Ripubblico, leggermente rivisto, un vecchio post, che avevo scritto due anni fa.
Mi
ricordo con estremo piacere l’espressione di Harrison Ford quando, nei
panni del "serio insegnante di archeologia" INDIANA JONES, ripeteva alla classe che “la x non indica
mai il punto dove scavare… quindi scordatevi dei film” salvo poi, più
avanti nella pellicola, recuperare il Santo Graal solo grazie ad una
provvidenziale serie di mattonelle disposte ad X in una chiesa…
Utilizzando
tante diverse tecniche di auto aiuto e facendo anche alcune sessioni
con colleghi operatori, per superare alcuni “scogli”personali, mi sono resa conto che non
sempre è necessario “scavare”.
Non
siamo sempre tenuti, per sciogliere le nostre zone d’ombra, ad andare a
scavare nel passato e nelle storie familiari.
Non è sempre necessario riconnettersi al “trauma” nostro o dei nostri antenati, che chiamerei il “trauma originario”, MA PUO’ ESSERE MOLTO UTILE, anzi, direi, in certi casi addirittura RISOLUTIVO.
Non è sempre necessario riconnettersi al “trauma” nostro o dei nostri antenati, che chiamerei il “trauma originario”, MA PUO’ ESSERE MOLTO UTILE, anzi, direi, in certi casi addirittura RISOLUTIVO.
La
psicogenealogia, o psicologia transgenerazionale è nata sostanzialmente
grazie al lavoro della psicologa Anne Ancelin
Schützenberger,considerata la fondatrice della materia. Essa studia
tutte le relazioni fra noi e i nostri avi, come una sorta di “rapporti
tessuti con fili invisibili”…che possono influenzare le nostre vite e
ripercuotersi sul nostro benessere fisico, emotivo e psicologico.
Nel suo libro, la Sindrome degli antenati, e negli altri testi da lei scritti, la terapeuta francese (della quale vi consiglio i video su youtube) spiega come a volte, anche a distanza di molte generazioni, la vita delle persone sia condizionata da traumi, lutti, eventi irrisolti, segreti non detti.
Tutta questa sommatoria di vissuti, se non elaborati, formano come delle catene invisibili che finiscono per essere tramandate in eredità, un po’ come i caratteri somatici, e vincolano l’esistenza dei discendenti, privandoli di libertà e della possibilità di essere autenticamente se stessi. Quando parlo di essere autenticamente se stessi mi rifaccio nuovamente alla Schutzenberger, che ha giustamente sottolineato, in più di una intervista, che “essere liberi è scoprire cosa si è e incarnare questo, magari in modo inedito”, anziché fare ciò che vogliono che facciamo i nostri genitori oppure il contrario esatto per protesta.
Paure irrazionali, insicurezze, ma anche patologie vere e proprie, a volte potrebbero essere il risultato di una mancata elaborazione di eventi capitati ai nostri avi, trasmessi attraverso lo spazio e il tempo mediante una sorta di contenitore psichico universale (concetto che si avvicina molto all’idea del “l’inconscio collettivo” di Jung). Sempre secondo gli studi della Schutzenberger “è come se tutti noi fossimo in una matrice, che genera, come uno stampino, permettendo la ripetizione di comportamenti e di immagini”.
Le nuove teorie della fisica forniscono molte ipotesi su come si potrebbero ripensare i concetti di spazio e tempo, ma al di là del motivo e del modo, che ancora non sono stati identificati e provati, pare, per riassumere, che si possa verificare il ripetersi di particolari traumi psichici e fisici di generazione in generazione, a volte dando addirittura vita ad un fenomeno detto Sindrome da anniversario (quando un evento, in una generazione, si verifica nella stessa data, oppure, per il singolo soggetto, alla stessa età di un avo al verificarsi dell’evento primario cui il secondo evento è agganciato. Es: stato ansioso in una nipote nei giorni in corrispondenza della tragica morte nel nonno in guerra trent’anni prima).
In poche parole è come se ci fosse una memoria ereditaria degli eventi che si trasmette inconsciamente da avo a discendente e così via, in uno speciale gioco di incastri proprio di ogni famiglia.
Secondo il principio delle costellazioni familiari, infatti, ogni famiglia è un sistema a se stante, come una costellazione, dove ogni individuo è allo stesso tempo elemento autonomo (come una stella), ma anche collegato a tutti gli altri..
Nel suo libro, la Sindrome degli antenati, e negli altri testi da lei scritti, la terapeuta francese (della quale vi consiglio i video su youtube) spiega come a volte, anche a distanza di molte generazioni, la vita delle persone sia condizionata da traumi, lutti, eventi irrisolti, segreti non detti.
Tutta questa sommatoria di vissuti, se non elaborati, formano come delle catene invisibili che finiscono per essere tramandate in eredità, un po’ come i caratteri somatici, e vincolano l’esistenza dei discendenti, privandoli di libertà e della possibilità di essere autenticamente se stessi. Quando parlo di essere autenticamente se stessi mi rifaccio nuovamente alla Schutzenberger, che ha giustamente sottolineato, in più di una intervista, che “essere liberi è scoprire cosa si è e incarnare questo, magari in modo inedito”, anziché fare ciò che vogliono che facciamo i nostri genitori oppure il contrario esatto per protesta.
Paure irrazionali, insicurezze, ma anche patologie vere e proprie, a volte potrebbero essere il risultato di una mancata elaborazione di eventi capitati ai nostri avi, trasmessi attraverso lo spazio e il tempo mediante una sorta di contenitore psichico universale (concetto che si avvicina molto all’idea del “l’inconscio collettivo” di Jung). Sempre secondo gli studi della Schutzenberger “è come se tutti noi fossimo in una matrice, che genera, come uno stampino, permettendo la ripetizione di comportamenti e di immagini”.
Le nuove teorie della fisica forniscono molte ipotesi su come si potrebbero ripensare i concetti di spazio e tempo, ma al di là del motivo e del modo, che ancora non sono stati identificati e provati, pare, per riassumere, che si possa verificare il ripetersi di particolari traumi psichici e fisici di generazione in generazione, a volte dando addirittura vita ad un fenomeno detto Sindrome da anniversario (quando un evento, in una generazione, si verifica nella stessa data, oppure, per il singolo soggetto, alla stessa età di un avo al verificarsi dell’evento primario cui il secondo evento è agganciato. Es: stato ansioso in una nipote nei giorni in corrispondenza della tragica morte nel nonno in guerra trent’anni prima).
In poche parole è come se ci fosse una memoria ereditaria degli eventi che si trasmette inconsciamente da avo a discendente e così via, in uno speciale gioco di incastri proprio di ogni famiglia.
Secondo il principio delle costellazioni familiari, infatti, ogni famiglia è un sistema a se stante, come una costellazione, dove ogni individuo è allo stesso tempo elemento autonomo (come una stella), ma anche collegato a tutti gli altri..
Questo sistema ha un proprio
vissuto, un proprio archivio di credenze, un patrimonio di dolore, di
non detto, di irrisolto, di colpe, di ferite e di sofferenze che vanno
elaborati e lasciati andare, per poterci godere la nostra vita liberi
dalle catene del passato.
Oltre a AGER, che mi ha aiutata a rompere le catene invisibili che avevano legato la tragica morte di mio padre a quella di mio nonno paterno (il secondo rinvenuto cadavere il 9 di ottobre del 43 in un fosso e l'altro, annegato il 9 ottobre 1988 in un fiume), la mia pratica con la LOGOSINTESI, di cui sono operatrice, mi ha di recente fatto incontrare uno strumento estremamente efficace, e che non smette di sorprendermi, tutte le volte che lo uso in una sessione: LE LOGO-COSTELLAZIONI.
Attraverso una rappresentazione nello spazio della parte della costellazione familiare che il cliente vuole indagare, realizzata con l'uso di semplici foglietti su cui sono scritti i nomi dei familiari, vivi o defunti, e lasciando agire "il campo", la persona riesce a recuperare la propria energia incatenata in eventi "traumatici" passati rielaborando quanto successo e riuscendo ad acquisire una nuova prospettiva sul passato, che porta cambiamenti immediati e a più lungo termine nel presente e nel futuro.
Probabilmente in un prossimo articolo vi racconterò di come una logo costellazione da me partecipata come cliente abbia sbloccato la mia situazione finanziaria, andando a modificare molte delle mie credenze sul denaro e sui pericoli collegati all'avere denaro.
Per oggi però mi limito a dirvi che una delle LOGO- COSTELLAZIONI più semplici si può fare per ripulire il nostro spazio personale da convinzioni, idee, ricordi o credenze legati alla nostra prima infanzia, e quindi alle figure genitoriali, che ancora influenzano la nostra vita, bloccando lo sviluppo del suo pieno potenziale.
Oltre a AGER, che mi ha aiutata a rompere le catene invisibili che avevano legato la tragica morte di mio padre a quella di mio nonno paterno (il secondo rinvenuto cadavere il 9 di ottobre del 43 in un fosso e l'altro, annegato il 9 ottobre 1988 in un fiume), la mia pratica con la LOGOSINTESI, di cui sono operatrice, mi ha di recente fatto incontrare uno strumento estremamente efficace, e che non smette di sorprendermi, tutte le volte che lo uso in una sessione: LE LOGO-COSTELLAZIONI.
Attraverso una rappresentazione nello spazio della parte della costellazione familiare che il cliente vuole indagare, realizzata con l'uso di semplici foglietti su cui sono scritti i nomi dei familiari, vivi o defunti, e lasciando agire "il campo", la persona riesce a recuperare la propria energia incatenata in eventi "traumatici" passati rielaborando quanto successo e riuscendo ad acquisire una nuova prospettiva sul passato, che porta cambiamenti immediati e a più lungo termine nel presente e nel futuro.
Probabilmente in un prossimo articolo vi racconterò di come una logo costellazione da me partecipata come cliente abbia sbloccato la mia situazione finanziaria, andando a modificare molte delle mie credenze sul denaro e sui pericoli collegati all'avere denaro.
Per oggi però mi limito a dirvi che una delle LOGO- COSTELLAZIONI più semplici si può fare per ripulire il nostro spazio personale da convinzioni, idee, ricordi o credenze legati alla nostra prima infanzia, e quindi alle figure genitoriali, che ancora influenzano la nostra vita, bloccando lo sviluppo del suo pieno potenziale.
Insomma,
per concludere, sebbene non sia assolutamente necessario scavare nel
passato proprio o degli avi, a volte può essere molto utile farlo,
soprattutto in caso si vogliano sbloccare situazioni inspiegabilmente
stagnanti o fermare una “catena di eventi sempre uguali”, causate da un
determinato evento primario, magari persino “non detto”, tenuto segreto a tutti i discendenti per vergogna che rappresentano
simbolicamente“una grande X” per la nostra famiglia, e quindi sono proprio il
posto dove scavare…per ritrovare il tesoro della nostra libertà personale.
Se volete saperne di più non esitate a scrivermi in privato!
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fonte immagine: web
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