venerdì 8 novembre 2013

EFT E LA CHIAMATA



La nostra zona comoda è quella in cui ci muoviamo agevolmente ogni giorno.
E’ lo spazio conosciuto, contrapposto a tutti quei territori che consideriamo inesplorati e che non hanno mai fatto parte della nostra esperienza….

Ma per compiere la nostra evoluzione, prima o poi, siamo tutti chiamati ad abbandonare il conosciuto per andare oltre, altrimenti la zona comoda rischia di trasformarsi in una sorta di "zona morta", dove ci sentiamo intrappolati, bloccati, come se fossimo immersi nelle sabbie mobili.

Quando qualcuno viene da me e mi dice "Vorrei cambiare, ma non so che fare", oppure, "Mi sento male, ma non so nemmeno io perchè", il mio primo sospetto è una situazione di stasi.

Allora utilizzo la cornice di referenza del Viaggio dell'Eroe.

Essa è nata grazie al lavoro del famoso studioso americano Joseph Campbell, che ebbe il merito, nel suo testo “L’eroe dai mille volti”, di rintracciare le somiglianze fra i racconti mitologici e le grandi religioni di tutti i tempi, arrivando a descrivere lo schema di un modello comune, che “emerge dall’inconscio collettivo” ed è lo stesso per tutti i popoli della Terra, in qualunque epoca.

“Il viaggio dell’Eroe”, questo modello comune, si realizza in maniera differente per ogni individuo, a seconda della propria individualità, delle proprie aspirazioni, dei propri sogni e di ciò che potremmo chiamare “il proprio scopo sulla Terra”.

L’inizio del viaggio comincia sempre con una "chiamata". Differente anch’essa per ogni soggetto, può manifestarsi ad esempio come un desiderio di realizzare qualcosa, come un momento di forte crisi personale, come un  lutto o un evento che non ci consente di continuare la nostra vita come abbiamo fatto fino a quel giorno, come uno tsumani emotivo, come un contatto, un incontro o l’unione con un’altra persona, e così via…..

Tutti questi tipi di chiamate, però, hanno una caratteristica comune: ci invitano a uscire dalla nostra zona comoda, dal territorio conosciuto, per arrivare, parafrasando un famosissimo film “là dove nessun uomo è mai giunto prima”, o meglio ancora, là dove noi non siamo mai giunti prima!

Ma cosa succede a quel punto?
Cosa succede quando noi riceviamo la chiamata?

Tutti i nostri sistemi entrano in “reazione”.

A volte, dopo la chiamata, saltiamo direttamente nell’ignoto e magari ci felicitiamo anche con noi stessi per non aver avuto paura di farlo.

Molto più spesso, però, capita che qualcosa possa bloccare l’individuo e impedirgli di uscire dalla soglia, cioè di varcare il limite fra il noto e ciò che appare come novità.

Davanti alla soglia, o anche, a volte, appena varcata, ci imbattiamo in una sorta di Guardiano… qualcuno, qualcosa, quella voce nella nostra testa che ci dice “non farlo, non andare, ma no….. dai, resta qui, è più facile ….ecc…ecc…”.

Questo può portare la persona a rifiutare (anche se poi dovremmo chiarire che si tratta di allontanare) la chiamata e spesso e volentieri lo lascia prostrato, molte volte tormentato e diviso, fra l’“istanza” che gli canta dentro e ciò che ne inibisce l’evoluzione. In moltissimi casi dopo il rifiuto, il soggetto appare sofferente nella psiche o nella sfera delle emozioni e in conseguenza di ciò, se le cose non cambiano, egli finisce per soffrire anche nel corpo.

Anche successivamente, però, l’”eroe” può accogliere la chiamata e mettersi in cammino per realizzarla, affrontando le prove che gli si pongono davanti; grazie all’aiuto delle guide e degli aiutanti che incontra lungo il cammino; sconfiggendo i demoni che arriveranno sulla strada per fermarlo (e che non sono altro che le sue stesse "zone d'ombra") e riuscendo infine, proprio grazie a tutti questi passaggi, a completare la trasformazione di se stesso conquistando una nuova consapevolezza e la libertà di realizzarsi pienamente e di aiutare gli altri, se lo desidera, a realizzarsi a loro volta.

Dopo questo rapido riassunto del modello del “viaggio dell’Eroe”, molti si staranno facendo la stessa domanda:

ma come si esce dalla zona comoda? Anche se ho sentito la chiamata, anche se sento dentro la spinta a realizzare (un sogno – un progetto – un’attività – un cambiamento), anche se mi è franato tutto sotto i piedi e vorrei ricostruire, come faccio a andare oltre ciò che sono stato fino ad oggi?
Mi sono resa conto lavorando con le persone che molto spesso la fase più difficile del cambiamento è nel ripensarsi nuovi, quasi che ci affezionassimo alle etichette che ci mettiamo o ci mettono addosso gli altri.

Spesso la confusione che tendiamo a fare riguarda il piano dell’identità. Non ci rendiamo conto che i nostri comportamenti non hanno nulla a che vedere con CHI NOI SIAMO, bensì semplicemente con COME SIAMO ABITUATI AD AGIRE, sulla base di ciò che facevano le figure di riferimento, di ciò che abbiamo sperimentato, delle esperienze già vissute o cui abbiamo assistito, e anche in virtù di un concetto molto semplice “quello del minimo sforzo”, perché fare ciò che già sappiamo fare costa meno fatica.

Ogni giorno però, nonostante  gli schemi appresi, possiamo valutare dove siamo. E possiamo utilizzare tecniche come EFT, SET e LOGOSINTESI per affrontare ciò che ci blocca, da soli o con l'aiuto di un operatore esperto.
Se ciò che percepiamo intorno a noi, ciò che vediamo, ciò che abbiamo, nel campo del lavoro, delle finanze, delle relazioni, della nostra realizzazione ci piace possiamo continuare sulla via intrapresa.

Se invece qualcosa non và, se ci sentiamo insofferenti, insoddisfatti o irrisolti, se le emozioni che proviamo ci lanciano segnali di allarme, allora forse è proprio il caso di ascoltare dentro di noi la vera voce della nostra Essenza e ciò che ci vuole dire.

Forse quella voce ci sta invitando ad USCIRE DALLA ZONA COMODA e DONARCI IL NUOVO, L’INESPLORATO, L’INEDITO.

FORSE STIAMO PER INIZIARE UN VIAGGIO….

VERSO DOVE?

DOVETE DIRLO VOI, VOI LO SAPETE.

Infatti vi chiedo di fare silenzio ed ascoltarvi, DAVVERO.

E vi offro qualche domanda, da farvi picchiettando...
Prima di cominciare vi invito a concedervi un momento e a ripetere ad alta voce:

CHE MI SIA CONCESSO DI ASCOLTARE LA MIA VERA ESSENZA, CHE IO POSSA ESSERE CONNESSO AL MIO CENTRO E ACCOGLIERE LE RISPOSTE CHE SPONTANEAMENTE EMERGERANNO.



QUAL’E LA MIA CHIAMATA?
.........................................................

Quando è la prima volta che l'ho sentita?

Chi voglio essere, davvero?

Cosa mi farebbe capire di avere realizzato la mia chiamata?

L'ho accolta o sono disposta ad accoglierla?

L'ho rifiutata?

SE LA RISPOSTA E' SI O SE VI SENTITE BLOCCATI:

Cosa mi fa paura?

Cosa mi impedisce di muovermi?

Che cosa temo che potrebbe succedere se adempiessi alla mia chiamata?


Chi o che cosa potrebbe aiutarmi?

Quali sono le risorse che posso usare per realizzare pienamente me stesso?

Quali sono quelle che dovrei acquisire o potenziare per realizzare la mia chiamata?


Potrebbe essere che sentiate utile farvi tutte le domande nello stesso arco di tempo, oppure che ve ne facciate una al giorno, o che le affrontiate per blocchi.
Va comunque bene.
Ricordate che le domande sono importanti, ma ancora più importanti sono gli spazi che vi concedete per accogliere le risposte, e ciò che emerge spontaneamente dalla vostra personale esperienza.
Tutto ciò che emerge e vi crea disagio, o disappunto, o tutte le emozioni disturbanti possono essere oggetto di abbondate picchiettamente sia con EFT che con SET.

Buona ricerca e Buona Chiamata a tutti... e ricordatevi di godervi il viaggio.







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