venerdì 13 dicembre 2013

EFT per un "uccellino con la sindrome di Candy Candy"




Lucia è una ragazza solare, molto dolce e vitale. Abbiamo già lavorato insieme diverse volte e l’ultima sessione è servita per affrontare la fine del rapporto con il suo fidanzato, rapporto nel quale sentiva di non riuscire ad avere un proprio “posto”. Eft le è servito per portare consapevolezza sulla situazione e affrontarla con strumenti adeguati, accettando ciò che stava succedendo e comprendendo le ragioni che li avevano portati  a dividere le proprie strade.

Questa volta Lucia vuole parlarmi di un evento all’apparenza insignificante, capitatole quando è tornata a casa, un pomeriggio, dopo la fine della sua storia.

Sua madre, informata dell’accaduto dal padre, con il quale si era confidata per primo, l’ha salutata, al suo rientro, dicendole “Dai su, ne troverai un altro” con un sorriso, a detta di Lucia stessa, particolarmente sornione.

“Ne sono certa – mi dice Lucia – mia madre è felice che ci siamo lasciati..... Lei è infelice se sono felice con altri. Con qualcuno che non è lei.”

Chiedo a Lucia di iniziare a picchiettare, poi, sapendo già che ha uno stile molto visivo le chiedo che cosa “vede” nel suo spazio personale.

Lei risponde che vede una specie di filo, dritto, forte, tenace, come di metallo rigido.

Facciamo EFT su questa immagine e Lucia, alla fine del giro, mi dice che ha visto cadere il filo, ma al suo posto vede una buca delle lettere.

Le suggerisco: Anche se c’è questa buca delle lettere nel mio spazio personale, e non so cosa rappresenti per me questa immagine, mi consento di lasciarla andare....

L’immagine sparisce.

Lucia però mi guarda e dice “Mi immagino mamma, che si chiede se può lasciarmi libera o no. Mi sento le ali tappate, mi manca il fiato e provo tristezza. E’ come se il corpo mi crollasse.

Ho un’intuizione e suggerisco a Lucia di picchiettare ripetendo questa frase:

Anche se una parte di me desidera restare nel nido, recupero tutta la mia energia collegata a quella parte e la riporto nel mio centro, e mi apro alla possibilità di aprirmi alle esperienze migliori per me.

La frase ha immediatamente effetto. Lucia ride e dice che sente il corpo più rilassato.

Afferma che in qualche modo sente che le mie parole l’hanno toccata ma non riesce, per così dire, a vedere fino in fondo il proprio ruolo “in questo gioco”.

Continuo a suggerirle frasi:
Anche se non riesco a vedere il mio ruolo in questo gioco, e anche se proverei a uscire dal nido, ma per sicurezza non ci vado....
Io non riesco a vedere il mio ruolo.
Voglio volare, ma non posso.
Posso volare, ma non voglio.
Vorrei provare, ma non provo.
Proverei, ma preferisco di no...
Vorrei costruire un mio nido, ma non riesco.
Vorrei avere un nido e avere amore, ma non ce l’ho e questo mi fa schifo.

Lucia si illumina e ride di cuore “Già, fa schifo. Ma ora vedo la mia responsabilità. E se la vedo posso cambiare le cose. Mi sento più sicura. Adesso so che sono un uccellino che può volare fuori dal nido, ma le mie ali sono a metà. E quella metà ala ha la forma di una stampella per i vestiti con ganci di ferro fatti di metallo, come il filo di prima.”

Chiedo a Lucia “se qualcuno o qualcosa producesse questo “ferro”, chi o che cosa sarebbe?”

Lei risponde che vede tre cose diverse: la madre, la nonna che staccava con le pinze le graffette di metallo dalle cassette di legno, e le catene di un’altalena.

Le chiedo se una di queste immagini le crea più disagio delle altre e lei mi risponde che è sicuramente la catena dell’altalena a crearle turbamento. Sente un peso sopra il seno, e le manca la forza.

Picchiettiamo su questa immagine...e la scena cambia.

Lucia adesso sa di essere un uccellino con le ali aperte, ma ha un cappellino da infermiera sulla testolina.

Le dico “Per forza, sei un uccellino Candy Candy (Candy Candy era la protagonista di un cartone animato, faceva l’infermiera e aiutava sempre tutti).”

Facciamo un giro di picchiettamento sulla parte di lei che si crede Candy Candy:
Anche se una parte di me si crede Candy Candy, e vuole salvare e aiutare sempre tutti, recupero tutta la mia energia legata a quella parte e la riallineo al mio centro.

Lucia dice che vede nuove cose; prima di tutto le appaiono immagini molto femminili, e sente di star recuperando la forza sul seno, poi visualizza l’immagine di un angelo con le ali ben aperte....

“Sai, mi dice, non sono più un uccellino, ma mia mamma, quando mi ha detto che ne troverò un altro, mi guardava proprio come Silvestro (Silvestro è il gatto protagonista di un cartone animato in cui insegue e cerca di mangiare un grazioso e delicato uccellino giallo che si chiama Titti).”

Lucia scoppia a ridere, e io con lei....

La sensazione di turbamento che aveva all’inizio, all’idea che la madre fosse sollevata dalla fine del suo rapporto con il fidanzato, è sparita e ha lasciato posto ad una importante nuova consapevolezza di quali siano le responsabilità di entrambe rispetto al suo non uscire (o perlomeno non troppo) dal nido, e nel suo assumersi un sacco di pesi “della famiglia”.

Sono certa che Lucia continuerà ad usare  EFT su tutto ciò che è emerso e questo le permetterà di vivere da “angelo con le ali ben aperte”, anzichè da “uccellino implume e bisognoso.”

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