domenica 1 novembre 2015

Eft per le mamme che hanno la tentazione di mettersi in paragone...





Voi siete uniche, si si è proprio così, e anche vostro figlio lo è, non è mai esistita sulla faccia della terra una combinazione uguale di caratteristiche, perciò a che serve fare paragoni? Magari può servire per migliorarsi, per capire a che punto si è nel proprio cammino, per avere nuove idee da sviluppare per rendersi migliore la vita….ma se questo paragonare crea sensi di colpa bisogna fermarsi un attimo. 

I sensi di colpa vi servono? Intendo per migliorarvi, per essere più sereni e per stare meglio con vostro figlio?

A me non è mai successo, o meglio, un leggerissimo senso di colpa può aiutare a riflettere, a fermarsi, prendersi una pausa, capire se la direzione presa è davvero quella che sentiamo giusta, a ma volte i sensi di colpa diventano veramente dei macigni che ci trasciniamo ovunque andiamo, ed entrano in ogni nostro pensiero, bloccano i nostri movimenti, sembra di camminare con le scarpe di Frankenstein.
Fermiamoci .
Guardiamoli in faccia….da dove vengono? Ce li ha insegnati qualcuno?

Allora anche vostro figlio non può essere paragonato esattamente a nessuno, i bambini non sono tutti uguali e gli stereotipi riguardo ai loro comportamenti sono devastanti per le mamme.

“Dovrebbe dormire tutta la notte”,
“dovrebbe mangiare tutta la pappa”,
“dovrebbe essere già spannolinato”,
“dovrebbe comportarsi a modo”.

I paragoni sono devastanti non solo perché creano sensi di colpa, ma soprattutto perché stiamo parlando di funzioni fisiologiche…e non c’è modo di far andare le cose come vogliamo, solo perche lo vogliamo,(come la società ci vuol far credere) perciò ci si sente le mani legate…non dipende solo da noi o dalla nostra volontà…e non dipende nemmeno dal bimbo e dalla sua volontà…c’è un “sentire” e bisogna ascoltarlo.
Quello che si può fare è creare la condizione e l’ambiente per cui ci possa essere spazio per ascoltare il corpo.

Mangiare, dormire, andare in bagno, etc, hanno bisogno di rilassamento per esprimersi al meglio. 

Provate solo per un attimo a mettervi nei panni dei vostri figli….davvero mangereste tranquilli se ci fosse qualcuno che pende dalle vostre labbra per vedervi ingoiare ogni minima briciola di cibo?, davvero sul water vi rilassereste se aveste qualcuno che vi osserva e che poi vuole un prodotto? Davvero vi abbandonereste al sonno pensando che “dovete per forza dormire”? Per quanto riguarda l’educazione poi, più aspettative abbiamo e più ai bimbi viene da fare il contrario…

I bambini saranno anche bambini, ma in queste cose non si differenziano molto da noi adulti….è che non sanno esprimersi o lo sanno fare nel loro modo, perciò invece di dirvi “signora madre desidero accogliere nella pancia il cibo che sento di poter infilare, e non di più”, magari buttano giù il piatto perché non sanno nemmeno loro da dove viene il fastidio che sentono, o piangono o urlano o magari dopo sono irritati e non si addormentano.

Sul water o sul vasino magari “non producono”, o lo fanno subito dopo….giustissimo secondo la legge di Murphy, ma questo significa solo che sul water non si sono rilassati,o si sentivano pressati.



Anche per dormire è molto importante l’ambiente, la tranquillità che ogni mamma o papà ha per accompagnare il proprio bimbo…nel sonno.

Togliete se possibile ogni desiderio che il bimbo dorma nei vostri tempi, e vivete questo momento con lui, probabilmente si addormenterà prima di quello che pensavate, o perlomeno il tempo che avete passato con lui sarà stato un tempo proficuo per la relazione e non “tempo perso per addormentarlo” pensando ai piatti o alle altre cose da sistemare.

Per carità sono importanti anche quelle mansioni ma spesso interferiscono con il proprio ordine mentale e vostro figlio è piccolo ORA.

Imparate a delegare, attorniatevi di persone che vi possano aiutare in modo che i pensieri non vi assalgano, utilizzate altri ausili come fasce e zainetti per fare le cose mentre addormentate il bimbo.

Per quanto riguarda il comportarsi in modo “educato”, molto spesso i bimbi ripetono quello che vivono, perciò è importante dare per primi il buon esempio, e poi succederà che avranno anche comportamenti irrispettosi, ma tutto ha un senso, magari qualcosa nella situazione li ha irritati, non vi fermate ad esprimere il vostro giudizio, cercate di chiedere cosa sentono, esprimete i vostri sentimenti dispiaciuti, siate anche molto fermi nell’esprimere i vostri limiti di accettazione per la situazione ma nello stesso tempo comunicate che sapete di avere di fronte una persona che sta sperimentando sé stessa, e i suoi limiti.

Ma soprattutto domandatevi cosa significa davvero comportarsi in modo educato, quali sono i vostri limiti di accettazione. Tenete conto che potete benissimo stravolgere quello che avete imparato nella vostra infanzia, se sentite che può essere diverso.

La vostra unicità si esprime anche in questo, il vostro cammino è unico e non ci sono tappe prefissate per cui alcune mamme sono più avanti di voi e voi vi trovate irrimediabilmente indietro. Semplicemente ci sono diverse consapevolezze che possono essere comprese, ma non è detto che tutte siano di vostro interesse o ne sentiate il bisogno.

Nel mio lavoro, trovo fantastico poter conoscere il modo che ogni mamma ha di vivere la vita, di stare con il suo bambino, e imparo sempre qualcosa di nuovo.
Grazie per essere così uniche.

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Se anche a te, come mamma, capita di metterti in paragone con le altre e le loro esperienze, oppure ti capita di fare paragoni fra i tuoi figli e quelli degli altri, magari perchè nutri delle aspettative nei loro confronti questo può essere un video che fa al caso tuo:


Emanuela Pamio e Virna Trivellato

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