sabato 13 luglio 2013

EFT PER UN AMORE FINITO







Sara è una ragazza con begli occhi azzurri, un aspetto piuttosto carino e che ispira simpatia. A un primo sguardo pare una ragazzina, anche se ha quasi 40 anni. Quando viene da me mi dice che sta prendendo una miscela di fiori di Bach per la fine di una storia, che ha deciso di interrompere lei dopo due anni e mezzo, in quanto non aveva futuro. Sta assumendo Star of Bethlem per il trauma, Willow perche le è uscito un herpes sul labbro, sintomo di rabbia trattenuta (che mi dice essere rivolta verso se stessa), Crab Apple perché afferma di non piacersi, Pine per il senso di colpa, Sweet Chesnut per incoraggiare la propria trasformazione e Wild Oat per trovare la propria strada nella vita.
Mi racconta di aver interrotto la propria relazione perché il suo compagno era un uomo sposato. Dice che si sono dati molto e lei ha investito parecchio nella storia, ma sta per compiere 40 anni e si è resa conto di non avere nulla, niente compagno (da poter chiamare tale), niente casa, niente figli, non un lavoro stabile e nessuna prospettiva certa. “A parte nome e cognome, a volte non so nemmeno chi sono.”
Le chiedo come la fa sentire quello che mi ha appena detto.
Mi risponde che sente un magone, la sensazione di non sapere da che parte andare. Cosa farà e come lo farà le appaiono un’incognita.
Partiamo con un giro su questo:
Anche se ho un magone, all’idea di non sapere da che parte andare…
Anche se non so cosa fare e come potrò farlo…
Anche se sto vivendo un momento di sospensione….
Dopo questi primi giri chiedo a Sara cosa le manca.
Mi risponde che le manca la sicurezza in se stessa perché non accetta di essere cambiata, di aver preso peso, di vedere nello specchio che i vestiti “la strizzano”. Aggiunge che perfino i pigiami che le stavano molto larghi le stanno tutti stretti.
Facciamo altri giri:
Anche se mi vedo grassa e non accetto che i vestiti mi strizzano…
Anche se nessun uomo potrà più interessarsi a me, perché io non mi accetto, figurarsi qualcun altro, così strizzata nei vestiti…
Anche se non mi amo e non mi accetto per niente
Aggiungo un po’ di provocazione dicendole che a me risulta che gli uomini i vestiti li vogliano togliere….
Sara si mette a ridere e dice “Si, ma a vedermi strizzata nei vestiti rinunciano”
Le chiedo come va dopo questi giri.
Risponde che due anni fa stava molto bene ma ora è arrabbiata con se stessa..
Picchiettiamo:
Anche se sono arrabbiata con me stessa….
Mentre picchietta le chiedo per cosa in particolare e mi risponde che è arrabbiata con sé perché non ha concluso nulla, bensì ha fatto tutte le “sciocchezze” che non voleva fare, comprese quelle che avevano già fatto i suoi genitori e che non voleva assolutamente ripetere.
La faccio picchiettare:
Anche se sono così fedele alla famiglia che ho fatto i loro stessi sbagli, così ho mostrato loro, e anche a me stessa che non sbagliano solo loro, e posso capirli…
Anche se è colpa loro, che potevano insegnarmi meglio..
Sara si rilassa molto.
Mi dice che effettivamente l’ultima frase la fa sentire meglio, che pensa davvero di non avere avuto buoni esempi, perché la madre è stata per venti anni l’amante di un uomo sposato e il padre ha lasciato la famiglia per un’altra donna…
Le do il là:
Anche se sono troppo figlia…
Sara mi corregge e aggiunge che si è sempre sentita tanto madre dei suoi, che fra l’altro, essendo lei la prima figlia, riponevano su di lei tutte le loro aspettative e volevano che non facesse i loro stessi errori.
Andiamo avanti:
Anche se i miei genitori avevano su di me così tante aspettative che non c’era gusto, a essere migliore di loro…e farli contenti… e così ho scelto di fargliela pagare…
Sara fa un sospiro enorme..
Mi dice “NON MI SONO ESPRESSA! - Mia madre soprattutto aveva aspettative, ma la verità è che in una casa ero in un modo e non andava bene, poi andavo a casa di papà, cercavo di essere diversa e mi dicevano che non andava bene, nessuno mi accettava com’ero…Ho avuto paura di esprimermi.”
Le suggerisco un nuovo giro:
Anche se con me facevano il tiro alla fune… e non andavo mai bene com’ero….
Sara sorride – “Ma sai che hai proprio ragione, è così che mi sentivo!”

Le chiedo di chiudere gli occhi e di immaginare un foglio bianco.
Continuando a picchiettare i punti delle dita le chiedo di immaginare che disegno potrebbe esserci sul foglio se dovesse essere un’immagine che rappresenti la sua situazione attuale.
Ci pensa un po’ è dice di vedere montagne e una vallata con un sentiero aperto e diritto.
Le chiedo come la fa sentire l’immagine.
Mi risponde che la fa stare bene, là fuori c’è un mondo tutto da esplorare.
Finiamo con un giro di EFT generativa:
Mi apro alla possibilità si accogliere qualunque cosa sia utile per me ora, scelgo di accogliere nuove esperienze, se è questo che va bene per me….
E ancora:
Scelgo di amarmi, accetto di amarmi, mi apro alla possibilità di amarmi, mi concedo di amarmi, voglio amarmi…
Scelgo l’amore, scelgo  la gioia, scelgo la vita, scelgo il benessere, scelgo ciò che la vita mi offre…
Lascio aperte le porte per accogliere tutto ciò che può arrivare.
Quando picchietta l’ultima frase Sara fa un altro sospiro e il suo viso cambia. Prima fa una smorfia che è quasi di dolore, poi si illumina….
“Che bello, che bello, grazie, sento che è tutto cambiato e che ho messo ordine.”
Ci salutiamo e Sara dice che continuerà con EFT e i fiori di Bach.
Picchiettare le ha consentito di mettere le cose in prospettiva, di capire da cosa sono derivate molte delle sue scelte di vita e come il suo rapporto con la famiglia di origine aveva finito per condizionare la sua vita.
Quando esce dal mio studio Sara ha con se nuova forza e nuova consapevolezza, e si incammina con entrambe lungo il nuovo “sentiero” che ha davanti, aperta a qualunque cosa la vita le riservi.

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