sabato 22 novembre 2014

Logosintesi per l’incidente di Maria






Maria è una bella ragazza, di ventisei anni. E’giovane e gode generalmente di uno stato di buona salute ma si presenta da me con un problema: i suoi bei capelli cadono a ciuffi e nessun rimedio che ha provato per eliminare il fenomeno sembra essere efficace.
Le chiedo da quanto va avanti questa cosa.
Mi risponde che a febbraio è capitato un evento e lei non è più stata la stessa.
Era sera, ovviamente faceva freddo, visto il periodo, pioveva e la visibilità era scarsa. Maria stava tornando a casa in macchina da un incontro di lavoro e ad un certo punto, uscendo da una strada che aveva grossi cespugli su entrambi i lati, non ha visto un signore in motorino che stava transitando di fronte a lei, finendo per urtarlo. 

La scena è chiara nella mente di Maria, come se si stesse svolgendo nel presente.
Mi dice “Io uscivo dallo stop, non ho visto quel poveretto che andava per la sua strada e sono uscita troppo con il muso della macchina per cercare di vedere meglio,  urtando il suo motorino. L’ho toccato e lui è rotolato per terra, il motorino è scivolato via. Per fortuna stava bene, non si era fatto nulla, mi sono presa cura di lui fino all’arrivo di vigili e ambulanza, e lo hanno ricoverato solo per tenerlo in osservazione. Adesso ci sentiamo spesso, lui sta bene, è una persona squisita e ho conosciuto anche sua moglie, una donna comprensiva e deliziosa.  Ma anche se tutto è andato per il meglio io non  sono più io. Ho ancora in mente il rumore della botta del cofano che urta il motorino.”

Chiedo a Maria quanto stress le provoca questo rumore che le sembra ancora di sentire e mi risponde che l’intensità del disagio è fra il 9 ed il 10.

Le offro una dopo l’altra le frasi di logosintesi, di modo da sciogliere l’energia congelata collegata a quel suono, ovviamente fra una frase e l’altra lascio a Maria il tempo di elaborazione necessaria affinchè le parole agiscano.

Recupero tutta la mia energia legata a quel rumore della botta del mio cofano che urta il motorino e la riporto al giusto posto in me stessa.

Allontano tutta l’energia estranea legata a quel rumore della botta del mio cofano che urta il motorino, la allontano dal mio corpo, dalle mie cellule e dal mio spazio personale e la rimando allo spazio e al tempo cui davvero appartiene.

Recupero tutta la mia energia legata ad ogni mia reazione a quel rumore della botta del mio cofano che urta il motorino e la riporto al giusto posto in me stessa.

Dopo aver ripetuto tutte le frasi e aver lasciato il tempo alle parole di agire, Maria mi dice di avvertire un formicolio a livello di gambe e mani e di sentire ancora il rumore ma molto ovattato.

Le faccio ripetere nuove frasi su –ciò che resta di questo rumore ovattato del mio cofano che urta il motorino – e alla fine del ciclo Maria dice di sentire il formicolio anche in testa.

“Adesso il ricordo mi sembra ovattato – osserva Maria – e mi pare di sentire il rumore lontanissimo.”
Chiedo alla fanciulla se le sembra che ci sia altro che emerge che le crea disagio e lei risponde con certezza che la infastidisce l’immagine del signore che rotola.

Le offro le frasi:

Recupero tutta la mia energia legata all’immagine del signore che rotola e la riporto al giusto posto in me stessa.

Allontano tutta l’energia estranea legata all’immagine del singore che rotola, la allontano dal mio corpo, dalle mie cellule e dal mio spazio personale e la rimando allo spazio e al tempo cui davvero appartiene.

Recupero tutta la mia energia legata ad ogni mia reazione all’immagine del signore che rotola e la riporto al giusto posto in me stessa.

Dopo un tempo di elaborazione Maria mi dice che adesso anche l’immagine le appare ovattata, sfumata e lontana.

Spiego a Maria che spesso, quando viviamo un evento che scatena in noi una reazione di paura e questo evento si risolve per il meglio, resta in noi la traccia energetica dei pensieri che abbiamo fatto su come sarebbe potuta evolversi la situazione nella peggiore delle ipotesi, una sorta di finale alternativo frutto delle nostre “proiezioni” su qualcosa, poi le offro un’altra frase sulla  - fantasia che il signore potesse morire nell’incidente per colpa sua.

Infine le offro ancora una frase sull’idea che le cose sarebbero dovute andare diversamente e lei non avrebbe mai dovuto vivere quell’evento.

Alla fine Maria mi guarda stupita e mi dice incredula che non sente più la pesantezza che l’aveva accompagnata negli ultimi mesi. 

Afferma di avvvertire ora solo una sensazione di intorpidimento alla testa.

Le offro un intero giro di frasi su questo intorpidimento e su tutto ciò che può significare.

Maria si lascia guidare e il suo volto si fa sempre più disteso.

“Non ci crederai – aggiunge – ma ora mi sembra finalmente che il mio incidente sia un ricordo come tanti già vissuti... è li nel passato e basta. Ora sento di poterlo guardare con serenità”.

Maria è molto sollevata e io ancora una volta sono affascinata dalla bellezza e dall’eleganza di un metodo come logosintesi, che senza sforzo aiuta le persone a sciogliere i loro mondi congelati e a recupare tutta l’energia che appartiene loro dagli eventi passati non elaborati per averla a disposizione nel qui ed ora, consentendo di risolvere molti disagi sia a livello emotivo, mentale che fisico.

Per saperne di più leggi il mio precedente articolo:

oppure consulta il sito ufficiale di Logosintesi:

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