domenica 27 settembre 2020

CORSO BASE DI EFT ON LINE 14-21-28 OTTOBRE

Se il tuo copro emozionale non è in equilibrio qualsiasi tua decisione, reazione, interazione saranno influenzati dalle ferite non risolte, dalle emozioni ancora non elaborate, da ciò che in passato ti ha ferito, condizionato e non è ancora digerito.

La strategia migliore per portare in equilibrio il tuo corpo emozionale è portare consapevolezza a cosa accade nel mondo e a come tu ti muovi nel mondo:
quali aspetti della tua esperienza non sono in armonia?
come reagisci?
cosa ti fa reagire?
che emozioni accompagnano il tuo vissuto?
quali ferite senti ancora attive?
Aumentare la propria consapevolezza e autoconsapevolezza ti toglie dal ruolo di vittima degli eventi e ti ricolloca nella posizione di attore consapevole della tua vita.
Se vuoi conoscere uno straordinario, semplice, efficace metodo di intervento per riportare equilibrio nel tuo corpo emotivo partecipa ad un corso di EFT.

Eft è una pratica disintossicante: la sua applicazione quotidiana ti libera dal surplus emozionale non digerito, ti aiuta a prendere confidenza con le emozioni e a comprendere i messaggi senza picchi emozionali ingestibili e ti permette di digerire anche gli “arretrati” emotivi irrisolti.
Ma come si fa?
Si stimolano una serie di punti sul corpo lungo i meridiani energetici. Ecco i punti.





Per saperne di più iscriviti al corso base dove imparerai ad applicare Eft alla tua esperienza personale.


Il prossimo si tiene on line 14-21-28 ottobre.






Scrivimi per informazioni.

mercoledì 23 settembre 2020

Eft e quello che pensi di te

 Che cosa pensi di te?

Come parli di te stesso agli altri?

Che idee trasmetti su di te a chi ti sta intorno?


Le cose che esprimi su te stesso ti potenziano o ti fanno sentire male?

Per esempio: 

Pensi di avere delle qualità o di essere una fallimento?

Se commetti un errore pensi che hai commesso un errore o che sei inutile e sbagli sempre?

Se litighi con qualcuno sai assumerti la responsabilità della tua parte o pensi che è tutta colpa tua e dovevi star zitto per non far soffrire l’altro?


Come ti esprimi su di te, ciò che pensi di te condiziona il tuo atteggiamento con la vita e con gli altri.


Può essere interessante prendere appunti su ciò che pensi di te stesso e fare Eft se trovi fra i tuoi appunti frasi condizionanti o depotenzianti.


Scrivimi se vuoi partecipare al prossimo corso base di ottobre.


Virna

venerdì 18 settembre 2020

Come formulare la frase di preparazione di Eft

 Una delle cose che le persone lamentano di più quando si approcciano ad Eft è di non sapere come formulare la frase di preparazione. 

Oggi voglio chiarire che la frase di preparazione va presa d’ala più semplice delle cose le salgono alla tua mente cosciente, diciamo che è nel pesce che sale a galla per dirla in parole povere… 

La preparazione va scelta inserendo nella frase base di eft: anche se .... mi amo e mi accetto così come sono,

esattamente quello che ti turba, che ti crea problemi, che senti, che stai pensando in quel momento. 

Se per esempio provi rabbia puoi stimolare il tuo sistema energetico ripetendo:

anche se provo questa rabbia mi amo e mi accetto così come sono. 

Se invece pensi di essere un fallimento puoi stimolare il tuo sistema energetico ripetendo: anche se penso di essere un fallimento mi ama mi accetto così come sono. 

Alcune volte puoi star ricordando alcuni dettagli di un evento, allora posso chiarirti come formulare le frasi: la frase va sempre riportata a sé stessi, ad esempio se il tuo capufficio ti ha fatto arrabbiare la frase giusta non è: anche se il mio capufficio mi ha fatto arrabbiare ecc, perché riguarda un’azione di un’altra persona ma potrebbe essere formulata così: anche se il mio capufficio mi ha fatto arrabbiare e questo mi turba, mi amo e mi accetto così come sono 

oppure trasformando la frase potresti dire: anche se provo rabbia verso il mio capufficio che ha fatto quella cosa, mi amo e mi accetto così come sono. 

Un altro chiarimento è che spesso pensiamo qualcosa di complesso quindi può essere utile spezzettare la questione in più frasi e fare più frasi su diversi aspetti, ad esempio la rabbia che provi, l’immagine del capufficio, i diversi aspetti auditivi, visivi, percettivi, emotivi di quanto accaduto, il pensiero che non vieni rispettato e quello che ti senti un fallimento, l’idea che non sai cosa succederà domani eccetera eccetera.

E se per caso un emozione ti sovrasta fai set diretta, ovvero applica la stimolazione restando in ascolto di quel che provi senza formulare alcuna frase ma focalizzando ciò che provi e quel che esce picchiettando.


Virna 

mercoledì 16 settembre 2020

Eft e le convinzioni limitanti

 Non è affatto sbagliato avere idee e convinzioni, ma se tu hai una idea o convinzione limitante su te stesso, sugli altri o sul mondo questa idea influenzerà tutta la tua vita.

Ad esempio immagina di avere ricevuto dai tuoi l’idea che le persone ricche sono tutte in pericolo, perché potrebbero rapinarle, questo a livello inconscio può costituire un allarme che scatta ogni volta che provi ad arricchirti.

Per essere efficace una convinzione deve essere radicata ed associata ad una emozione, sia positiva che negativa.

Per questo molte volte le persone si approcciano alla legge di attrazione ed è un fallimento, perché si concentrano sui pensieri, e sul pensare positivo, senza andare a disinnescare convinzioni legate al corpo emotivo e memorie emozionali. 


Se qualcosa nella tua vita non funziona come vorresti la prima cosa che puoi fare è indagare le convinzioni che hai rispetto a quella cosa per scovare le convinzioni limitanti.

Una volta preso appunti sulle tue convinzioni puoi applicare Eft o set ad ognuna di esse è osservare cosa sale alla tua mente cosciente.

Eft o set agevolano l’emersione in sicurezza di ricordi, idee, fantasie, presenti nel tuo campo e ti agevolano nel disinnescare ciò che è ancora carico.

Buona sperimentazione.

venerdì 11 settembre 2020

EFT PER VINCERE LA PAURA del COVID - IL RITORNO A SCUOLA



fonte immagine: il film "L'Attimo fuggente"


 di Tiziana Manca Gherrino Alessi


VINCERE LA PAURA

Inizio l’anno scolastico il 31 agosto, riunione organizzativa per dare una logistica ad un anno che inizia come un’incognita.

Facciamo un giro per controllare che i banchi siano messi in ordine corretto, a distanza tale da consentire agli studenti di essere ad un metro “buccale”, come dice il decreto.

Alcuni ragazzi ci sono già, stanno frequentando i corsi di recupero, l’insegnante di matematica spiega.

Metto dentro la testa con i colleghi e vedo una ragazzina seduta sul suo banco, da sola e a distanza dagli altri, che appena ci vede si schiaccia letteralmente sul muro vicino a cui è seduta, sgranando gli occhi.

All’ inizio non capisco e le dico scherzando:” Tesoro cos’hai? Non avrai mica paura del prof o della matematica, dai, che è il primo giorno!”

Uso la voce in tono scherzoso, ho la mascherina e magari non mi sente penso, e anche i miei occhi si sforzano di sorridere.

Ma lei non sorride, non ride per niente, anzi, strizza gli occhi e se stessa sempre di più al muro e dice :” No no, non è del prof, e neanche della matematica che ho paura.” Fa una pausa, deglutisce, non guarda né me né i suoi compagni, è chiusa dentro se stessa. “E’ del co... che ho paura”.

Non rispondo stavolta, auguro buon lavoro e me ne vado, ma ho capito. Ho capito una cosa importante. Ho capito che ruolo possiamo avere noi adulti verso questi ragazzi, figli, studenti.

Il nostro ruolo è fare gli adulti. Un adulto è colui che rincuora i bimbi che hanno paura del buio, dei rumori quando sono piccoli, e via via che crescono, sono le rocce a cui attaccarsi quando si perde l’equilibrio.

Il nostro ruolo è riprendere il contatto con i ragazzi, con le loro menti e i loro cuori, attraverso la “normalità” della scuola e della vita. Anche con le mascherine. Anche con le visiere. Perché la vita è socialità, è contatto, anche se solo visivo, ma è contatto.

Perché la vita è viva. E noi siamo vivi. Se siamo qui a raccontarlo siamo vivi.

Una signora di 95 anni mi ha detto:” Io non capisco perché questo terrore, questo terrorizzare le persone, i bambini, i giovani. Noi durante la seconda guerra mondiale uscivamo durante i bombardamenti, e andavamo a ballare. Sapevamo che saremmo potuti morire, ma uscivamo e cercavamo di comportarci normalmente, cosa avremmo dovuto fare? Se fossimo rimasti in casa, una bomba sarebbe potuta esplodere sulla casa. Oppure per strada, magari avrebbe potuto colpirci il proiettile di un cecchino. O altro…ma sono ancora qui che lo racconto, quindi. Non abbiate paura, e se vedete qualcuno che ce l’ha, non ditegli di non averne, fareste peggio. Fategli fare altro, qualcosa che gli faccia piacere, che lo faccia ridere!”

Buon Anno Scolastico a tutti noi!


Tiziana

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EFT PER VINCERE LA PAURA del COVID - IL RITORNO A SCUOLA

di Virna Trivellato

Dopo mesi di panico e confusione, senza avere ben chiaro cosa ci aspetta dopo che avremo ripreso, la scuola è alle porte.

Nella maggior parte degli istituti mancano appena 3 giorni per il riavvio del nuovo anno scolastico

Ma le emozioni in gioco possono essere tante.

Certo ci sono anche quelle belle come l'emozione del ritorno ad una vita che forse potrebbe sembrare un pò più normale di quella vissuta negli ultimi mesi, nonostante l'attenzione vada tenuta alta e gli ausili per la prevenzione del contagio ci ricordino che con il virus non si può scherzare, anche se per alleggerire la questione certamente se ne può scherzare...

Però ci sono anche quelle dense, come la paura...

E che si sia genitori, professori, ausiliari, presidi, o studenti, insomma, qualunque siano il ruolo e l'età, trovarsi a tu per tu con la paura non è semplice.

Abbiamo paura di tornare alla normalità, abbiamo paura che non ritorneremo mai alla normalità, abbiamo paura per la salute nostra e dei nostri cari, abbiamo paura per le condizioni economiche, nostre e dei nostri cari, abbiamo paura per la perdita di libertà, abbiamo paura di perdere più di quel che sentiamo già di aver perso, abbiamo paura e in ciascuno, a seconda dell'età e dei vissuti personali, questa paura può avere o assumere di giorno in giorno delle sfumature diverse e mescolarsi con diverse altre emozioni: lutto, tristezza, rabbia, dolore, ecc. ecc.

Se sei un adulto, la prima cosa che puoi fare per te è accettare quello che c’è, ricollegarti alle tue emozioni, accettare la paura che senti e come la senti.
Evitare di sentire e fare di tutto per distrarti da ciò che provi infatti ti scollega da te stesso e non ti permette di trasformare ed elaborare le tue emozioni, accoglierle invece crea il giusto spazio per affrontarle e andare oltre!
Però è vero che anche questo può fare paura, può darsi che tu non sia abituato a sentire, a restare in contatto con le tue emozioni, può essere che ti sia abituato a giudicarti per ciò che provi, a indossare una maschera di forza, a cercare di controllare tutto, a ricacciare indietro ciò che provi perché ti sembra sbagliato provarlo...

Inizia dal prendere contatto con la tua eventuale difficoltà a lasciar spazio alle emozioni, e comincia a riconoscere cosa si muove in te.

Provo paura?
Di che cosa ho paura?
Da dove arriva questa paura?
Quale altra emozione sto provando?
Dove sento la paura nel corpo?
Dove sento l’altra emozione nel corpo?


Focalizza la paura, fai un bel respiro e ripeti:

Rilascio ogni attaccamento emotivo a questa paura e alla sua causa profonda

Focalizza ogni altra emozione, fai un bel respiro e ripeti:

Rilascio ogni attaccamento emotivo a questa emozione e alla sua causa profonda.

E se sei un genitore, un educatore, un insegnante, o qualcuno che per qualunque ragione segue o guida un giovane, un fanciullo o un bambino aiuta anche lui o lei a fare lo stesso, a riconoscere le proprie emozioni, a riconoscere la paura, a darle un nome, una forma.

Usa gli strumenti a tua disposizione, ma soprattutto apri gli occhi, le orecchie e il cuore e crea uno spazio sacro dove potete comunicare da cuore a cuore. Anche con le mascherine è possibile. Anche con le visiere è possibile.

E ricorda:

Puoi sempre aiutare un bambino a divenire consapevole di quello che prova e puoi farlo facendolo disegnare, o dipingere, raccontare, scrivere, creare.
Puoi aiutarlo a fare un gioco dove le emozioni hanno un nome, una voce, e dicono quello che magari il piccolo non sa bene come esprimere.
Puoi insegnargli il gioco del picchietto e farlo con lui...

Se ti fa piacere puoi anche scaricare questa storia che ho scritto tanto tempo fa:


giovedì 10 settembre 2020

Eft e sentirsi sbagliato

 Oggi condivido il pensiero di uno dei miei insegnanti:



Se soffriamo è sempre perché crediamo qualcosa che non è vero. Spesso il mondo è molto più gentile dei pensieri giudicanti che abbiamo dentro su noi stessi e su di esso. Sono le nostre strutture interne che ci fanno dire della realtà che non dovrebbe essere così, che dovrebbe essere migliore, o che ciò che abbiamo davanti è sbagliato. Spesso crediamo lo stesso di noi. 


S. W.



A questo proposito se ti capita di sentirti sbagliato puoi usare Eft: attiva il tuo sistema energetico e ripeti:


Anche se mi sento sbagliato tutto questo può cambiare e lascio che cambi. Mi apro alla possibilità di accettarmi con pregi e difetti, così come sono.



Continua a stimolare il tuo sistema e focalizza se emergono pensieri, ricordi, immagini, fantasie, idee, legate al tuo sentirti sbagliato.


Dedica un giro di Eft ad ogni cosa che emerge.


Buona esplorazione.

E se hai bisogno di una guida contattami pure in privato.

Virna 

mercoledì 9 settembre 2020

Riflessioni sulle reazioni emotive




Possono capitare momenti in cui perdi di vista te stesso, e allora è più facile guardare fuori a cosa l’altro ti ha fatto, ti ha detto, oppure non ha detto o fatto che avrebbe dovuto.

Ma guardare fuori in realtà serve soltanto se ti ricorda anche di guardare dentro, dentro le proiezioni che mandi all’esterno e che l’esterno rimanda affinché tu scopra quello che ancora non ha trovato posto dentro il flusso della tua esistenza.

La verità è che le tue emozioni sono le chiavi per comprendere meglio quello che vivi. 

E se sono neutre e vissute con neutralità ti possono fare da bussola per orientarti nel mondo.

Diverso invece è quando le emozioni si risvegliano o risvegliano reazioni a partire da un flusso di memoria. Come quando infili poche gocce in un vaso già colmo e il contenuto esplode.

La verità è che tutte le volte che un’emozione ti acceca e tu la segui nel suo detonare ti sposti dal presente per andare al passato dove si è interrotto un flusso ed è rimasta dell’energia bloccata, in una ferita, collegata ad un irrisolto che ha causato dolore.

E tutte le volte che accade tu hai l’occasione di disinnescare quel che è stato portando all’attenzione cosciente le tue percezioni, i tuoi pensieri, i tuoi ricordi, lo stato del tuo corpo e le tue reazioni.

Ogni innesco è come un filo rosso da percorrere, come le briciole di Hansel e Gretel per tornare al punto dove tutto è iniziato e sanare quel che non ha trovato elaborazione.

Perciò la prossima volta che esplodi, anche se è accaduto non ti biasimare, usa quel che è successo per te, per portare a consapevolezza che cosa ti ha fatto reagire, se la reazione era complementare all’evento o se era ipo o iper dimensionata.


Puoi stimolare il tuo sistema energetico e chiederti.

Ho sovra reagito?

Ho reagito in modo inadeguato?

E se così è stato cosa mi ha portato a non reagire adeguatamente? 

Cosa mi ha portato a reagire in maniera eccessiva?

Cosa vedo di me in ciò che è successo?

Che cosa mi racconta quel che è successo di me e del mio passato e della mia vita?

Che cosa mi racconta dei miei bisogni, dei miei desideri? 

Che cosa posso imparare qui?


lunedì 7 settembre 2020

Tu chiamale se vuoi emozioni...

 Ogni giorno le nostre emozioni variano moltissimo. Possiamo passare dal riso al pianto, dalla tristezza alla felicità.

Le emozioni sono sofisticate risposte agli stimoli interni ed esterni, ma sono guide potenti per comprendere le nostre mappe del mondo. 

C’è una emozione che permane nella tua vita? C’è una emozione che non vorresti provare ma provi spesso?

C’è una emozione che domina le tue giornate e non sai come elaborare?

L’emozione è la reazione.

Impara a conoscerla: come si manifesta questa emozione e quando?

Cosa sento nel corpo?

Ci sono altre emozioni che la accompagnano?

Da quanto convivi con questa emozione?

Cosa è accaduto prima che si manifestasse? 

L’emozione è la reazione, impara ad ascoltare di cosa ti parla:

Quale pensiero si associa a questa emozione?

Emergono ricordi, pensieri, idee, fantasie?


Quando hai risposto a questa seconda domanda hai trovato l’elemento che ti attiva e puoi applicare Eft.


Ad esempio: anche se ho questo ricordo e ancora mi influenza mi amo e mi accetto completamente e profondamente.


Se non riesci a trovare ciò che ti attiva usa Eft sull’emozione:


Anche se provo questa emozione mi amo e mi accetto completamente e profondamente.

domenica 6 settembre 2020

RIFLESSIONI SU VERGOGNA E INADEGUATEZZA



La vergogna ci impedisce di percepirci e ci scollega da noi stessi, lasciandoci in balia del senso di colpa per Non essere come dovremmo.

Molto spesso la vergogna ci scollega dal nostro corpo, dai nostri istinti primari, ci zittisce, ci ferma, ci inibisce. 

Se penso alla vergogna mi vengono in mente figure di bambini rannicchiati su se stessi, nell’atteggiamento di chi vorrebbe sprofondare, di chi vorrebbe non esserci, di chi si trova a sperare di non essere visto per non essere più ridicolizzato, beffeggiato, svergognato per qualcosa che ha detto, che ha fatto o ancora peggio che è.

Ricordo per esempio come mi sono sentita io, da piccolo mentre ricevevo certi appellativi che mi facevano vergognare profondamente di esistere.

E poi ricordo il dolore, forte e sordo allo stesso tempo, le mie spalle ricurve, e quella voglia di nascondermi e non farmi vedere più... il desiderio di rendermi invisibile o ancora meglio sparire!

La vergogna crea uno strato di dolore dentro, e si radica in noi, che finiamo per non sentirci mai abbastanza belli, o buoni, o bravi, o con le qualità giuste per essere accettati dagli altri.

E ci scolleghiamo da noi stessi, per sentire meno possibile quella sensazione di essere un fallimento, di volere sparire e finiamo per perderci. 

La cosa buffa è che anche dietro la maschera del vincitore può celarsi la vergogna, quella vergogna che ci spinge a dimostrare a tutti i costi di valere qualcosa pur di poterla zittire un po’, ma spesso anche il ruolo del vincente ci costa comunque in termini di serenità, di benessere, di tranquillità e di relazioni: “perché devo sempre vincere, per non vergognarmi più di come sono, e quindi vivo sulla corda, sempre, e non posso mollare, mai.”

Anche la vergogna, per essere superata, richiede un viaggio dentro di se’, che ci possa portare fuori dall’immagine di fallimento e dalla ferita che abbiamo dentro, fino a farci superare la sensazione di non essere degni, di non valere quanto gli altri, di non andar bene così come siamo.

E il primo passo, come sempre, è l’accettazione, l’ammissione del fatto che “sto provando vergogna, e mi sento sbagliato, inadeguato, e gli altri sembrano tutti più degni d’amore di me... “ o così via, per poi scoprire che cosa genera in noi la sensazione di vergogna, quali sono i fattori scatenanti e cosa ci raccontano delle nostre mappe del mondo.

Disinnescare la vergogna e le sue radici è possibile, riportando energia in flusso e superando le esperienze della nostra storia passata che ci fanno pensare di non valere, di non essere degni, di non meritare amore, per ritornare a sentire la voce della nostra Essenza e a percepire la bellezza della nostra unicità.



Se la vergogna ti risuona attiva il tuo sistema energetico e ripeti



Anche se provo questa sensazione di vergogna e questo influenza la mia vita tutto questo può cambiare e scelgo che cambi. E INADEGUATEZZA 


La vergogna ci impedisce di percepirci e ci scollega da noi stessi, lasciandoci in balia del senso di colpa per Non essere come dovremmo.

Molto spesso la vergogna ci scollega dal nostro corpo, dai nostri istinti primari, ci zittisce, ci ferma, ci inibisce. 

Se penso alla vergogna mi vengono in mente figure di bambini rannicchiati su se stessi, nell’atteggiamento di chi vorrebbe sprofondare, di chi vorrebbe non esserci, di chi si trova a sperare di non essere visto per non essere più ridicolizzato, beffeggiato, svergognato per qualcosa che ha detto, che ha fatto o ancora peggio che è.

Ricordo per esempio come mi sono sentita io, da piccolo mentre ricevevo certi appellativi che mi facevano vergognare profondamente di esistere.

E poi ricordo il dolore, forte e sordo allo stesso tempo, le mie spalle ricurve, e quella voglia di nascondermi e non farmi vedere più... il desiderio di rendermi invisibile o ancora meglio sparire!

La vergogna crea uno strato di dolore dentro, e si radica in noi, che finiamo per non sentirci mai abbastanza belli, o buoni, o bravi, o con le qualità giuste per essere accettati dagli altri.

E ci scolleghiamo da noi stessi, per sentire meno possibile quella sensazione di essere un fallimento, di volere sparire e finiamo per perderci. 

La cosa buffa è che anche dietro la maschera del vincitore può celarsi la vergogna, quella vergogna che ci spinge a dimostrare a tutti i costi di valere qualcosa pur di poterla zittire un po’, ma spesso anche il ruolo del vincente ci costa comunque in termini di serenità, di benessere, di tranquillità e di relazioni: “perché devo sempre vincere, per non vergognarmi più di come sono, e quindi vivo sulla corda, sempre, e non posso mollare, mai.”

Anche la vergogna, per essere superata, richiede un viaggio dentro di se’, che ci possa portare fuori dall’immagine di fallimento e dalla ferita che abbiamo dentro, fino a farci superare la sensazione di non essere degni, di non valere quanto gli altri, di non andar bene così come siamo.

E il primo passo, come sempre, è l’accettazione, l’ammissione del fatto che “sto provando vergogna, e mi sento sbagliato, inadeguato, e gli altri sembrano tutti più degni d’amore di me... “ o così via, per poi scoprire che cosa genera in noi la sensazione di vergogna, quali sono i fattori scatenanti e cosa ci raccontano delle nostre mappe del mondo.

Disinnescare la vergogna e le sue radici è possibile, riportando energia in flusso e superando le esperienze della nostra storia passata che ci fanno pensare di non valere, di non essere degni, di non meritare amore, per ritornare a sentire la voce della nostra Essenza e a percepire la bellezza della nostra unicità.



Se la vergogna ti risuona attiva il tuo sistema energetico e ripeti



Anche se provo questa sensazione di vergogna e questo influenza la mia vita tutto questo può cambiare e scelgo che cambi.

sabato 5 settembre 2020

Riflessione sul dolore



A volte è davvero difficile recuperare dentro di se’ qualcosa di interrotto. 

Come un abbandono, un tradimento, un movimento interrotto d’amore rimasto sospeso al suo inizio, ecc.

È la rimembranza del dolore che ci tiene lontano dalla guarigione isolando dentro di noi frammenti di memoria, ma anche di emozioni; parcellizzando ciò che dovrebbe essere indivisibile in tanti piccoli pezzi disgiunti e creando disarmonia.

Ci ricordiamo il dolore provato e tanto basta a separarci da intere parti di noi, congelate nello spazio tempo e non più cresciute, non più vissute, non scelte, come abiti che ci fossero appartenuti ma poi buttati in un angolo dell’armadio e non guardati più.

Eppure tagliamo fuori con il dolore anche una parte della nostra speranza, della nostra bellezza, della nostra vita.

Il Separatismo dentro di noi non ci fa più percepire l’intero e ci infiliamo maschere per continuare a vivere, per riuscire a stare dove siamo o ci pensiamo “al sicuro”, per poter sentire meno male possibile.

La verità è che c’è qualcosa di salvifico nel rifiutare un grande dolore, ma anche qualcosa di profondamente mortale: sopravviviamo, è vero, ma muore una parte di noi, tralasciamo talenti e virtù, smettiamo di alimentare sogni, di curare ferite, di cercare obiettivi semplicemente cercando di attutire ciò che c’è sotto e fa male. 

E ci perdiamo.

Ma non è così che diviene utile il dolore.

Lo diventa, utile, solo quando lasciamo che faccia il suo corso, abbracciandolo o prendendolo fra le mani, bagnandolo forse delle lacrime che magari abbiamo trattenuto e mai pianto, lasciandolo permeare ed avvolgere dalle emozioni represse e celate, e comprendendo come trasformare l’esperienza dolorosa passata nella leva più forte per il nostro cammino a venire, scegliendo consapevolmente di tirare fuori da ogni cosa che è stata la versione più alta possibile di noi, quella levigata dal passato, forte del presente, ma rivolta con speranza al futuro.

Spesso, quando ci siamo tagliati fuori da un dolore, sia esso più antico o soltanto passato, ci serve ridiscendere gli inferi nei quali non siamo voluti transitare e recuperare l’anima nostra, o i suoi frammenti perduti, anche attraverso il riprendere contatto con tutte le Emozioni negate.

E può sembrare qualcosa di insostenibile.

Ma non è così.

Se lasci che le emozioni che hai represso in te possano uscire libere e ti fai dimora accogliente, osservatore non giudicante, se riesci a restare a osservare il processo, ti accorgerai ben prima che poi che tutto si espande e si dilata, e se non contrai il tuo sistema per attaccarti o trattenere ciò che vedi scorrere presto il processo si evolverà lasciandoti più saggio, libero e consapevole di prima. 

E spesso ti sentirai con dentro un potenziale che non sentivi più disponibile o non conoscevi ancora.

Non c’è liberazione possibile quando qualcosa è nascosto.

Ma c’è sempre rinascita dopo ogni dolore!



Se ti sei sentito toccato dalle mie parole metti le mani sul cuore, la sinistra sopra il cuore e la destra sopra la sinistra e ripeti:


Rilascio ogni attaccamento emotivo al dolore passato e che non mi è più utile trattenere.

venerdì 4 settembre 2020

RIFLESSIONI SU CONDIZIONAMENTI E IRRETIMENTI



Concetti o temi come quelli di Denaro, sessualità, amore, relazione, successo o divertimento, ma anche altri e come noi li viviamo nella nostra vita di ogni giorno possono essere stati influenzati pesantemente in noi da come ci si approcciavano i nostri genitori, gli adulti di riferimento o perfino qualcuno che non abbiamo conosciuto ma che è appartenuto all’albero prima di noi.

Se incontri difficoltà in una o più aree legate a questi temi, prima di tutto fermati, prenditi del tempo per riflettere e possibilmente usa un foglio e una penna...

Inizia ad analizzare ciò che il campo ti rimanda rispondendo a queste domande:

Come vivo io questo (denaro, amore, sessualità... ecc.)?

Che cosa penso di questo?

Quali emozioni provo più spesso legate a questo?


Scrivi fino a che senti che non c’è più nulla che ti venga in mente, prendendoti anche più giorni se serve.


Poi prendi ciò che hai scritto, e chiediti:

Mi ricorda qualcuno della mia famiglia di origine?

Mi ricorda l’atteggiamento di qualcuno della mia famiglia di origine?

Mi ricorda il vissuto di qualcuno della mia famiglia di origine anche se non l’ho conosciuto ma ne ho solo sentito parlare?


Se conosci poco di chi ti ha preceduto una volta che ti è chiaro cosa ti rimanda il campo rispetto al tema che hai scelto di indagare prova a raccogliere più informazioni possibili da chi hai intorno.


Qualunque cosa venga fuori alla fine riprendi i tuoi appunti, e valuta una cosa alla volta.

Ti causa stress? 

Se la risposta è no passa oltre.

Se la risposta è si usa un giro di Eft su quel che leggi.

Se è emersa l’influenza di qualcuno ripeti anche: 

ANCHE SE È EMERSA QUESTA COSA CHE INFLUENZA LA MIA VITA TUTTO QUESTO PUÒ CAMBIARE E SCELGO CHE CAMBI.

giovedì 3 settembre 2020

Eft per il cambiamento

 Se ti senti bloccato in una situazione stagnante, 

Se senti che giri intorno ad un problema,

Se non sai come risolvere qualcosa ma ci pensi continuamente,

Se credi che la situazione non possa avere soluzione, o vie d’uscita,

Se la tua energia è bloccata,

Se senti di non riuscire a vedere oltre,

FAI QUALCOSA DI NUOVO.

È sufficiente una cosa anche piccola, che rispetti i tuoi valori, le tue finanze, le tue possibilità.

Non serve rompere con tutto e con tutti, basta introdurre un cambiamento, anche piccolo, come un viaggio, un corso, un’uscita, un nuovo hobby, un interesse, una frequentazione.

Questo ti permetterà di muovere energia sul piano fisico e consentirà un cambiamento in tutto il sistema, che, anche se piccolo, potrà permetterti nuovi gesti, nuovi pensieri, nuove idee, nuove prospettive.

E se hai paura di fare un cambiamento, anche piccolo, stimola il tuo sistema energetico e ripeti:

Anche se ho paura di fare un cambiamento, anche piccolo, mi apro alla possibilità di farlo nel modo e nel tempo migliore per me.



Buona sperimentazione con Eft.

mercoledì 2 settembre 2020

Eft in breve

 Eft può essere molto utile per affrontare i problemi e le emozioni nelle relazioni.


Tanto tanto tempo fa stavo vivendo in coppia ma la relazione mi provocava grande sofferenza. Non riuscivo ad essere felice, non riuscivo a prendere una decisione, non riuscivo quasi a muovermi e vivevo per inerzia nel dolore.

Questo dolore si trasformava spesso in una sofferenza insopportabile che mi bloccava ancora di più.

È stato allora che mi sono chiesta come potevo imparare a gestire le mie emozioni senza farmi travolgere. 

Ed è arrivato Eft.

Ho seguito un primo corso, e poi ho praticato, praticato, praticato finché non sono stata  capace di affrontare i miei stati emotivi e liberare energia per seguire il mio cammino, scegliere dove andare, cosa fare e come essere.

Eft è un insieme di tecniche per la liberazione emotiva.

Si basa sulla stimolazione di alcuni punti sui meridiani e sulla ripetizione di frasi.

Per conoscerla meglio guarda questo video

https://youtu.be/r3jUYg8GvxM

martedì 1 settembre 2020

Eft e abbondanza

 Un blocco inconscio è come un muro, un limite radicato dentro il nostro sistema che può andare in conflitto con desideri, aspirazioni e obiettivi.

Un blocco inconscio si radica come limite dopo un vissuto che non siamo risusciti ad elaborare, o a causa di affermazioni limitanti sul nostro essere che abbiamo fatto nostre, oppure ancora perché abbiamo filtrato l’esperienza di qualcuno di caro e tratto da essa delle conclusioni che ci limitano su noi stessi, sulla vita o sul mondo.

Immagina di poter trattare un blocco inconscio sull’abbondanza.

Potresti avere tratto dalla tua famiglia delle idee sul denaro e averle prese per buone.

Potresti avere l’idea che il denaro sia “sporco”, che sia un pericolo, che venga “dal demonio”, che si creino inimicizie a causa sua, che porti solo guai, o chi più ne ha più ne metta.

Per liberare energia potenziale relativa al denaro e al tuo rapporto con esso ogni idea limitante può essere trattata con Eft.

Ad esempio:

Anche se ho questa idea che il denaro sia “sporco” e questo tiene il denaro lontano da me, tutto questo può cambiare.

Anche se penso che il denaro porti solo guai, e in effetti non ne ho mai abbastanza, tutto questo può cambiare, mi apro alla possibilità di cogliere il bello e il buono che avere denaro in più può portare... 

e così via.

Fai questo esercizio: prendi un foglio e una penna, scrivi tutto quello che pensi del denaro, quando hai finito rileggi quello che hai scritto. Le cose che hai scritto ti fanno serenità? Provi disagio? Se provo disagio valuta quanto in una scala da 0 a 10. Applica Eft ad ogni frase che ti crea disagio.

Se emergono idee, pensieri, ricordi collegati a quel che stai trattando segui quelli fino a che non senti liberazione.

Fammi sapere come va questo esperimento scrivendo nei commenti!

E se hai dubbi chiedi pure.


Grazie

Virna