Voi siete uniche, si si
è proprio così, e anche vostro figlio lo è, non è mai esistita sulla faccia
della terra una combinazione uguale di caratteristiche, perciò a che serve fare
paragoni? Magari può servire per migliorarsi, per capire a che punto si è nel
proprio cammino, per avere nuove idee da sviluppare per rendersi migliore la
vita….ma se questo paragonare crea sensi di colpa bisogna fermarsi un attimo.
I sensi di colpa vi
servono? Intendo per migliorarvi, per essere più sereni e per stare meglio con vostro
figlio?
A me non è mai
successo, o meglio, un leggerissimo senso di colpa può aiutare a riflettere, a
fermarsi, prendersi una pausa, capire se la direzione presa è davvero quella
che sentiamo giusta, a ma volte i sensi di colpa diventano veramente dei
macigni che ci trasciniamo ovunque andiamo, ed entrano in ogni nostro pensiero,
bloccano i nostri movimenti, sembra di camminare con le scarpe di Frankenstein.
Fermiamoci .
Guardiamoli in
faccia….da dove vengono? Ce li ha insegnati qualcuno?
Allora anche vostro
figlio non può essere paragonato esattamente a nessuno, i bambini non sono
tutti uguali e gli stereotipi riguardo ai loro comportamenti sono devastanti
per le mamme.
“Dovrebbe dormire tutta
la notte”,
“dovrebbe mangiare
tutta la pappa”,
“dovrebbe essere già
spannolinato”,
“dovrebbe comportarsi a
modo”.
I paragoni sono
devastanti non solo perché creano sensi di colpa, ma soprattutto perché stiamo
parlando di funzioni fisiologiche…e non c’è modo di far andare le cose come
vogliamo, solo perche lo vogliamo,(come la società ci vuol far credere) perciò
ci si sente le mani legate…non dipende solo da noi o dalla nostra volontà…e non
dipende nemmeno dal bimbo e dalla sua volontà…c’è un “sentire” e bisogna
ascoltarlo.
Quello che si può fare
è creare la condizione e l’ambiente per cui ci possa essere spazio per
ascoltare il corpo.
Mangiare, dormire,
andare in bagno, etc, hanno bisogno di rilassamento per esprimersi al meglio.
Provate solo per un
attimo a mettervi nei panni dei vostri figli….davvero mangereste tranquilli se
ci fosse qualcuno che pende dalle vostre labbra per vedervi ingoiare ogni
minima briciola di cibo?, davvero sul water vi rilassereste se aveste qualcuno
che vi osserva e che poi vuole un prodotto? Davvero vi abbandonereste al sonno
pensando che “dovete per forza dormire”? Per quanto riguarda l’educazione poi,
più aspettative abbiamo e più ai bimbi viene da fare il contrario…
I bambini saranno anche
bambini, ma in queste cose non si differenziano molto da noi adulti….è che non
sanno esprimersi o lo sanno fare nel loro modo, perciò invece di dirvi “signora
madre desidero accogliere nella pancia il cibo che sento di poter infilare, e
non di più”, magari buttano giù il piatto perché non sanno nemmeno loro da dove
viene il fastidio che sentono, o piangono o urlano o magari dopo sono irritati
e non si addormentano.
Sul water o sul vasino
magari “non producono”, o lo fanno subito dopo….giustissimo secondo la legge di
Murphy, ma questo significa solo che sul water non si sono rilassati,o si
sentivano pressati.
Anche per dormire è
molto importante l’ambiente, la tranquillità che ogni mamma o papà ha per
accompagnare il proprio bimbo…nel sonno.
Togliete se possibile ogni
desiderio che il bimbo dorma nei vostri tempi, e vivete questo momento con lui,
probabilmente si addormenterà prima di quello che pensavate, o perlomeno il
tempo che avete passato con lui sarà stato un tempo proficuo per la relazione e
non “tempo perso per addormentarlo” pensando ai piatti o alle altre cose da
sistemare.
Per carità sono
importanti anche quelle mansioni ma spesso interferiscono con il proprio ordine
mentale e vostro figlio è piccolo ORA.
Imparate a delegare,
attorniatevi di persone che vi possano aiutare in modo che i pensieri non vi
assalgano, utilizzate altri ausili come fasce e zainetti per fare le cose
mentre addormentate il bimbo.
Per quanto riguarda il
comportarsi in modo “educato”, molto spesso i bimbi ripetono quello che vivono,
perciò è importante dare per primi il buon esempio, e poi succederà che avranno
anche comportamenti irrispettosi, ma tutto ha un senso, magari qualcosa nella
situazione li ha irritati, non vi fermate ad esprimere il vostro giudizio,
cercate di chiedere cosa sentono, esprimete i vostri sentimenti dispiaciuti,
siate anche molto fermi nell’esprimere i vostri limiti di accettazione per la
situazione ma nello stesso tempo comunicate che sapete di avere di fronte una
persona che sta sperimentando sé stessa, e i suoi limiti.
Ma soprattutto
domandatevi cosa significa davvero comportarsi in modo educato, quali sono i
vostri limiti di accettazione. Tenete conto che potete benissimo stravolgere
quello che avete imparato nella vostra infanzia, se sentite che può essere
diverso.
La vostra unicità si
esprime anche in questo, il vostro cammino è unico e non ci sono tappe
prefissate per cui alcune mamme sono più avanti di voi e voi vi trovate
irrimediabilmente indietro. Semplicemente ci sono diverse consapevolezze che
possono essere comprese, ma non è detto che tutte siano di vostro interesse o
ne sentiate il bisogno.
Nel mio lavoro, trovo
fantastico poter conoscere il modo che ogni mamma ha di vivere la vita, di
stare con il suo bambino, e imparo sempre qualcosa di nuovo.
Grazie per essere così
uniche.
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Se anche a te, come mamma, capita di metterti in paragone con le altre e le loro esperienze, oppure ti capita di fare paragoni fra i tuoi figli e quelli degli altri, magari perchè nutri delle aspettative nei loro confronti questo può essere un video che fa al caso tuo:
Emanuela Pamio e Virna Trivellato
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