e insoddisfatto perché non arriva a identificare il proprio scopo. La persona in uno stato Wild Oat negativo difficilmente riesce a dedicarsi a qualcosa in modo approfondito e sovente è poco stabile, nelle attività, nel lavoro, anche nella vita affettiva.
E’ sempre alla ricerca.

WILD OAT – stato d’animo trasformato

Wild Oat ci aiuta a trovare la nostra vera vocazione, senza disperdere energie in progetti vari e troppo diversi. Questo fiore dona la capacità di agire con continuità, di andare fino in fondo, di focalizzare ciò che si desidera veramente e di realizzare tutte le azioni necessarie per raggiungere i propri obiettivi.
Wild Oat ci aiuta a comprendere chi vogliamo essere.

WILD OAT ed EFT

Ecco alcuni giri da sperimentare nel caso che vi riconosciate nella descrizione data poco più sopra, o che stiate già assumendo WILD OAT


PER CHI E’ INCAPACE DI CAPIRE COSA VUOLE REALIZZARE

Punto karate: Anche se non so proprio cosa voglio fare nella vita, almeno so cosa non voglio fare
Sopra la testa: non ho un progetto preciso
Sopracciglio: a volte mi sento insoddisfatto e incerto
Lato dell’occhio: è come se fossi incapace di realizzare ciò che vorrei
Sotto l’occhio: ma in realtà mica lo so cosa voglio
Sotto il naso: mi sento frustrato
Sotto il labbro: non so cosa voglio realizzare in questa vita

Clavicole: ma non trovo la mia vocazione
Sotto ascella: è come se là fuori ci fosse la cosa perfetta per me
Sotto seno: ma io non riesco a trovarla

Picchiettare quindi tutti i punti sulle dita.
Facendo abbondante tapping provare a farsi questa domanda:
Chi voglio essere?
Osservate cosa emerge.



PER CHI DISPERDE ENERGIE IN PROGETTI TROPPO DIVERSI.


Punto karate: Sono attratta da molte strade diverse…
Sopra la testa: ma forse non so ancora cosa fare da grande
Sopracciglio: mi entusiasmo facilmente
Lato dell’occhio: ma poi è come se perdessi di interesse
Sotto l’occhio: se quello che ho cominciato non fosse così importante
Sotto il naso: è che non so, mi accendo facilmente, ma poi non mi sembra di trovare la “cosa speciale” che cerco
Sotto il labbro: faccio molte cose

Clavicole: ma è come se mi mancasse la risposta
Sotto ascella: vorrei provare tutto
Sotto seno: così potrei trovare ciò che merita le mie energie

Picchiettare quindi tutti i punti sulle dita.

venerdì 21 marzo 2014

EFT E LE FACCENDE DI CASA...






In qualche modo, in passato, odiavo le faccende di casa.... Non perchè mi fossero particolarmente pesanti, ma perchè ho spesso pensato che il tempo che mi serviva per farle finisse per diventare tempo perso, che avrei  potuto dedicare ad altri interessi, ad uscire, a fare le cose che preferivo.
Da quando ho cominciato a sentire parlare di presenza mentale, però, ho dovuto riconsiderare anche le faccende domestiche, perchè la verità è che non vorrei mai cominciarle, però quando le inizio mi aiutano così tanto a restare presente,  che finisco per entrare in una specie di stato meditativo.

Questo, dopotutto, dimostra che ci possono essere molti vantaggi nel fare le faccende, anche alcuni che non daremmo affatto per scontati.

Ma immaginando che anche a voi, uomini e donne, capiti di ritrovarsi con le faccende da fare e la voglia pari a zero ho pensato a qualche giro di eft, anche un pochino “provocativa”...

In effetti, però,  i motivi per cui non ci piace o non desideriamo fare i lavori di casa possono essere i più svariati...ognuno di noi ha infatti una propria esperienza assolutamente personale e particolarissima.

Nonostante io non abbia, in questa sede, la pretesa di toccare ogni singolo caso, spero che queste frasi potranno servirvi da spunto per farvi quattro sane risate quando guardate la pila di piatti “casualmente”accumulata  sul lavello, o state per essere assaliti da gatti di polvere molto più grandi dei vostri veri amici animali.... e poter curare la vostra casa con più gioia nel cuore...

Anche se odio le faccende domestiche mi amo e mi accetto così come sono... e mi apro alla possibilità di amare anche le faccende....

Fare le faccende di casa mi permette di vivere nell’ordine e nella pulizia...

Da domani cerco di sporcare il meno possibile e  obbligo anche gli altri familiari a farlo...

Ho deciso, compro i pattini (copriscarpe) per tutti e metto la carta di alluminio intorno alle zampe del cane e del gatto....

A proposito di gatto, forse dovrei rasargli tutti i peli così non li troverei ovunque...

Anche se quando vedo la pila di roba da stirare mi sento svenire, mi amo e mi accetto...

Anche se ogni volta che decido di pulire e finisco dopo ore di fatica e proprio mentre contemplo il lavoro finito entra mio marito con l’intera squadra di hokey sul prato (con ancora pezzi di prato attaccati) per una cena a sorpresa (la sorpresa è solo mia) mi amo e mi accetto e evito di mettere loro il sale nel caffè..

Anche se quando pulisco a volte parto dall’alto dei mobili, ma solo dopo aver finito mi accorgo di avere sopra la testa un condominio di ragnatele...

Anche se siccome rispetto i ragni il condominio di ragnatele mi sa che non lo tolgo neanche più....

Anche se quando comincio a pulire ci sono luoghi della casa che spuntano pieni di sporco che io non sapevo nemmeno ci fossero, forse ho una casa stregata, mi amo e mi accetto così come sono...

Anche se non capisco come può essere che appena pulito il bagno che ci si può specchiare arriva qualcuno e dopo un momento sembra di nuovo sporco, mi amo e mi accetto e mi apro alla possibilità che certi misteri della vita siano insondabili...

Anche se spesso mi sento una casalinga disperata....

Anche se mi mortifico perchè mia mamma mi ripete sempre che una volta si, le donne pensavano alla casa, e invece io oltre a perdere i calzini in lavatrice perdo anche i cucchiai in lavastoviglie....

Anche se non me ne frega nulla delle faccende di casa e  penso che a volte potrei diventare un accumulatrice seriale di sporco....

Anche se in parte provo rabbia perchè sembra che le faccende domestiche siano “lavoro sporco” solo femminile e quando c’è da farle tutti gli altri membri della famiglia scompaiono come Hudini...

Anche se a volte nella mia cucina sembra che sia esplosa una bomba, accidenti a me e a quella volta che ho rifiutato la lavastoviglie....

Anche se mi servirebbe il genio della lampada per fare tutto e bene....

Anche se ho deciso, faccio finta di non vedere fino a sabato prossimo, spero di avere un umore migliore....

Anche se  mi cerco un sacco di scuse per non pulire e poi mi trovo con la casa che sembra un terreno di guerra.... mi apro alla possibilità di fare un pochino per volta, forse sarebbe anche tutto più leggero...

Ma a parte l’eft, cosa possiamo fare per risolvere al meglio le pulizie di casa?

Io personalmente ho trovato un mio metodo, ma penso che ognuno dovrebbe trovare il proprio.

Nel mio caso (e salvo occasioni particolari) cerco di tenere sempre molto ordine. L’ordine infatti mi permette di pulire con più rapidità.
Quando cucino, dato che non ho la lavastoviglie, pulisco un pò per volta, tipo nei tempi morti... Mentre aspetto che si scaldi il forno per esempio riesco a pulire tutti gli accessori usati per impastare e fare la torta.
Avendo poco spazio e poco tempo cucino verdure in quantità, uso ovviamente  le pentole più grandi, ma poi metto il cibo in dei contenitori per portarlo in tavola, così è più bello e anche se all’apparenza sembra di sporcare il doppio non è così, perchè le pentole le lavo subito, mentre il contenitore  con la parte che avanza per la sera o il giorno dopo, appena il cibo è freddo va riposto in frigo.
Quando tiro su i panni li divido già per tipologia e misura. Le magliette della mia bambina ci metto un attimo a stirarle e se sono tutte insieme è ancora più facile, le cose lunghe da stirare o le faccio subito (così mi tolgo il pensiero) o alla fine, se il mio obiettivo è far scendere la pila in fretta e poi concentrarmi su quelle.

Questi sono solo alcuni dei miei esempi.

Anche se non sembra pulire può essere un gioco..... da fare con i bimbi per esempio, ovviamente lasciando che loro facciano qualcosa alla propria portata.

Oppure può essere un momento di meditazione.....
La prossima volta, per esempio, cercate di pulire pensando solo ed esclusivamente a quello che state facendo: Ecco adesso prendo lo straccio, pulisco questo mobile, ecc... osservate la polvere, come si forma, dove si concentra di più, osservate e contate le ragnatele... (se possibile, in casa mia non lo sarebbe, sono troppe ihihihih).... osservate come le macchie vengono via al passare lo straccio o il mocio...

E’ possibile anche sfruttare le pulizie in maniera terapeutica......
Una cliente una volta mi ha detto che era arcistufa di sentire la suocera criticarla. Il giorno dopo doveva giusto arrivare a casa sua per il pranzo della domenica e lei, che doveva pulire tutta la casa per fare bella figura, si sentiva molto angosciata...
Le ho suggerito di immaginare che la bocca della suocera fosse un forno, e di doverlo pulire da tutte le cose brutte che le aveva detto fino ad allora... Dopo qualche ora il forno splendeva... Poi ci siamo divertite a pensare che forse anche il wc si prestava alla faccenda... Il giorno dopo la mia cliente ha chiamato, dicendomi soddisfatta “con tutte le volte che ho ripetuto –adesso ti pulisco io quella “wc” di bocca che hai – adesso nel mio bagno ci posso mangiare”.

Certo questo suggerimento non aveva assolutamente l’intento di criticare la suocera, bensì di aiutare una persona che si sentiva schiacciata dalla paura del giudizio a trovare un proprio “rituale” per fare passare l’ansia...

Ovviamente, se decidete di usarlo anche voi,  non raccontatelo alla suocera.......

giovedì 20 marzo 2014

AL VIA IL 31 MARZO L'E.F.T. WEB CAMP 2014



Ecco la nuova eccezionale avventura dell'E.F.T. WEB CAMP 2014.
Saremo in 22.... esperti di E.F.T. e di varie altre discipline....
e tratteremo temi interessantissimi.....

ECCO IL LINK PER IL PROGRAMMA BREVE:
http://eftwebcamp.files.wordpress.com/2014/03/programma-breve-eftwebcamp-20141.pdf


ECCO IL LINK PER IL PROGRAMMA COMPLETO:
http://eftwebcamp.files.wordpress.com/2012/09/programma-completo-eftwebcamp-20142.pdf

ecco un piccolo anticipo del mio prossimo intervento al CAMP:
EFT PER CASALINGHE DISPERATE.......


 Il mio titolo di quest’anno è liberamente e ironicamente ispirato ad una celebre serie americana di qualche anno fa.... In realtà io di “casalinghe” disperate ne conosco poche.... Conosco donne che non hanno una sola etichetta e che tuttavia hanno il ruolo di madre,moglie, lavoratrice di o in-dipendente, casalinga, amica, amante, consigliera, figlia, sorella, insegnante, studentessa, sorella di sangue e
a volte anche d’anima, per non citarne che alcuni...
Ovviamente lo stesso discorso si può declinare al maschile.....
Spesso questi ruoli li viviamo tutti insieme contemporaneamente, in una vita frenetica, e magari facciamo fatica a lasciarne uno per prenderne un altro quando dovremmo.... qualche volta può capitare per esempio di chiamare il pediatra al posto del veterinario, di entrare al lavoro di corsa con i calzini dei figli appesi alla borsa... di portare fuori il cane, dare da bere al prato, asciugarsi i capelli all’aria e nello stesso lasso di tempo ripassare mentalmente i compiti delle prossime 12 ore....
Nel mio ruolo di Coach energetica provocativa vi voglio mostrare che fra la “disperazione” di certi momenti in cui crediamo di dover essere delle wonder woman moderne per riuscire a far tutto e ci sforziamo a testa bassa come i muli e la diversa “disperazione” di altri istanti in cui ci sentiamo un fallimento perché non riusciamo a far bene nulla, esiste una TERRA DI MEZZO, che l’EFT e altre tecniche energetiche vi possono aiutare a scoprire... quella in cui il tragico diventa comico...
Per questo vi invito al mio webinar, e a leggere il mio report.... Vivremo insieme la giornata tragicomica di una ipotetica “casalinga disperata” moderna e scopriremo come EFT e SET ci possano far vedere tutto con un sorriso, per affrontare la vita più allineati a chi veramente siamo, indipendentemente dall’etichetta che ci hanno o ci siamo date/i....

Vi aspetto all’EFTWEBCAMP 2014. 

Con AMORE, Virna

martedì 18 marzo 2014

EFT E WHITE CHESTNUT: per le continue preoccupazioni e il continuo lavorio mentale.



Introduzione

Per chi ha poca dimestichezza con EFT e con i FIORI DI BACH rimando alle apposite sezioni di questo stesso blog, dove potrete trovare degli articoli introduttivi, utili per un primo incontro con entrambe queste straordinarie risorse.

Per chi sta visitando per la prima volta EFT-VENETO, questo che state leggendo fa parte di una serie di articoli che hanno l’intento di suggerire come si possano combinare l’uso di EFT con l’assunzione dei Fiori di Bach.

Per comodità espositiva e per non generare confusione viene trattato un singolo fiore alla volta

Buona lettura e Buon picchiettamento.

WHITE CHESTNUT – stato d’animo negativo

Le persone che necessitano di White Chestnut sono costantemente assillate dai loro pensieri, tanto da raggiungere un livello di stress a volte insopportabile, e soffrire di sintomi quali scarsa concentranzione, insonnia, incubi, cefalee, stanchezza. Quando incontrate qualcuno che vi dice frasi come “Non riesco a smettere di pensarci”, “Farei volentieri a meno di tutti questi pensieri”, “Con tutti i pensieri che ho non riesco a dormire”, quella persona ha sicuramente da beneficiare dell’aiuto di questo rimedio. Quando si è in questo stato negativo la mente si comporta come un frullatore impazzito, e frulla e rifrulla gli stessi pensieri togliendo energia alla persona, che manca di lucidità e di contatto con l’aspetto emotivo, perchè tutta presa nel proprio piano mentale.


WHITE CHESTNUT – stato d’animo trasformato

La grande qualità di White Chestnut è la forza mentale. Se la nostra mente è in equilibrio possiamo usarla con lucidità, prontezza e concentrazione per trovare le risorse, le soluzioni, le idee più adeguate per noi. Il rimedio aiuta chi lo assume a ritrovare il controllo dei propri pensieri per poterli incanalare verso le manifestazioni che più lo aggradano.


WHITE CHESTNUT ed EFT

Ecco alcuni giri da sperimentare nel caso che vi riconosciate nella descrizione data poco più sopra, o che stiate già assumendo WHITE CHESTNUT


QUANDO NON SI RIESCE A FERMARE IL FLUSSO DEI PENSIERI

Punto karate: anche se non riesco a staccare con la testa, ho troppi pensieri, mi amo e mi accetto completamente e mi apro alla possibilità di amare anche quei pensieri e lasciarli andare...
Sopra la testa: è come se in testa avessi un frullatore
Sopracciglio: i pensieri girano e girano
Lato dell’occhio: non riesco a fermarli nemmeno di notte
Sotto l’occhio: farei di tutto per fermare questi pensieri...
Sotto il naso: ma non riesco
Sotto il labbro: quanti pensieri

Clavicole: non ho proprio il controllo dei miei pensieri
Sotto ascella: farei di tutto per spegnerli
Sotto seno: penso troppo

Continuate a picchiettare i punti sulle dita. Concentratevi sui vostri pensieri. Lasciateli scorrere cercando di non identificarvi con loro. Lasciate semplicemente che passino. Se vi aiuta ragionare per immagini potete focalizzare i pensieri come foglie che si staccano dai rami degli alberi e volano via.



QUANDO ABBIAMO ASSISTITO AD UNA BRUTTA SCENA (TIPO UN INCIDENTE – MA ANCHE UNA SCENA IN TV IN UN TELEGIORNALE O IN UN FILM) E CONTINUIAMO A PENSARCI



Punto karate: Non faccio altro che rivedere la scena di quell’incidente
Sopra la testa: mi capita sia di giorno che di notte
Sopracciglio: la rivedo cento e cento volte
Lato dell’occhio: come fosse oggi
Sotto l’occhio: non riesco a non pensarci
Sotto il naso: mi torna sempre in mente
Sotto il labbro: rivedo sempre la stessa scena

Clavicole: mi turba il sonno
Sotto ascella: la testa è così piena di quella scena che mi fa male
Sotto seno: la rivedo in continuazione

Picchiettare quindi tutti i punti sulle dita. Rintracciare la scena nel nostro spazio personale.
Picchiettare e ripetere:
Anche se nel mio spazio di percezione è ancora presente la rappresentazione congelata di quella scena X, ed io continuo a reagire ad essa, recupero tutta l’energia che ho utilizzato per costruirla e mantenerla e la riporto nel mio centro.
Fare molti respiri profondi continuando a respirare e se emergono altri aspetti della scena ripetere la frase appena detta calibrandola su quanto emerso.